8 marzo 2011

CASA DELLA CULTURA. ANCHE SCUOLA DI POLITICA


La Casa della Cultura ha aperto a settembre la sua “Scuola di cultura politica”. Con un progetto particolarmente impegnativo: nove week end “lunghi” (da venerdì a domenica mattina), ovvero trentasei lezioni e tavole rotonde da ottobre a giugno. Un corso di formazione “classico” quindi, un corso lungo. La valutazione da cui siamo partiti è assai precisa: c’è oggi a Milano, in Lombardia, in Italia un bisogno profondo di cultura e di formazione politica che non trova soddisfazione. Pesano la crisi dei partiti e la chiusura di tanti “luoghi” dove si faceva cultura e politica. Pesa anche un orientamento culturale che mette l’accento su eventi spettacolarizzati, che si accontenta di semplificazioni, che confonde la ricerca e lo studio con banalità e superficialità.

Per fare formazione politica – si è detto in Casa della Cultura – bisogna spezzare questo circolo vizioso, recuperare il gusto del tempo, della lunga durata, rimettere l’accento sull’impegno. Una scelta controcorrente, quindi, tipica della “Casa della Cultura”: in tempi di crisi della politica e di spettacolarizzazione della cultura si può fare cultura politica solo ponendosi in una posizione di relativo distanziamento dagli umori e dalle tendenze prevalenti. I risultati sono stati corrispondenti alle attese: 250 iscritti, di cui il 60% di età inferiore ai trentacinque anni, provenienti da Milano, ma anche dalle altre province della Lombardia, perfino da altre regioni. Il programma è ora in pieno svolgimento e gli iscritti possono avvalersi anche, collegandosi al sito della scuola (www.scuoladiculturapolitica.it), della registrazione di tutte le lezioni, della bibliografia consigliata e della documentazione aggiuntiva.

La partecipazione alle lezioni è mediamente sempre assai alta, superiore a ogni aspettativa, ed è rinforzata dalla richiesta di sempre nuovi gruppi di lavoro. L’impegno prolungato degli iscritti rivela in modo indiscutibile che è scattata una “motivazione” forte: essi si riconoscono nei programmi e nelle modalità di svolgimento delle lezioni. Decisivi, con ogni probabilità, sono due aspetti che caratterizzano la “scuola”. Primo: l’attenzione alla qualità. Cultura politica non significa orecchiamento: non bastano suggestioni alla moda. Cultura politica implica studio e analisi rigorose: serve una selezione degli interlocutori che non lasci adito a dubbi. Nessun cedimento alle mode e alla notorietà mediatica: garanzia invece della qualità scientifica e del prestigio culturale dei docenti.

In secondo luogo la “scuola” è stata pensata con un preciso asse culturale e si attiene rigorosamente a esso. Qui sta con ogni probabilità il punto che distingue più profondamente la “scuola” organizzata in Casa della Cultura da altre operazioni con intenti di formazione politica. In tempi di omologazione culturale, anzi di egemonia politica e ideale della destra, la formazione politica a sinistra deve essere sorretta innanzitutto da sguardo e da spirito critico. Essa deve staccarsi dal pensiero dominante, svincolarsi dai luoghi comuni che affollano il discorso pubblico e l’agenda mediatica, proporsi esplicitamente di ricostruire il linguaggio e tracciare un’altra possibile narrazione. E’ il compito più difficile in una situazione in cui si è persa traccia delle radici e tutto un patrimonio culturale si è disperso. Ma è un passaggio ineludibile per fare oggi formazione politica in modo efficace.

Ferruccio Capelli*

* direttore Casa della Cultura



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