22 febbraio 2011

NUTRIRE IL PIANETA CON CADAVERI DI PADERNESI


La macchina variamente connessa a EXPO 2015 significa anche rinnovamento e ampliamento dei sistemi stradali e autostradali esistenti e costruzione di nuove infrastrutture dedicate sempre al trasporto automobilistico. Fra questi progetti, rientrano il discorso Pedemontana, la TEM, la BREBEMI, l’ampliamento della superstrada Milano-Meda a tre corsie per senso di marcia con la relativa trasformazione della statale in “strada extraurbana principale” (quindi con spiccate caratteristiche autostradali), la trasformazione della strada provinciale Rho-Monza in autostrada vera e propria, con ricongiungimento diretto sulla Tangenziale Nord, di cui costituirà il naturale proseguimento. Fin qui uno direbbe: “perfetto, finalmente una botta di rinnovamento”. Di tutto questo, però, si trascura un “piccolo” particolare. Si dimentica che stiamo parlando di un tessuto urbano fittamente popolato e in cui territorio da erodere non ce n’è più. Ma proprio più. In particolare nei comuni del Milanese.

Nel caso specifico del progetto Rho-Monza, società Serravalle e Provincia di Milano, con il silenzio/assenso della Regione Lombardia, hanno portato in pre-selezione di gara d’appalto un progetto che prevede la trasformazione dell’attuale strada provinciale in autostrada (due corsie per senso di marcia + corsia d’emergenza) che, nel Comune di Paderno Dugnano, non sarà solo una riqualifica di un tracciato già esistente, ma comporterà un gigantesco impatto sulle persone residenti, sul territorio, sull’ambiente a trecentosessanta gradi. Secondo i piani, la città di Paderno Dugnano sarà cinta d’assedio a Nord dalla Pedemontana; affettata in direzione Nord-Sud dalla Milano-Meda potenziata e tranciata in direzione Est-Ovest dalla nuova autostrada Rho-Monza.

La realtà odierna di questa città di 50.000 abitanti è una realtà di “convivenza” con il pregresso viabilistico realizzato negli anni ’60 – ’70, cioè la Milano-Meda (attualmente due corsie per senso di marcia). La “convivenza” è una “sopportazione” al limite, per le parametrizzazioni che il PGT prevedrebbe, in molti casi sbilanciate a favore della strada di grande comunicazione, piuttosto che verso la popolazione residente. In termini della qualità dell’aria e dell’inquinamento acustico. In questo contesto già critico, il progetto di Serravalle vorrebbe “letteralmente” infilare in affiancamento all’attuale tracciato della Milano-Meda, la nuova struttura della futura Rho-Monza, rubando una striscia di territorio larga una cinquantina di metri alla zona di rispetto della MI-Meda e avvicinandosi di cinquanta metri a una serie di palazzi, portandosi a non più di dieci metri dalle finestre! Ecco perchè io dico sempre che “nello spazio fisico dove ora ci sono quattro nastri d’asfalto autostradali il futuro ce ne riserva 14”, aumentando il transito autostradale di un fattore tre, gli inquinanti mortali, e il rumore si impenna – dati di simulazione di progetto Serravalle alla mano – di una decina di decibel, mentre le opere di mitigazione previste, non riescono neanche a recuperarne un paio…

Questo progetto prevede di costruire un viadotto di poco più di un chilometro, alto come un palazzo di quattro piani (su cui alloggiare la struttura autostradale di cui sopra) e un ponte a scavalco della MI-Meda lungo 250 mt. con campata unica di 80 mt., tagliando in due la zona sud di Paderno, con problemi irrisolti anche rispetto alla prossimità di un centro pediatrico eccellenza della Regione Lombardia, di una scuola elementare e di un centro diurno per anziani. Serravalle darebbe l’assalto a una intera zona residenziale, il cui impatto diretto sugli abitanti, dati di anagrafe alla mano, si aggira su circa 8.000 persone. L’unicità di questa situazione espositiva agli agenti inquinanti del traffico veicolare è testimoniata dal fatto che il nostro caso viene studiato da un gruppo di ricercatori dell’Istituto dei tumori di Milano, capitanati dal dott. P. Crosignani.

