8 marzo 2011

LISTE E CANDIDATI. PIÙ RIDICOLO CHE DRAMMATICO


Dalle ore 8 del 15 aprile e fino alle ore 12 di sabato 16 si possono presentare le candidature a sindaco e le liste per le prossime elezioni. Ogni lista dovrà essere composta da un minimo di 32 candidati, la presentazione dovrà essere fatta da un numero di elettori tra i 1000 e i 1500, le firme dei presentatori vanno apposte su un modulo che contiene tutti i candidati secondo un ordine stabilito. Le firme dei sottoscrittori, elettori del comune, devono essere autenticate e corredate dal certificato elettorale. Ogni lista dovrà presentare tra gli altri documenti quelli dei candidati, l’accettazione di apparentamento da parte del candidato sindaco (che peraltro può anche ritirarla) i budget di previsione di spesa.

25 sono le liste al momento presentande, quindi avremo circa 25.000 / 37.000 sottoscrittori e un migliaio di candidati, considerato che nel 2006 gli elettori furono 609.000 abbiamo all’incirca un sottoscrittore ogni 20 elettori. Nelle nove zone considerando 30 candidati e 10 liste per zona (sono ottimista) abbiamo altri 3.000 candidati e servono da 200 a 800 firme per lista. Per la raccolta delle sottoscrizioni e la presentazione delle liste si applicano le stesse disposizioni per l’elezione del Consiglio Comunale.

12 liste presentatesi alle ultime comunali ottennero meno di 1.000 voti cioè a dire non furono sicuramente votate nemmeno dai sottoscrittori (nelle elezioni precedenti nessuna, solo 3 liste nel 1997); un numero congruo di candidati non prese nemmeno un voto di preferenza e considerando la somma delle preferenze espresse per lista in alcuni casi solo un sottoscrittore ogni 40 / 50 ha dato la preferenza, il che per liste che hanno preso poche voti è palesemente assurdo. Lo stesso è avvenuto per molte liste nelle zone.

Nella zona 6 ad esempio su 15 liste presentate per un totale di 550 candidati, uno ogni 140 voti validi, 194 candidati il 35% hanno preso la bellezza di un voto o meno (cioè zero); parametrando sulla città dove i candidati nelle zone erano all’incirca 4.000 (dove solo una decina hanno superato i 500 voti) almeno 1.400 hanno al massimo dello sforzo ottenuto… il loro voto; in molti casi la somma delle preferenze non raggiunge minimamente il numero dei sottoscrittori, come a dire che avevano firmato in zona una lista nella quale non conoscevano nessuno. Alle ultime elezioni tutti i candidati a sindaco eccetto Ferrante e Moratti, hanno preso meno di 1.500 voti e quattro meno di mille. Anche al più comprensivo dei lettori viene il dubbio che alcune firme siano tarocche. Le denunce di presunti brogli negli anni si contano a centinaia in tutta Italia, abbastanza equamente divise tra centro destra e centro sinistra con una casistica divertente anche senza la Minetti.

Basti ricordare a Milano il caso dei dipietristi che autenticavano le firme della Mussolini (ma il fenomeno fu ulivista e nazionale tant’è che dovette intervenire Fassino per smentire), o a Bergamo dei radicali finiti sotto inchiesta insieme ai loro più acerrimi nemici, o a Mantova dove il responsabile dell’ufficio elettorale del comune trova la propria famiglia tra i sostenitori di un minuscolo gruppo e dove una lista di sinistra avrebbe raccolto firme per un candidato a sindaco ma le avrebbe utilizzate per un altro, o a Como dove oltre a sottoscrittori deceduti una lista presentò 980 firme autenticate da un cancelliere che non è mai esistito, o a Cremona dove un noto partigiano risultava sottoscrittore dell’estrema destra. Vi è poi chi ha firmato per più liste, chi ha usato nomi famosi come quello dell’ignara Luciana Littizzetto, chi ha arruolato minorenni, chi ha presentato una lista non solo con firme false ma anche candidati falsi (pirandelliano!) e sono innumerevoli le polemiche interne alle liste sulla modifica della composizione o dell’ordine di presentazione.

Quasi nessuna di queste denunce ha mai portato a nuove elezioni, semmai alla pratica depenalizzazione del reato tanto più che il giorno dopo le elezioni sono ben pochi gli eletti anche della più feroce minoranza che vogliono tornare al voto. Considerando tutti gli adempimenti necessari alla presentazione delle liste possiamo considerare certe fin da ora un certo numero di violazioni; forse l’unico modo per impedire questa ridicola sagra dell’ipocrisia è quello usato in alcuni paesi dove si paga una cauzione che viene persa se la lista non raggiunge un risultato minimo.

Poiché con le vigenti legge questo non è possibile è meglio rassegnarsi. In fondo il risultato elettorale che conta non viene quasi mai falsato, per nostra fortuna siamo lontani dalla denuncia che fece Matteotti il 30 maggio 1924 (fu rapito dieci giorni dopo): “L’elezione secondo noi è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni” oggi al massimo vi sono migliaia di candidati che fanno una figura ridicola; del resto diceva il poeta “Le persone non sono ridicole se non quando vogliono parere o essere ciò che non sono”. E nelle elezioni il numero di quelli vogliono essere ciò che non sono è altissimo.

Walter Marossi

 



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