21 dicembre 2010

GLI ASSICURATORI E LA MANUTENZIONE DELLA CITTÁ


Il trauma delle primarie, con la sconfitta dell’unico candidato in grado di sfidare la Moratti, è stato pesante, tanto da far passare la voglia di un impegno alle prossime elezioni. Non perché manchi la motivazione ma perché una battaglia per essere combattuta deve avere delle probabilità di vittoria. Una candidatura che rompeva gli schemi della vecchia politica, aveva spinto un gruppo consistente di assicuratori a incontrarsi per costruire un programma per la città. Questo nonostante un solo incontro, molto informale con Boeri.

A queste riunioni parteciparono, agenti di assicurazioni, periti, broker, manager, giornalisti di settore: tutti animati dalla voglia di contribuire alla stesura di un “pezzettino” di programma. Era un modo nuovo e innovativo di fare politica, costruire più tavoli tematici, capaci di costruire, ognuno con pari dignità, i tasselli di un progetto come fosse un puzzle, o meglio una rete nelle reti, capace di dare risposte alle aspettative dei milanesi. Ma la sconfitta di Boeri ha come distrutto questo nostro ottimismo, tant’è che il gruppo di lavoro si è automaticamente sciolto, incapace di pensare un qualsiasi ruolo nella prossima campagna elettorale, perché è chiaro che la Milano che si è espressa per Pisapia è autoreferenziale, rappresenta settori di Milano sotto certi aspetti speculari a quelli della Moratti, di certo lontana dai problemi reali, basta vedere le parole d’ordine e la distribuzione dei voti.

Ma poi, mentre ascoltavo Ballarò ho sentito dalle interviste alla “gente”, come si dice adesso, che l’assicurazione – per assicurazione si intendeva l’RCA (Responsabilità Civile per Auto) – è una delle spese più pesanti per il bilancio familiare e per molti addirittura un debito, nel senso che si chiede un prestito per pagarla, perché l’auto, che forse qualcuno pensa sia di destra, è uno strumento di lavoro o per il lavoro per molti. Allora ho pensato che quella bozza di lavoro fatta per il programma del sindaco non fosse da buttare e di metterla a disposizione. Se qualcuno pensa che possa servire noi siamo pronti a rielaborarla, con numeri e soluzioni.

Ma eccone la sintesi: “La RCA in un grande sistema urbano come Milano. La Pubblica Amministrazione agisce sulla viabilità e sul traffico (determina un pezzo del rischio). Gli assicuratori sono interessati alla buona manutenzione e alla prevenzione degli incidenti. Possono collaborare. L’intervento dell’amministratore pubblico, fatto in modo concordato, ha la possibilità di dar luogo a una attesa riduzione dei sinistri in città (si individuano i nodi di crisi: per esempio i passaggi pedonali, i viali a veloce percorrenza, i semafori, etc.) e quindi a una diminuzione delle tariffe. Gli assicuratori potrebbero essere così convinti da voler investire insieme alla PA, ci si può impegnare sul comportamento di guida dei giovani. Questo discorso è possibile allargarlo ai furti, agli atti vandalici e persino agli eventi atmosferici, pensiamo solo ai danni causati dal Seveso. Ma forse è bene rimanere con i piedi per terra e rimanere alla RCA”.

Comunque questo non è niente di nuovo, in Inghilterra è da più di venti anni che nei programmi elettorali alle amministrative si mette l’ottenimento di una riduzione delle tariffe RCA in cambio di migliori infrastrutture. Ecco lo slogan: “Proposta su un patto per la prevenzione con riduzione delle tariffe RCA a Milano e Provincia”. Inoltre le assicurazioni in questa città sono anche: Citylife, Antitrust, i conflitti d’interesse, tutti argomenti già trattati e in genere ignorati da chi vorrebbe governare.

 

Massimo Cingolani

 



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