25 gennaio 2011

PGT: OCCHIO AGLI OSSERVATORI


Se tutto è andato secondo programma, martedì 25 gennaio il Consiglio Comunale ha iniziato a esaminare le controdeduzioni alle quasi 5.000 osservazioni presentate al PGT; lavoro da completarsi come noto entro il 14 febbraio, pena la decadenza del Piano. Alcune note: di tutte le osservazioni presentate, pochissime (poco più del 5%) sono state accolte; per quasi tutte le altre, spesso c’è una solo una valutazione vaga e prestampata (“di stile”, direbbero gli avvocati), che senza entrare nel merito, si limita a rilevarne la difformità da quanto adottato (e ci credo bene! per quale altro motivo si presenterebbe un’osservazione?) e quindi a respingerla; questo anche a fronte di segnalazioni degli evidenti strafalcioni che costellano numerosi il Piano.

Fra le osservazioni accolte, molte verosimilmente sembrano presentate dagli amministratori stessi mediante prestanome (c’è una misteriosa ragazza di Bergamo, ad esempio, che ha visto tutte le sue osservazioni accolte). Sempre fra le osservazioni accolte (quasi tutte peggiorative del testo adottato) fa poi specie quella del Vicario Episcopale che chiede (e ottiene) il calcolo disgiunto della Slp (Superficie lorda di pavimento) dei servizi esistenti e di progetto: in breve (e in difformità dai principi generali, tra gli altri ribaditi dallo stesso PGT, di modalità univoche di calcolo fra Slp esistente e di progetto) in questo modo si potrà facilmente trasformare i servizi esistenti in case private, uffici e negozi, impoverendo la dotazione di servizi cittadini (solo i servizi di proprietà comunale infatti sono stati confermati; tutti gli altri, compresi ospedali, scuole superiori, musei eccetera, domani grazie al nostro prelato potranno sparire). Colpisce questo ruolo immobiliare della Chiesa (ma ci si chiede: lo sa il Cardinale?).

Colpisce poi l’arroganza di chi, come l’Assessore Masseroli, dichiara “o così o niente”. Colpiscono le sue dichiarazioni smaccatamente mendaci secondo cui questo sarebbe “il primo piano regolatore infarcito di sociale”. Colpisce che a chi gli fa notare che non ci sono i soldi per realizzare le metropolitane e le strade che promette, non risponda nel merito, accusando chi gli dimostra gli errori delle sue tabelline di “vecchia mentalità”. Ma colpisce soprattutto la fretta con cui, dopo anni di loro laboriosa e lenta gestazione, l’Assessore e i suoi vogliono adesso chiudere la partita.

Solo venti giorni, sabati e domeniche inclusi, per decidere il futuro della città dei prossimi dieci – vent’anni. Certo, è la legge che è così. Ma ci si chiede che senso abbia una legge regionale che stabilisce i medesimi termini perentori per il PGT di Maccastorna (con tutto rispetto) e di Milano. Non è che è stato fatto apposta proprio per ridurre a vuoto formalismo l’istituto delle osservazioni dei cittadini? Dopo una VAS (Valutazione Ambientale Strategica) fatta in fretta e furia (presentata a fine luglio, ricordiamo, e senza nessuna seria valutazione dei contributi presentati), anche questo istituto di partecipazione – inventato, bisogna ricordare, addirittura dal fascismo: anche le dittature capivano che i piani regolatori dovevano essere condivisi, che tutto è perfezionabile, che i contributi esterni possono essere utili – anche questo verrebbe ridotto a mera seccatura.

Chissà se in Consiglio Regionale ci sono abbastanza “responsabili e volonterosi” (che vanno molto di moda in questi giorni) per correggere questa stortura e consentire un esteso e civile dibattito su un documento tanto importante? Perché se non ci fosse questa possibilità, forse a questo punto è meglio che il 14 febbraio il Piano così com’è non venga approvato.

 

Giuseppe Vasta



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