21 dicembre 2010

Scrivono vari 22.12.2010


Scrive Angelo Bertani a Paolo Danuvola –  L’analisi di Paolo Danuvola a proposito delle primarie a Milano e delle prospettive verso le elezioni mi sembra del tutto convincente e valida non solo per Milano ma, con le dovute variazioni, per tutto il Paese. Condivido le considerazioni di Paolo sulla necessità che il mondo cattolico democratico abbia più spazio e la volontà di partecipare più attivamente alla costruzione della alternativa democratica e progressista, evitando radicalità ideologiche e soprattutto i personalismi eccessivi. Certo si tratta di uno sforzo non lieve e in salita e di prospettive di non breve periodo; ma converrebbe provare a cominciare da subito, cercando anche strumenti nuovi e adatti (punti di riferimento, luoghi di incontro e strumenti di comunicazione e dialogo….). Sarà possibile? Certo si tratta anche di porre le condizioni per uscire dalle strettoie dell’attuale cultura e pratica politica (quella stessa che in questi giorni dà spettacolo a livello nazionale), dove non ci sono quasi più soggetti politici ma agglomerati di interessi e personalismi. Le riflessioni e le proposte di Danuvola a me sembrano un primo passo nella giusta direzione.

Scrive Anita Sonego a Paolo Danuvola – Innanzitutto vorrei esprimere il mio disagio di fronte al vecchio schema” Cattolici e Sinistra”. Ma che cosa si vuol dire con questo rapporto? L’essere cattolici non ha una valenza politica (se non in senso ampio) e non è quindi possibile relazionarlo con il termine “sinistra”. I cattolici, per quanto ne so io, che lo sono stata molto seriamente e che ho fatto parte del movimento conciliare, possono essere di destra (anche estrema) fino alla sinistra (estrema). Suppone forse il signor Danuvola che i temi “importanti perchè eticamente sensibili ” siano patrimonio esclusivo dei cattolici? Vorrei inoltre ricordare, come giustamente lui fa, che i vescovi milanesi ricordano a tutti che “I DIRITTI DEI DEBOLI NON SONO DIRITTI DEBOLI”.

Caro Paolo Danuvola, tu davvero ritieni, in coscienza, che le persone che amano le persone dello stesso sesso o genere NON siano deboli socialmente? Ma hai mai parlato con loro? Sai come vivono? Io, che sono presidente della Libera Università delle Donne, faccio parte, nella stessa, del gruppo: “Soggettività Lesbica”. Abbiamo scritto un libro: “Cocktail d’amore”, Ed. DeriveApprodi, che contiene i dati di un’indagine nazionale sulla vita delle donne che amano le donne. Ti farebbe molto bene leggerlo! Ti ricordo, inoltre, che in parecchi comuni (un esempio su tutti: TORINO) c’è una delibera che riconosce i legami affettivi delle persone indipendentemente dal loro sesso con, quindi, la conseguente normativa per quanto riguarda la legislazione comunale.

Sinceramente non capisco proprio perchè i cattolici in quanto tali, dovrebbero opporsi a considerare gay, lesbiche e trans degni/e di meno diritti di persone eticamente ripugnanti come il nostro presidente del Consiglio che se la fa con le minorenni. Basta con l’ipocrisia! Dietro certo moralismo c’è unicamente il bisogno di controllo sulle vite (ovviamente non su quelle dei potenti!). Ma che cosa c’entri tutto ciò con il messaggio di Cristo io continuo a chiedermelo. Se tu l’hai capito, per favore, spiegamelo! Cordialmente ti auguro un Natale di speranza e di liberazione per tutte e tutti!



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