18 gennaio 2011

UNA RUFFIANA CELEBRE


 

L’ho conosciuta. Era una ditta postribolare. Il suo soprannome era «Zia». Tutti i ghiottoni di donne clandestine e tutte le donne venderecce si compiacevano di chiamarla «Zia». È morta il cinque marzo, alle quattro pomeridiane del 1902, nella sua abitazione carnimoniale di via Disciplini, 4 confortata dalla religione che l’ha assolta delle turpitudini di mercantessa di depravazione. È spirata come una pia donna che avesse dedicata l’esistenza al culto della preghiera. Nella stanza non c’era traccia del mestiere infame ch’ella aveva esercitato in una città di mezzo milione e più di abitanti animalizzati dalle passioni carnascialesche. Continua

Paolo Valera



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