8 febbraio 2011

CIVILIZZARE I PARTERRES


Milano è una città con molti viali alberati – più che giardini – dovuti a Cesare Beruto che da diligente ingegnere comunale prima di redigere il Piano Regolatore di Milano (1884 – 1889) è stato due anni a studiare a Parigi. A lui dobbiamo la terza circonvallazione, quella dei “viali delle Regioni”, le vie Morgagni e Benedetto Marcello entrambe larghe e alberate, simmetriche a Buenos Aires, che pure era alberato con due sequenze di pioppi. I viali milanesi sono più “Ramblas” alla spagnola che “boulevard” alla francese, perché hanno il grande parterre centrale tra due filari, dedicato al passeggio, ma allora non c’erano le auto. Con la motorizzazione le aiuole centrali sono diventate un parcheggio sempre più selvaggio, con due o tre file di auto, l’asfalto con buchi, e, approfittando del disordine, anche qualche cassonetto, auto e moto abbandonate, come nei viali Umbria, Abruzzi, Marche, Jenner… dove non passa il filobus. Oltre la circonvallazione la situazione è ancor peggio in via Pacini, in via Pisanello, per fare solo due esempi.

E’ un altro dei casi del degrado urbano: dell’inerzia nel gestire gli spazi della città pubblica o della distrazione di fronte a situazioni che sembrano ormai consolidate perchè ogni giorno le vediamo, o forse si ritiene il problema minore anche se la città negli ultimi anni si è impegnata molto nel settore del verde pubblico. Bisogna aggiungere la pericolosità delle auto mal parcheggiate che sporgono verso il viale e di quelle che salgono e scendono di lato. Degrado, disordine, pericolo, auto attaccate agli alberi, tronchi neri dall’inquinamento: è il lato B della città dell’Expo. A Milano si è sistemato un tratto di viale Brianza e metà di viale Aretusa, chissà perché solo due tronchi e solo lì.

A Parigi, (e non solo), avevano lo stesso problema: ebbene le aiuole centrali di alcuni boulevard sono state trasformate in parcheggi civili, con ingresso e uscita con tessera e sbarra sulle due testate, posti numerati, cordoli alti che impediscono l’ingresso dai lati, alberi rispettati e non con le auto che si accavallano sulle radici. Parcheggi riservati ad abbonati – residenti o impiegati in zona – che per un posto pagano due euro a settimana, cinquanta centesimi al giorno, o cento euro all’anno e altri posti disponibili per utenti di passaggio, sempre a cinquanta centesimi. Tariffe molto economiche, quindi parterre pieni, ordinati e ben tenuti. Il tutto come si dice in Francia “civilizzato” cioè messo dalla parte del “civis”, del cittadino, che viene prima dei suoi mezzi meccanici (auto).

Applichiamo il progetto a un viale qualsiasi di Milano, fatta la sistemazione (cordoli, sbarre, pavimentazione) l’incasso, con le tariffe parigine, sarebbe dai cinquanta a settanta mila euro anno per viale, importo sicuramente modesto per la città, quindi da assegnare, a mio giudizio, al consiglio di zona, con due impegni: la manutenzione (10%) e il resto per mettere a dimora alberi in zona, implementando giardini e aiuole, o “civilizzando” qualche strada o più in genere per la qualità dell’abitare. Una disponibilità economica che darebbe un potere reale e operativo alle municipalità di zona, che dispongono di un bilancio altrimenti esiguo e non finalizzato a interventi operativi. Magari con appalti sotto soglia che permettono di evitare la burocrazia delle procedure.

Interventi negli spazi minuti della città che sono fondamentali per migliorare il tessuto edilizio consolidato e che i residenti e (spero) i consiglieri di zona sanno dove fare. Nota finale: ho parlato dei parterres dei viali ma evidentemente il principio si può applicare anche agli spazi sotto i cavalcavia e i viadotti, e a tutte le aree civiche occupate da parcheggi selvaggi.

Paolo Favole



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