1 febbraio 2011

cinema


IL DISCORSO DEL RE
di Tom Hooper [The King’s Speech, UK, Australia, USA, 2010, 111′]
con: Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter, Guy Pearce, Michael Gambon, Timothy Spall

Il Principe Albert (Colin Firth, bravissimo) – Bertie, per pochi intimi – soffre di una grave forma di balbuzie che gli rende impossibile la vita pubblica. Ma è Lionel Logue (Geoffrey Rush), suo logopedista, a comprendere il vero problema di Bertie: «ha paura della sua ombra». Il discorso del Re [The King’s Speech, UK, Australia, USA, 2010, 111′], di Tom Hooper, è ambientato nella Londra regale degli anni subito precedenti alla Seconda Guerra Mondiale. La radio, in questi anni, è il mezzo di comunicazione trait d’union tra sovranità e popolo: il filo invisibile di collegamento tra un leader e la sua nazione. Forse non ha la forza dirompente che avrà la televisione da lì a qualche anno, ma per un balbuziente rimane un incubo da superare. In modo particolare se l’uomo è destinato a diventare Giorgio VI d’Inghilterra. Per Bertie, futuro Re, quel “filo di collegamento” è singhiozzante. Al cospetto del microfono viene desacralizzato: perde l’aura di venerabilità necessaria a un sovrano. Trema e si sente inadatto. Davanti al popolo non ha una voce. Il microfono è l’antagonista nel film: inquadrato sempre in modo maestoso, quasi come se fosse un boia che condanna Bertie alla pubblica umiliazione.

Tom Hooper porta la macchina da presa dietro le quinte. O, meglio, si mette in quello spazio intermedio in cui sfera pubblica e privata si confondono. Scopriamo le debolezze di un uomo, le sue paure. Bertie è ossessionato dall’eredità lasciatagli dal padre – Giorgio V (Michael Gambon) – e dal raggiante carisma del fratello (Guy Pearce). Entrambi ottimi oratori, rispondono con abilità agli stilemi della comunicazione radiofonica. Bertie vive oscurato dalla loro imponenza. Ma l’ombra che lo avvolge, in realtà, è dentro di lui: sentimento di scarsità che lo rende insicuro, non all’altezza. Tuttavia, il Principe Albert è determinato a combattere contro i suoi limiti o, quantomeno, ci vuole provare. È disposto a tutto pur di poter reggere con orgoglio l’insostenibile peso della Corona. Lo aiuta Lionel, logopedista dai metodi bizzarri, instaurando con lui un rapporto che presto evolverà in amicizia. Hooper – candidato con questo film a dodici Oscar – guarda con curiosità alla relazione umana che si stabilisce tra il Reale e l’uomo comune: prima lontani per differenze di sangue, poi rispettivamente allievo e insegnante, infine amici. L’amicizia come passione semplice ma imprescindibile.

Il regista gioca – con divertente umorismo inglese – alla costruzione di questo rapporto insolito. All’inizio c’è diffidenza: il Principe fatica ad accettare l’informalità di Lionel; Lionel, dal canto suo, vuole convincerlo che soltanto avendo fiducia riuscirà a superare le incertezze. Si creerà una mutua stima destinata a durare per lungo tempo. Il Principe che diventa Re grazie agli stimoli di una persona qualunque. Ma, Lionel, più che qualunque è “normale”. Di quella normalità bella, umana, trasmessa attraverso la genuinità di un uomo grande. Così anche Bertie, allontanate le ombre, scopre la sua grandezza e trova la sua voce.

 Paolo Schipani

In sala: Apollo SpazioCinema, Eliseo Multisala, Anteo SpazioCinema, UCI Cinemas Bicocca, The Space Cinema Rozzano, Plinius multisala, Gloria multisala, Arcobaleno Filmcenter, UCI Cinemas MilanoFiori, Skyline Multiplex, Ducale Multisala, Le Giraffe Multisala, UCI Cinemas Pioltello, The Space Cinema Le Torri Bianche, UCI Cinemas Lissone, The Space Cinema Cerro Maggiore, Arcadia Bellinzago Lombardo, UCI Cinemas Como, Cinelandia Multiplex Gallarate, Multisala Capitol SpazioCinema, Multisala Movie Planet

 

 

TAMARA DREWE – TRADIMENTI ALL’INGLESE

di Stephen Frears [Gran Bretagna, 2010, 111′]
con: Gemma Arterton, Roger Allam, Bill Camp, Dominic Cooper, Luke Evans
 

Ewedown è il classico paese della campagna inglese. Uno stereotipo. Tutti lo vorrebbero raffigurato sul proprio servizio da tavola di porcellana. Tuttavia, nessuno vorrebbe viverci. I suoi abitanti paiono ingranaggi strettamente avvitati che ripetono il medesimo movimento all’infinito. Le uniche due ragazze leggono riviste di pettegolezzi e tirano uova sui vetri delle rarissime auto di passaggio. La proprietaria della villa, che funge da locanda per aspiranti o presunti scrittori, scandisce le proprie giornate sfornando dolci e cibarie per allietare i propri ospiti.

