12 gennaio 2011

IL PD, ARMANDO DIAZ E LA L.194


“L’Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell’accanita resistenza dei primi giorni e nell’inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.

Il capo di stato maggiore dell’esercito, il generale Diaz” (1)

“Non a caso il comandante in capo di allora, Armando Diaz – informato di una travolgente avanzata italiana che, evidentemente, non aveva ordinato né era a conoscenza si stesse sviluppando – tuffò la testa nella cartina geografica, alla ricerca del teatro della sua rivincita. E poiché faticava a individuare il luogo della battaglia, chiese soccorso agli uomini dello Stato Maggiore che gli stavano intorno: «Ma Vittorio Veneto ‘ndo cazzo stà… ?»” (2)

di fatto fu una battaglia minore in quanto l’esercito avversario era prossimo al collasso e si arrese rapidamente alle truppe italiane in avanzata … (3). Ecco rischiamo proprio di ritrovarci in questa situazione, la controparte potrebbe cedere da un momento all’altro o è già crollata ma non ce ne vogliamo accorgere e a Roma nella sede del PD: Partito Democratico via Sant’Andrea delle Fratte, 16 – 00187 Roma Tel: 06/695321, rischiano proprio di trovarsi come Diaz davanti alla cartina geografica nell’alto comando italiano alla fine della prima guerra mondiale.

E’ di questi giorni la notizia che il Celeste è stato sconfitto in tribunale, non in consiglio regionale: “Ma l’auspicio di Formigoni s’infrange ora nella stroncatura del Tribunale Amministrativo Regionale, che ha dichiarato «illegittima l’intera disciplina impartita dalla Regione» per contrasto con la legge statale 194, e annullato la delibera lombarda del 22 gennaio 2008. A ricorrere al Tar, facendo leva sull’articolo 117 della Costituzione che riserva alla competenza legislativa dello Stato la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili o sociali da garantire su tutto il territorio nazionale, erano stati 8 medici con la Cgil della Lombardia, rappresentati dagli avvocati Vittorio Angiolini, Ileana Alesso e Marilisa D’Amico . (4)

I soliti giudici comunisti … mangiapreti atei e portatori della cultura della morte. Non si era mai visto che un Governatore di Regione, mal consigliato da un gruppo di integralisti, desse linee guida di applicazione di una legge nazionale, mai i principi della Chiesa si sarebbero fatti trovare in situazione tanto difficile.

E si è sentito il consueto assordante e ripetitivo silenzio del PD su di un tema fondamentale quanto scomodo, su cui non si riesce a evidenziare una posizione chiara, che non è ovviamente quello della settimana o il giorno in cui si deve interrompere purtroppo una gravidanza. Per pedanteria sono andato sul sito del PD nazionale e ho trovato come ultime dichiarazioni quelle da comizio dell’On. Livia Turco datate 3 Gennaio 2011 “La 194 va applicata non interpretata”. Nelle proposte programmatiche alla voce salute non c’è nulla …inquietante….manca pure nella “tag cloud” del sito, e allora è un tabù! Sul sito di pdlombardia.it se digiti sanità nella casella di ricerca appare la scritta “nessun risultato” eppure il budget di Regione Lombardia all’80% è fatto dalla Sanità.

Scrive Marina Corradi su Avvenire del 16.12.2008: ” (…) l’aborto da bere quasi invisibile, ha la stessa efficacia pragmatica della cultura che teorizza l’eliminazione dei figli malformati e la soppressione dei malati in stato vegetativo (…)”. Domando ma chi mai ha professato la cultura della morte? Perché associare un partito politico in evoluzione a un movimento di necrofili? E’ facile sparare sulla croce rossa specie quando l’ambulanza non ha nemmeno acceso le sirene lampeggianti. La questione, di difficile soluzione, è parlarsi, da quando i due gameti si incontrano è vita! Ma se sai che questa vita sarà una non vita interromperla non è eugenetica.

La sera dell’8 novembre 1917 Diaz fu chiamato, con Regio Decreto, a sostituire Luigi Cadorna nella carica di capo di Stato Maggiore dell’esercito italiano. Egli disse in proposito: «Assumo la carica di capo di Stato Maggiore dell’esercito. Conto sulla fede e sull’abnegazione di tutti». E ancora, sulla condizione dell’esercito: «L’arma che sono chiamato a impugnare è spuntata: bisognerà presto rifarla pungente: la rifaremo». Recuperato quello che rimaneva dell’esercito italiano dopo la disfatta di Caporetto, organizzò la resistenza sul monte Grappa e sul fiume Piave. Memore della esperienza nello Stato Maggiore di Cadorna, decentrò molte funzioni ai sottoposti, riservandosi un ruolo di controllo. (5)
Ma quel che è più grave sono le nostre truppe sul Piave che non reagiscono come se il passaggio del testimone di comando da Cadorna a Diaz non sia mai avvenuto. E’ possibile, probabile che il PD si trovi in queste condizioni e proprio su questi temi è opportuno e necessario che si rinserrino le truppe e che ne esca un nuovo leader. Come è possibile che non si riesca a trovare una persona che sappia sintetizzare un nuovo pensiero innovatore? E’ inaccettabile che a fronte di una sentenza di tale portata da parte del PD ci sia il silenzio. Alla fine sono i soliti giudici a fare politica.

Riccardo Lo Schiavo

  1. Wikipedia
  2. (http://sitoaurora.splinder.com/post/18931578)
  3. Wikipedia
  4. (http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_gennaio_2/20110102NAZ22_11-181180913187.shtml )
  5. Wikipedia


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