1 marzo 2011

E SE PRIMA ERAVAMO IN QUATTRO …


Troviamo un manifestante solitario in piazza Duomo e gli chiediamo cosa fa lì, tutto solo con lo striscione: Falla FINIta! “Guardi che la manifestazione per la dignità delle donne è già finita”. “Ma non sono qui per questo, il governo se ne deve andare.” “Ah, lei manifesta contro questo governo? E vedo che ha tutto l’occorrente per passare qui la notte”. “Sì, ispirati dai manifestanti in Tunisia e in Egitto, abbiamo deciso di stare in piazza finché il governo non dà le dimissioni. Ho portato anche la benzina per darmi fuoco, per dare inizio alla grande manifestazione. E’ ora di fare capire che facciamo sul serio. Aspetto soltanto gli altri.” “Si vuole dare fuoco? Ma non vedo nessun altro manifestante…” “C’è mia moglie, ma lei lavora e quindi mi raggiunge all’intervallo del pranzo, e torna poi alle sette stasera. Quindi siamo già in due. E servirebbe proprio a questo il mio gesto: italiani svegliatevi!”

“Ma in Egitto hanno coinvolto la gente attraverso internet, c’erano i social network che fungevano da notiziario”. “Di quelli non me ne intendo. Ho una pagina su Facebook ma ci sono già le foto dei figli. E poi cosa saranno mai, i social network? Le grandi rivoluzioni non sono mica fatte con i computer, ma con la gente che va in piazza con le forche e i bastoni. In Russia e in Cina hanno deposto i governi con la forza della voce umana: Berlusconi go home!”

“E se arriva la polizia per portarla via, cosa fa? Si incatena a un palo?”. ” Magari venisse la madama a farmi un po’ di pubblicità. Sarebbero benvenuti, i pulmini della polizia dello stato si trovano a poca distanza, ma sicuramente hanno avuto l’ordine di ignorami. E poi io sono contro la violenza, ho soltanto le posate di plastica.” “E lei con la forchetta di plastica cosa fa?” ” Per ora caccio via i piccioni. Terribili sono, appena vedono che mangi qualcosa, arrivano a decine a disturbarti. Lo fanno apposta, quelli del comune, così non puoi mangiare in pace e quindi te ne vai. Sembrano addestrati per dare fastidio ai dimostranti. Avranno deciso di lasciare i piccioni in piazza Duomo per ostacolare il corso della democrazia. Ma io dico: uno ha diritto di manifestare, sì o no?”

“Ma cosa pensa di ottenere tutto solo?” ” Come le ho detto, siamo già in due. E l’altro giorno eravamo in quattro. Due senzatetto si erano aggregati alla causa perché mia moglie aveva preparato le lasagne. Ma poi se ne sono andati. Io la gente non la capisco… sul marciapiede, nella mia via, c’erano dei paletti per evitare che la gente parcheggiasse la macchina, e la gente li ha tolti già tre volte. Probabilmente li trova scomodi. E io mi chiedo, se sono capaci di fare questo, come mai non sono disposti a liberarsi degli ostacoli che danno davvero fastidio? Come mai questo paese non riesce proprio a svegliarsi?” “E quindi lei vuole mandare un segnale al paese: pensa di riuscirci?” ” In verità no, ma non lo scriva… vede, abbiamo il tempo contro.” “Crede che i giorni che ci separano dalle elezioni regolari siano troppo pochi?” “No, intendevo il tempo a Milano! Per oggi sono previsti rovesci e questo è sempre deleterio per i cortei. Di solito l’afflusso dei manifestanti diminuisce del 50 percento con la pioggia. E se mia moglie non venisse più, non potrei continuare da solo. Quindi, mi do fuoco, oppure me ne andrò anch’io. E mi sa che me ne vado perché la pioggia spegnerebbe le fiamme. E’ stato bello finché è durato: l’atmosfera, sentirsi uniti, parte di un tutto, bello assai, ma purtroppo non abbiamo lo stesso clima dell’Egitto. E’ questa la rovina del nostro paese.”.

Michel Dingenouts



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