16 febbraio 2011

Colombi




 

 

Piero Colombi, di cui si celebra sabato 19 febbraio a Palazzo Marino il cinquantenario della scomparsa, non è stato soltanto il fondatore del “24 Ore”, poi fuso con “Il Sole” per dare origine all’attuale “Il Sole 24 Ore”, ma anche uno dei commissari che il CLNAI designò alla testa di alcune società del Nord Italia per epurare i capi che si erano più compromessi col fascismo e in particolare con la Repubblica Sociale. La società cui fu designato, pochi giorni dopo il 25 aprile, fu la SAFFA, la nota fabbrica di fiammiferi di Magenta (Milano). Colombi svolse egregiamente il suo compito e consegnò l’azienda, ormai normalizzata, al CdA che si riunì otto mesi dopo. Fu un periodo di grandi speranze e nelle fabbriche si respirava aria di “consigli di gestione”, intesi come consigli di partecipazione alla tedesca, come diremmo oggi. Colombi fu forse antesignano di quello che oggi definiamo un “Amministratore indipendente”, non legato alla proprietà. Aveva anticipato di più di 50 anni quello che trova oggi attuazione nelle società quotate italiane.

Franco Morganti

 

 

Testimonianza di Enrico Colombi

STORIA DELLA SASIP – una piccola società molto speciale che ha contribuito alla nascita del 24 ORE

In occasione della celebrazione del cinquantenario della scomparsa di nostro padre mi pare importante raccontare la storia della SASIP che ha rappresentato un pilastro essenziale per la realizzazione e la vita del 24 Ore. S.A.S.I.P. è l’acronimo di Società Anonima Servizi Informazioni e Pubblicità. La società è stata costituita nel 1932 a Milano da Piero Colombi insieme al suo amico Mario Segre, costretto poi a rifugiarsi in Argentina a seguito delle famigerate “leggi razziali” del 1939 (cfr. “Taccuino di un azionista” di E.C. – Ed. Il Ponte, Firenze, 2002 – cap. “Gli amici israeliti“, pag.22).

Le prime pubblicazioni Sasip furono “Il Bollettino delle Aste giudiziarie”, nato dalla collaborazione col Primo Presidente della Corte d’Appello di Milano, Pietro Alberici, che voleva dare pubblicità alle aste giudiziarie per moralizzarle e il quindicinale “Obbligazioni Italiane” dedicato ai risparmiatori in “reddito fisso”. Entrambe le pubblicazioni furono ideate e dirette da Piero Colombi che anticipava così la sua aspirazione editoriale realizzatasi più pienamente nel 1946 con la fondazione di 24 Ore. Ho un nitido ricordo d’infanzia dell’ufficio Sasip in via Crocefisso 6 a Milano, una stretta via che collega Corso Italia con piazza della Vetra, appena all’interno della cerchia dei Navigli. Era un bilocale a piano terra che dava su un giardinetto racchiuso tra alte mura abbellite da una pittura trompe-l’oeil raffigurante piante e fiori che mancavano al giardino. Fu completamente distrutto da una bomba incendiaria in uno dei grandi bombardamenti di Milano dell’estate ’43.

Nel 1935 la Sasip realizzò la 1a edizione de “Il Taccuino dell’Azionista” la cui idea era nata dalla scoperta di schede informative finanziarie (Notices), sulle società quotate francesi che aveva visto in occasione di un suo breve soggiorno a Parigi alla fine degli anni ’20. Ne ebbi una conferma postuma alquanto straordinaria negli anni ’70 quando avevo spesso l’occasione di recarmi a Parigi per le riunioni del CdA dell’EFFAS, la federazione delle associazioni europee di analisti finanziari in cui per vent’anni ho rappresentato l’AIAF. In quelle occasioni entrai in contatto con una società di documentazione e studi finanziari e borsistici, la S.E.F.- Société Economique Financière, che si configurava come la nostra Sasip, in più grande, e che produceva delle pubblicazioni e delle “notices” sulle ben più numerose società quotate francesi. Molto probabilmente quelle stesse che aveva scoperto papà trent’anni prima. Fu più che ovvio per noi stringere un accordo con la SEF per la vendita in Italia di un servizio in abbonamento destinato agli investitori istituzionali: le “Informations Internationales”, costituite da 500 “notices” in francese sulle principali società quotate in Europa. L’accordo prevedeva che le schede delle società italiane (solo una decina) venissero prodotte dalla SASIP. La rapida evoluzione della SEF, precedette di una decina d’anni quella analoga della SASIP. Infatti la DAFSA (Société de Documentation et d’Analyses Financières) creata nel ’59 da un gruppo di 7 banche private alle quali successivamente si erano uniti numerosi istituti pubblici e privati rappresentanti di fatto l’intero mondo finanziario francese, incorporò la SEF, così come nel 1986 Databank incorporò la Sasip.

