7 dicembre 2010

TUTTI BUONI MA LA MORATTI RESTA


Dell’intervento di Ucciero lascio perdere tutta la lunga parte di fustigazione, l’autocongratulazione del tono è così elevata che ogni risposta provocherebbe altre nerbate e così via. Giudicheranno i lettori chi è andato fuori tema. Dico solo che se usassi lo stesso tono mi verrebbe da dire, meglio un Omero appisolato che un Ucciero troppo sveglio.

Andiamo al dunque come viene chiesto in quest’ultimo paragrafo: “Per superare queste divisioni non basta dire “Pisapia è stato scelto, votiamo tutti Pisapia”: sarà semmai eventuale merito di Pisapia riconoscere, affrontare e ridurre al minimo la forza di questi nodi con appropriate iniziative politiche. Qui non è questione di veleni, ma di lucidità dell’analisi. Questo era il tema posto, a mio modesto avviso, da PierVito Antoniazzi. Un tema oggettivo e comprensibile, delicato e importante, di non agevole maneggio. E del resto, se da tempo ormai lo stesso PD è attraversato da un crescente disagio della sua componente cattolica, non si può far finta di niente e relegare la questione di cui è sintomo parziale a un problema di scarso coraggio o di ottusa obbedienza alle gerarchie cattoliche. Lasciamo quindi stare la paroletta laicisti, scuotiamoci dal poco benefico sonnellino, se serve prendiamoci un caffè, ed entriamo in tema, che per vincere non bastano gli amorosi sensi ma una lucidità politica affilata come una lama.”.

Non è che capisca bene tutto, ma veniamo ai fatti. Io ho scritto due articoli, uno sulle primarie (e non è quello cui si riferisce Ucciero che mi accusa di fuori tema perché non ne parlo qui, ma ne avevo già parlato altrove) e un altro in cui ho affrontato un tema cruciale sollevato da Antoniazzi (che, vorrei segnalare a Ucciero che me la rimprovera, è stato il primo a usare la parola “veleni” che io ho solo ripreso) e ancora prima da Pezzotta, che riguarda la possibile inconciliabilità tra due componenti della sinistra milanese (per fermarci qui). Io credo che questo tema vada affrontato apertis verbis e, per dirla tutta, che vada evitata una sorta di strisciante insinuazione che Pisapia non sia il candidato giusto perché le sue posizioni in tema di diritti civili potrebbero apparire sconvenienti e inaccettabili alla componente cattolica.

Esiste o non esiste questo problema? Io ho solo chiesto che si affronti il tema apertamente invece di tenerlo a marcire sotto il tappeto; per arrivarci ho cercato di elencare tutti i punti nei quali credo che ci siano posizioni comuni (se una persona sicuramente acuta come Ucciero ha capito il contrario e cioè che io elencassi i punti di dissenso, devo essermi spiegato veramente male) e ho indicato una possibile discriminante. Ho detto “obbedienza”, e trovo un artifizio retorico meschino aggiungere “ottusa” che non ho detto e non pensavo e non penso. A me hanno insegnato che l’obbedienza per un credente cattolico è una virtù, se così non è me lo si spieghi perché potrei avere sbagliato una decisione importante della mia vita. Ma se l’ubbidienza non c’entra, a maggior ragione non capisco le differenze.

Comunque, lo ripeto, la mia impressione è che su questi temi non ci sia chiarezza e che la mancanza di chiarezza sia letale. La parte “laica” non ne parla perché si tratta di un argomento imbarazzante e potenzialmente dirompente, quella cattolica spesso si lamenta di essere vittima e ho l’impressione che questo lamento sia ulteriormente coltivato in silenzio ma con molto risentimento. Non può andare avanti così, io sono personalmente stanco di vedermi attribuite posizioni etiche automaticamente di basso livello perché non sono credente, ma a parte la mia personale sensibilità penso che nuoccia alla coalizione una rappresentazione (ipocrisia) acritica di questo problema.

Per questo il senso del mio pezzo era un invito, o se vogliamo, una sfida, per un dibattito aperto che può essere organizzato da Arcipelago in redazione (in realtà ho suggerito a Luca Beltrami di organizzare con Arcipelago una serie di dibattiti sui temi cruciali della coalizione antimorattiana) con un numero scelto d’importanti rappresentanti delle posizioni dei credenti e dei non credenti posizioni (non mi ci metto, ci sono persone molto più preparate di me) per cercare di fare emergere le convergenze e le differenze ed eventualmente (ma spero non ci siano) le differenze inconciliabili. Spero che non ci siano ma se ci sono meglio saperlo pubblicamente. Però, in questo caso occorrerebbe dirlo al momento buono, e vengo all’ultimo punto.

So bene che in un mondo come il nostro pronto a trovare la giustificazione intelligente per ogni cosa dire semplicemente che “Pisapia è il nostro candidato prescelto e va sostenuto” attira il disprezzo e lo storcimento di naso dei più intelligenti. Mi permetto però di ripeterlo perché se Pisapia ha delle posizioni inconciliabili con una parte dell’opposizione e non negoziabili, bisognava dirlo subito, e non bastava votare contro o un altro, bisognava contestare la legittimità della procedura: infatti, se io accetto di partecipare a un’elezione (o a un gioco) fa parte di questa partecipazione l’accettazione della legittimità di tutte le regolari conclusioni della consultazione. Altrimenti non si gioca, ma bisogna dirlo prima. Io ho sempre votato tutte le scelte della mia parte anche quando erano palesemente sbagliate e perdenti. Se non si arriva a un confronto aperto e a una composizione non ipocrita e inefficiente, credo che continueremo a parlare e a sentirci buoni, ma qualcun altro governerà la città.

 

Guido Martinotti



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