21 dicembre 2010

PIAZZA DUOMO: PERCHÉ NO AL MERCATO NATALIZIO?


Milano 8 dicembre mattina: piazza Duomo, pioviggina, ma ci sono quattro composte file di cittadini in attesa. Una lunga per entrare a Palazzo Reale (Dalì più Sacro più Arte islamica e altro), una molto più lunga per entrare in Duomo (teloni su S. Carlo), una per visitare il nuovo museo del Novecento che dalla piazzetta reale girava sotto l’Arengario, una un po’ più corta per entrare nel negozio di Tiffany confezionato come un pacco regalo sotto l’albero sponsorizzato. File affascinanti per gli ombrelli multicolori. Senza dimenticare che a duecento metri in piazza Scala c’era un’altra fila lunghissima per vedere il Tiziano a Palazzo Marino: secondo tradizione un quadro eccellente all’anno, dopo Leonardo e Raffaello, e che la sera si accendevano le luci del Led Festival illuminando dall’interno le vetrate del Duomo. Bene, benissimo. I cittadini non partiti per il ponte di Sant’Ambrogio sono attratti delle manifestazioni artistiche (e commerciali).

Piazza Duomo e dintorni sono vissuti come un vero centro urbano e metropolitano ma la potenzialità è molto maggiore. Perché non farne davvero il luogo di un mercato natalizio – nel senso più ampio – con i banchi coperti da tende e ordinati, come in tutte le piazze della Mitteleuropa e non solo? Si pensi a Monaco, Francoforte, Lubecca, Riga, Tallinn oltre a piazza Navona a Roma. Nulla di degradante o di poco rispettoso del sagrato, anzi. Basterebbe selezionare: presepi monumentali visitabili, venditori di statuine da presepio, magari richiamati da Napoli, venditori di libri, di panettoni e torroni, di ricordi milanesi, di alcuni strumenti musicali, …Volendo si possono aggiungere un paio di tende con proiezioni di filmati sul tema natalizio, una mostra di fotografie (scelta vastissima sul tema) e una tenda con musiche ispirate al periodo. Invece dei passanti frettolosi e dei turisti con piccioni, costretti a sedersi sui gradini del Duomo e sul basamento del monumento, un luogo di incontro.

Sarebbe una magnifica piazza. Una “vera” piazza del Duomo ora ridotta a vuoto urbano con funzioni solo al perimetro, utilizzata (e va già bene) solo in occasione delle grandi manifestazioni politiche sindacali e sportive: diciamo otto giorni all’anno? E’ il risultato della logica post-illuminista dell’eclettismo che ha sepolto la storia, creato due lati monumentali e non è riuscito a risolvere quello di fronte al Duomo, pensando che sarebbe stata vissuta come qualsiasi piazza medievale ma sbagliando scala e proporzioni: basta vedere come risulta bassa la facciata del Duomo rispetto alla profondità. Una piazza che dal medioevo aveva i banchi del mercato e il Verziere alle spalle, gli artigiani e le botteghe fisse sotto il portico dei Figini e gli ambulanti sul sagrato. Lo stesso Duomo era attraversato dai mercanti da un transetto all’altro, e infatti per evitare il traffico la porta nord è stata chiusa nel ‘500.

Non usiamo il termine “souk” se ricorda un mercato disordinato e sparso, invece che un affascinante, denso e pittoresco luogo di scambio ma organizziamo un grande mercato natalizio. Un mese all’anno i cittadini metropolitani vi si ritroveranno con un piacere ancor maggiore di quello con cui l’8 dicembre stavano in fila (solo) per alcune mostre. E, se l’esperimento funzionasse si potrebbe pensare di ripeterlo nel corso dell’anno per qualche altro evento laico o religioso come Carnevale e Pasqua. L’utilizzo civile e civico della piazza si ripeterebbe non come un fenomeno contraddittorio ma come il recupero di una tradizione.

 

Paolo Favole



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