15 febbraio 2011

RCA E PISAPIA. CHE CI AZZECCA


In relazione al dibattito in corso sul tema del “caro-polizze”, che ha visto un confronto serrato tra istituzioni e associazioni dei consumatori, è chiaro che non è stato affrontato un tema cruciale, riconducibile al sistema paese nel suo complesso e dunque alle esigenze di una politica lungimirante, non più fossilizzata su misure di breve termine. Il problema di fondo risiede nell’arretratezza del nostro sistema infrastrutturale e in una politica dei trasporti inadeguata alle esigenze di un paese moderno. Se si prende la vicina Francia quale termine di paragone, paese più volte citato nel dibattito in corso, ci si rende facilmente conto del gap che ci separa dai paesi più avanzati. In Francia la rete stradale è di 1.005.943 km, contro in 175.430 km del nostro paese (2005). Al tempo stesso in Italia circolano 35.297.000 di automobili, contro i 31.002.000 della Francia, pari, rispettivamente, a 597 e 504 auto per ogni mille abitanti (2006). Il conto è presto fatto: in Italia ci sono 201 auto ogni km, rispetto alle 30 della Francia. (Eurostat, Panorama of Transport 2009).

Una tale congestione stradale finisce per aumentare notevolmente il rischio di incidenti. Le cifre parlano chiaro. In Italia ci sono 43,5 milioni di veicoli assicurati e 3,7 milioni di sinistri, mentre in Francia i veicoli assicurati sono 39,4 milioni, i sinistri 1,7 milioni (Ania, dati 2008). Inoltre in Francia esiste una rete ferroviaria di 29.286 km, pari a 47 km ogni 100.000 abitanti, quasi il doppio rispetto ai 16.545 km dell’Italia, ovvero 28 km ogni 100.000 abitanti (2005). E’ evidente che la situazione sconta decenni di immobilismo, ma anche oggi non si vede una chiara assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni, che continuano a inseguire aggiustamenti di corto respiro.

La RCA in un grande sistema urbano come Milano può essere una grande opportunità. La Pubblica Amministrazione agisce sulla viabilità e sul traffico, determina un pezzo del rischio. Gli assicuratori sono interessati alla buona manutenzione e alla prevenzione degli incidenti. Pertanto possono collaborare. L’intervento dell’amministratore pubblico, fatto in modo concordato, ha la possibilità di dar luogo a una attesa riduzione dei sinistri in città (si individuano i nodi di crisi: per esempio i passaggi pedonali, i viali a veloce percorrenza, i semafori, ecc) e quindi a una diminuzione delle tariffe. Gli assicuratori potrebbero essere così convinti a voler investire insieme alla PA. Ci si può impegnare sul comportamento di guida dei giovani. Questo discorso è possibile allargarlo ai furti, agli atti vandalici e persino agli eventi atmosferici, pensiamo solo ai danni causati dal Seveso. Ma forse è bene rimanere con i piedi per terra e rimanere alla RCA. Comunque questo non è niente di nuovo, in Inghilterra è da più di 20 anni che nei programmi elettorali alle amministrative si mette l’ottenimento di una riduzione delle tariffe RCA in cambio di migliori infrastrutture.

Ecco lo slogan: Proposta di un patto per la prevenzione con riduzione delle tariffe RCA a Milano.

In questo momento in cui anche operatori del settore come gli agenti di assicurazione si stanno mobilitando con una raccolta di firme per presentare una petizione da sottoporre al Presidente della camera contro l’aumento sproporzionato della RCA, nel più totale disinteresse dei politici nazionali, un’attenzione di chi vuol governare il territorio e in speciale modo città come Milano è fondamentale per capire i problemi dei cittadini elettori che ogni giorno, soprattutto se anziani o neopatentati, vedono i loro costi assicurativi salire vertiginosamente.

Inoltre le assicurazioni in questa città sono anche: Citylife, Antitrust, i conflitti d’interesse vari, compresi quelli della Sindaca. A proposito di quest’ultimo aspetto: il Ministro Romani è intervenuto contro gli aumenti delle tariffe in maniera più dura del solito. In un primo momento siamo rimasti stupiti, poi l’arcano si è chiarito: Mediolanun la Compagnia del Premier non esercita più il ramo RCA avendolo ceduto a un’altra impresa. Migliore prova di come senza conflitti si possano prendere posizioni nell’interesse dei cittadini. Ha stupito il silenzio dell’opposizione, a meno che il conflitto d’interesse qui ce l’abbia il Centrosinistra.

Massimo Cingolani

 

 

 



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