Perfino Nicholas Hardiment, la personalità del paese, l’autore di romanzi di successo, paragona la propria produzione letteraria al lavoro in fabbrica. Ogni anno esce l’ennesimo, ripetitivo capitolo della sua interminabile epopea poliziesco – investigativa. La vita di questo piccolo paese non è nient’altro che l’agonia che precede l’arresto cardiaco, apparentemente irreversibile fino all’arrivo di Tamara Drewe. Il defibrillatore umano nel corpo di una pin-up. La protagonista della pellicola di Stephen Frears è una giornalista di successo, cura una rubrica seguitissima su una popolare rivista londinese ed è tornata a Ewedown solo per sistemare la fatiscente villa di campagna della famiglia che, dopo la morte della madre, è decisa a vendere. Tutti nel paese la ricordano timida, goffa e con il nasone.

L’operazione di chirurgia estetica non ha solo accorciato il suo profilo di qualche centimetro ma le ha permesso di trasformarsi nella scheggia impazzita che riesce a rivitalizzare gli istinti assopiti o reconditi della rassegnata popolazione locale. Ne scaturiscono tradimenti, ripicche, pettegolezzi, reazioni amorose incontrollate ma soprattutto una numerosa serie di ironia e comicità. Spesso sono fugaci e istantanei suggerendo allo spettatore la provenienza fumettistica della sceneggiatura. Opera della mente e della matita di Posy Simmonds. Il regista è riuscito a mescolare magistralmente tutti gli elementi in suo possesso e a realizzare un frizzante affresco bucolico tra Woody Allen e Hitchcock.

 In sala a Milano: Cinema Eliseo, Cinema Apollo

FRANKESTEIN JUNIOR
di Mel Brooks [USA, 1974, 106′]
con: Gene Wilder, Peter Boyle, Marty Feldman, Teri Garr, Madeleine Kahn

SI PUO’ FARE, avranno gridato con spirito emulativo gli operatori della Nexo digital, prima di iniziare la rimasterizzazione dell’immortale pellicola di Mel Brooks, Frankenstein Junior. A trentasei anni di distanza dalla prima uscita, torna eccezionalmente nelle sale di tutta Italia questo capolavoro inossidabile. Questi cento minuti di condensato di comicità allo stato puro che hanno creato dipendenza in tutti noi appassionati spettatori. È imperdibile l’occasione di ammirarlo sul grande schermo. E che al grido di Frau Blücher, nitriscano i cavalli delle vostre automobili verso i cinema.

In sala a Milano: Odeon, Ducale, Arcobaleno, Uci Certosa, Uci Cinemas Bicocca, Skyline Multiplex

Marco Santarpia

 

Cinefili underground

a cura di Francesco Rizzo

Per i cinefili milanesi, appuntamento d’obbligo questa settimana con la rassegna “Il cinema italiano visto da Milano”, che la Cineteca di viale Vittorio Veneto 2 organizza per la nona stagione. Fino al 6 febbraio, film in anteprima (e non), cortometraggi e documentari, incontri con registi, attori e sceneggiatori, piccole perle come il “cine-quiz” organizzato da Luisa Morandini, figlia d’arte. E’ anche l’occasione per andare alla scoperta del cinema italiano che fatica – e a volte non riesce proprio – a ritagliarsi uno spazio nelle sale di prima visione: la rassegna presenta infatti cinque film in concorso (la premiazione avverrà il 5 febbraio) di registi non ancora arrivati all’attenzione del grande pubblico. Tra gli incontri, aperti a tutti, quello con Silvio Soldini (lunedì 31 gennaio alle 20.30) e quello con Giorgio Diritti e Alba Rohrwacher per la proiezione de L’uomo che verrà (il 1 febbraio alle 21). Il 2 febbraio, invece, alle 21.15, proiezione del film sulla strage di Nassirya Venti sigarette, di Aureliano Amadei, che incontrerà gli spettatori. Ma sullo schermo scorreranno anche le immagini de La pecora nera, di Ascanio Celestini, La passione, di Carlo Mazzacurati e Le quattro volte, di Michelangelo Frammartino.

Per informazioni, http://www.cinetecamilano.it/ oppure http://treninellanotte.splinder.com/

 

 

questa rubrica è a cura di M. Santarpia e P. Schipani

rubriche@arcipelagomilano.org



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti