15 marzo 2011

ASCOLTARE LE CAMICIE ROSSE


Per il recente convegno, realizzato da ADI – Associazione Docenti di Italianistica – in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano all’interno di un progetto culturale ormai pluriennale, è stato scelto un tema di grande attualità: ‘Leggere le camicie rosse’. Intento degli organizzatori considerare da più punti di vista gli eventi fondanti e la tradizione della nostra storia risorgimentale, senza il timore di affrontare in modo critico e disincantato questioni non prive di contraddizioni e ancora caratterizzate da lati oscuri (1). Senza tacere in altri termini di che lacrime grondi e di che sangue il processo di unificazione del nostro Paese, come hanno provato a fare Giancarlo De Cataldo nella sua analisi romanzata del Risorgimento italiano ‘I traditori‘ e Mario Martone nel film ‘Noi credevamo‘.

E’ stata l’occasione per prendere in esame con un pubblico di giovani liceali e universitari non tanto i 150 anni dell‘unità d’Italia, ma dall‘unità d’Italia, il processo animato non soltanto da quei ragazzi che hanno fatto l’Italia, da giovani intellettuali, da combattenti attivi nella lotta clandestina, pieni di passioni civili, speranze e attese, ma anche da donne impegnate nella raccolta di fondi e nell’animazione del dialogo politico, dalle sorelle d’Italia che in un momento di carneficina allestivano ospedali improvvisati nelle proprie ville.

Molto apprezzata dal pubblico la relazione del professor Luca Toccaceli, docente presso la Facoltà di Sociologia presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, ‘Garibaldi blues: il Risorgimento e l’epopea dei Mille nelle canzoni popolari italiane’: una ricognizione del Risorgimento in musica, attraverso sogni, speranze e passioni affidate non soltanto all’opera lirica, ma anche alle canzoni popolari. L’excursus storico e di analisi testuale prende avvio dalla più popolare e gentile canzone delle guerre di Indipendenza ‘Addio mia bella addio’ (2) e dalla coeva ‘La bandiera dei tre colori’, precedute da ‘Il canto degli italiani’, ove già nel 1847 risuona il verso Evviva l’Italia. L’Italia s’è desta. Le strofe de ‘La bella Gigogin’ vengono cantate per la prima volta nel 1858 al teatro Carcano di Milano, riscuotendo un successo strepitoso e duraturo: accompagneranno anche i garibaldini nella spedizione dei Mille. Un anno dopo, in ‘Noi siamo cacciatori delle Alpi’, si alza il grido Savoia! Savoia! Si vinca e poi si muoia/ finchè l’Italia unita non sarà.

Con ‘Garibaldina’ e ‘Inno a Garibaldi negli anni Sessanta dell’Ottocento’ l’epopea dei Mille inneggia alla cacciata dello straniero – Va’ fuori d’Italia! Va’ fuori stranier – e apre la celebrazione della figura dell’eroe, nella fantasia popolare condottiero invincibile, rivoluzionario laico e precursore del socialismo, protagonista di numerose canzoni: dalla ben nota ‘Garibaldi fu ferito’ al meno conosciuto inno della terra dei picciotti siciliani, ‘Che beddu Garibaddu’.

La produzione di composizioni musicali dedicate a Garibaldi prosegue anche nel secolo breve e negli anni a noi più vicini, spesso con un taglio ironico e irriverente: ‘Garibaldi blues’ di Bruno Lauzi (3), ‘Garibaldi innamorato’ di Sergio Caputo, ‘E’ tornato Garibaldi’ degli Statuto (in piena inchiesta Mani pulite) e ‘Pimpami la storia’ di Caparezza, per citarne soltanto alcune. Ultimo, al momento, l’intervento musicale ‘In generale’, che racconta la crisi di Garibaldi, presentato dalla band Elio e le Storie Tese a ‘Parla con me’ su Rai Tre per omaggiare i 150 anni dell’unificazione italiana (4). 150 anni di canto popolare, un’eredità musicale che ha anche un evidente interesse storico.

Rita Bramante

 (1) http://www.milanodaleggere.it/

(2) http://it.dilandau.eu/scaricare_musica/addio-mia-bella-addio—luca-barbarossa-1.html

(3) http://www.youtube.com/watch?v=wzL7Zi04JSQ

(4) http://tv.repubblica.it/cronaca/elio-e-la-canzone-su-garibaldi/47027?video

 



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