Le amministrazioni comunali di Paderno Dugnano hanno espresso la loro riprovazione a questo progetto ed hanno sempre sostenuto che l’opera andava fatta pensando all’interramento di quel nuovo chilometro di autostrada, in quanto la salute della gente, la vivibilità dell’ambiente e la qualità della vita non possono essere subordinati a mere esigenze di budget monetario, anche perché – dico io -, se il motto dell’EXPO è “ecosostenibilità ed energia per la vita”, non si capisce perchè noi residenti di Paderno Dugnano dobbiamo morire asfissiati o con un bel tumore al polmone e vedere tutti gli sforzi che abbiamo fatto in questi anni per assicurare un futuro migliore ai nostri figli andare in fumo, compreso il valore delle nostre case, pagate con mutui decennali.

Provincia di Milano e Serravalle hanno sempre osteggiato l’ipotesi dell’interramento, così le associazioni ambientaliste e il comitato cittadino spontaneo CCIRM – Comitato dei Cittadini per l’Interramento della Rho-Monza – da tre anni cercano di sensibilizzare la città e le istituzioni sulla necessità che il transito autostradale della Rho-Monza avvenga in sotterranea, nell’attraversamento della città. Dopo alterne vicende che ci hanno visto anche al tavolo tecnico della progettazione del tunnel, la macchina burocratica ha mandato avanti il mefitico progetto preliminare originario. I cittadini si sono appellati a tutti, fino al parlamento di Strasburgo, al Presidente Napolitano, ai parlamentari italiani, alle autorità religiose, ma, fino ad ora, nulla è riuscito a far cambiare decisione alla coppia Podestà & De Nicola, in Provincia di Milano, neppure un censimento dei minori fatto volontariamente dai cittadini, che ha accertato che saranno un migliaio i minori costretti a convivere col PM10 e tutti gli altri veleni. Il livello dello scontro ha già raggiunto una prima fase di TAR da parte dell’amministrazione padernese, cui seguiranno a ruota anche le azioni dei cittadini.

Noi non ci fermeremo e chiediamo che si trovino i fondi necessari: dalla politica dei pedaggi, da quella della durata delle concessioni a Serravalle e, se necessario, anche da EXPO stessa o da Roma. Ulteriori informazioni (anche tecniche) sono tutte sul nostro sito (www.padernesi.com) dedicato alla questione Rho-Monza

Le motivazioni del comitato affinchè questo progetto vada rivisto radicalmente sono in sintesi: 1) preoccupazione assoluta sulla qualità dell’aria (la stima di transito è di 200.000 / 220.000 veicoli / giorno, nello stesso spazio fisico attuale); 2) preoccupazione altrettanto grave per il lievitare dell’inquinamento acustico; 3) preoccupazione sulla sicurezza (non) offerta a chi risiederà a dieci metri del tracciato autostradale, dove la velocità di transito sul progetto è 120 Km/h; 4) erosione sensibile, di territorio a verde; 5) significativa riduzione del parco del Seveso; 6) impatto visivo e architettonico delle nuove infrasttrutture; 7) degradamento dell’ambiente e del tessuto sociale; 8.) perdita consistente di valore delle case dei residenti

La progettualità che ci vogliono imporre è una concezione vecchia degli anni ’50 e ’60, pagata a caro prezzo. Tutti i progetti autostradali in ambito urbano del mondo civile (da Madrid a Boston, dove, fra l’altro lavora un nostro cittadino padernese come capocantiere!) smontano i viadotti e i cavalcavia per realizzare nuove strutture sotterranee e ricucire il tessuto urbano: da noi si realizzerà l’anti-storia! In sostanza, Paderno Dugnano ce l’ha già un’autostrada attaccata alle case: è la Milano-Meda. Per quanto detto prima non esistono alternative all’interramento della Rho-Monza. E’ necessario pensare agli interventi viabilistici su Milano-Meda e Rho-Monza in modo unitario, senza commettere l’errore che l’uno non c’entri nulla con l’altro. Bisogna rendersi conto che una modifica viabilistica di questo tipo deve essere pensata in interramento, per non gravare in modo insostenibile su popolazioni ed ambiente. La salute non ha prezzo!!

 

Ferruccio Porati

 

                
 



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