Fin dagli esordi della sua attività editoriale nel settore dell’informazione finanziaria, nostro padre conobbe e fu molto apprezzato dai due grandi banchieri italiani, Raffaele Mattioli, presidente della Banca Commerciale Italiana e Bonaldo Stringher, presidente del Credito Italiano. Entrambi nel corso degli anni lo incoraggiarono e lo aiutarono indirettamente a sviluppare le sue iniziative commissionando specifiche pubblicazioni Sasip per i due maggiori Istituti. Collaborazioni, queste che continuarono negli anni anche dopo il “passaggio del testimone” ai figli.

Dopo la laurea in Ingegneria nel 1925, papà divenne procuratore di un agente di cambio della Borsa di Milano che all’inizio degli anni ’30 forniva la cronaca di borsa al Corriere e che gli trasmise l’incarico. Tale collaborazione proseguì ininterrotta attraverso gli eventi di guerra. Dopo l’8 settembre ’43, Piero Colombi entrò a far parte del CLN clandestino del giornale insieme a Ferruccio Lanfranchi (Capocronista) e Giulio Alonzi (vice direttore dopo la Liberazione) per poi riprendere l’incarico professionale alla luce del sole dopo il 25 aprile 1945.

La linea dei servizi borsa e finanza della Sasip si sviluppò sempre di più negli anni seguenti, specie con la nascita del 24Ore, divenendo una colonna portante ed essenziale tra le attività della società.

Fu proprio a partire dal ’46 che la Sasip divenne fornitrice unica e ufficiale dei servizi Borsa e Finanza del 24Ore. Nella fattispecie, il commento quotidiano di borsa e la “Lettera al Risparmiatore”, pungente corsivo settimanale del Direttore su fatti finanziari. Ricordo fra i tanti quello intitolato in milanese “Ofelé fa el tò mesté” (pasticciere fa il tuo mestiere) rivolto al Presidente della Motta, Alberto Ferrante, nonostante che fosse un caro amico e uno degli imprenditori che contribuirono a finanziare la nascita del giornale. Per non parlare dell’editoriale contro il suo amico ministro Roberto Tremelloni, intitolato “Tremellonate” che gli costò un processo caduto in prescrizione con la sua morte. Piero Colombi aveva un grande spirito di indipendenza per mantenere il quale si è sempre strenuamente battuto.

C’era poi la “Posta del Risparmiatore”, rubrica di consigli agli investitori praticamente quotidiana da lui tenuta personalmente fino al letto di morte (successivamente ripresa da me e mio fratello Carlo). Tutti questi servizi venivano fatti da lui personalmente e firmati “S.”, per Sasip. Con estrema modestia non volle mai personalizzarli come si suole fare oggigiorno.

Per contro, le cronache relative alle assemblee e alle operazioni sul capitale delle società quotate erano svolte dal personale Sasip.

Quanto agli altri commenti quotidiani di borsa, al servizio per il Corriere, dopo la Liberazione, si aggiunsero quelli per Corriere d’Informazione, Corriere Lombardo e Gazzetta del Popolo, di cui era sempre titolare Piero Colombi (iscrittosi all’Albo dei giornalisti, come pubblicista) ma in realtà venivano svolti sempre più dal giovane Emilio Moar con la collaborazione “letteraria” della più anziana Elsa Mombelli, segretaria storica di mio padre divenuta man mano segretaria redazionale di tali servizi. In effetti si trattava di un lavoro di agenzia stampa specializzata in borsa e finanza e, nel contempo, personalizzata per ciascun giornale. Fu così che Moar, da originario “ragazzo di bottega”, divenne redattore dei servizi di borsa per i giornali, al mattino e, al pomeriggio, compilatore del Taccuino dell’azionista e delle altre pubblicazioni di documentazione finanziaria realizzate per le grandi banche con l’ausilio alcuni impiegati d’ordine. Nel 1960 Moar raccolse anche il testimone della “Lettera al Risparmiatore” pubblicata dal Sole 24 Ore ogni domenica e continuò a farla puntualmente fino alla sua scomparsa nel novembre del 1991.

 

P. S. ─ Dopo la prematura scomparsa di nostro padre, mio fratello Carlo ed io abbiamo ripreso e sviluppato l’attività della Sasip, ma fummo costretti a cedere alla Confindustria la quota del 48% del 24 Ore che avevamo ereditato.

Nel 1986 cedemmo il ramo d’azienda “edizioni, studi e servizi di borsa e finanza per i giornali” a Databank dove fu creata la “Divisione Sasip – mercato mobiliare” della quale ci fu affidata la direzione fino all’inizio degli anni ’90, quando venne ceduta al Gruppo Il Sole 24 Ore.

La Sasip, che aveva cambiato nome in “Colombi C & E”, sviluppò l’attività di agenzia di pubblicità e comunicazione e finanziaria che svolge tuttora sotto la direzione di Emanuele, figlio di Carlo.

Il testimone lasciato da Piero Colombi è dunque passato, almeno in parte, alla terza generazione.


 



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