8 marzo 2011

PISAPIA AL GRATOSOGLIO


«Bilanci partecipati in ogni zona, con risorse da destinare su obiettivi stabiliti dai cittadini». È questa una delle idee forti che il candidato sindaco Giuliano Pisapia ha illustrato il 3 marzo scorso, in un incontro pubblico al Cam di via Saponaro 30 al Gratosoglio, a cui hanno partecipato circa 150 persone. Il tema della serata è stato l’edilizia pubblica, in particolare il Contratto di Quartiere, che qui, territorio di case Aler, si trascina da anni nella parte a nord. Mentre in quella a sud, verso i confini con Rozzano, non è mai partito, nonostante il comitato di quartiere l’abbia più volte chiesto, viste le condizioni di estremo degrado.

«I problemi di Gratosoglio – ha spiegato Pisapia, dopo aver ascoltato le numerose lamentele dei cittadini – sono molto simili a quelli delle altre periferie milanesi. Per affrontarli bisogna cambiare il modo di governare la città». La ricetta del candidato sindaco si basa soprattutto sulla trasformazione dei consigli di zona in municipalità. Soggetti con un proprio bilancio e autonomia di spesa, in grado di intervenire velocemente e con cognizione sui tanti problemi delle periferie: dalle buche nelle strade, alla sicurezza, dagli edifici pubblici alle attività sportive e culturali. Esattamente il contrario di quello che succede oggi, che le decisioni sono prese tutte a Palazzo Marino e i Consigli di Zona hanno poco più che una funzione di rappresentanza.

Accanto al nuovo modello di decentramento Pisapia ha parlato di edilizia pubblica, lavoro e cultura, considerati veri e propri volani per un rilancio delle periferie. Secondo il candidato “gentile” bisogna rivoluzionare il modo di gestire il patrimonio immobiliare pubblico, attualmente una immensa risorsa abbandonata a se stessa, con migliaia di case sfitte e di inquilini abusivi. Così come non è tollerabile che non si trovino le risorse necessarie per le manutenzioni ordinarie e straordinarie dei palazzi. Affermazione questa che ha suscitato l’approvazione convinta degli abitanti della case Aler del Gratosoglio presenti – il quartiere conta circa 4.500 appartamenti al netto delle vendite effettuate negli anni scorsi – che il degrado lo vivono sulla propria pelle, visto che, come hanno sottolineato i cittadini, quando piove in decine di appartamenti l’acqua fuoriesce dai soffitti e dai muri.

Anche per il lavoro, fatta la premessa che «si tratta di un tema che va oltre la nostra città» Milano può dare il suo contributo. «I numerosi negozi sfitti delle periferie devono essere dati ad affitto zero ai giovani e donne che hanno idee imprenditoriali, chiedendo in cambio che vengano sistemati, ed erogando, se necessario, anche del microcredito – ha spiegato Pisapia – In questo modo potremmo raggiungere il doppio obiettivo di rivitalizzare le periferie e creare lavoro». Da qui al tema della sicurezza il passo è stato breve, perché la sicurezza, ha spiegato Pisapia, non si raggiunge con il “coprifuoco”, ma aumentando «realmente» vigili e forze dell’ordine nelle strade, con maggiore illuminazione e mezzi pubblici che viaggiano fino tardi, iniziative culturali e sportive, creando centri di incontro e case delle associazioni, in cui i cittadini possono incontrarsi.

E i soldi per fare tutto questo? Ci è venuto da chiedere. «Le risorse ci sono, Milano ha un patrimonio di tre miliardi di euro e ogni anno le partecipate riversano nelle casse del comune di decine di milioni di euro. Certo che se si spendono 50 milioni in consulenze…» ha concluso Pisapia, alludendo alla Moratti.

All’incontro del 3 marzo era presente anche il consigliere comunale Aldo Ugliano (Pd), probabile candidato per il centrosinistra al consiglio di zona 5, che ha rivendicato le battaglie condotte in questi anni per rendere più vivibile la zona e ha annunciato una prossima raccolta firme per chiedere la prima variante al Pgt, che cancelli «Quanto scritto a pagina 303 della relazione generale al Pgt, che prevede, nero su bianco, la trasformazione del capolinea di piazza Abbiategrasso della Mm2 in fermata di una linea di metrotranvia che andrà dalla stazione di San Cristoforo a Rogoredo, con conseguente colate di cemento sulle aree del Parco Sud attraversate dalla nuova linea».

Stefano Ferri

 


 



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