3 dicembre 2010

L’IVA FA SCHIFO


Hai sentito che alle primarie di qualche settimana fa i candidati delle elezioni della sinistra sono stati boicottati dal fisco? Cioè, voglio dire, dalle persone a cui il fisco ha dato la partita IVA. Io ce l’avevo, la partita IVA, significava un sacco di noie tra pagamenti mensili in banca, bolli, tasse locali e calcoli in più per le parcelle. Forse è questo che li ha fatti arrabbiare, il dover fare tante cose in più per un piccolo stipendio. E per di più senza essere ascoltati dal partito che dice di voler difendere i meno abbienti.

Meglio essere dipendenti, forse, almeno si è riconosciuti come poveracci. Lavori per la Breda o la Falck? Puoi solo tener duro e sperare che ci arrivi, a Natale. Di regali non se ne parla, forse qualche telefonino o un i-Pad per la moglie, acquistato al centro commerciale, facendo a gomitate con i tuoi simili per arrivare all’elettronica in offerta presso i grandi magazzini, ma poi finisce lì. Ai figli al massimo una Playstation o una Wii.

Quello con la partita IVA invece va con il fuoristrada in Piazza Duomo, lo parcheggia tranquillamente davanti alla folla di poliziotti che stanno sempre a fare la guardia alle bici a noleggio, e poi va in tutta tranquillità in Corso Vittorio Emanuele a fare acquisti per moglie, amante, suoceri e qualche amico del Consiglio di Amministrazione. Al ritorno trova la polizia radunata attorno alla sua vettura. Gli chiedono quanto è costato il suo bolide e scherzando gli dicono che lì in realtà non si poteva parcheggiare. Ma una macchina così bella meritava di essere ammirata dalle Forze dell’Ordine.

Si sa però che oggigiorno molte aziende invece di assumere personale preferiscono dare lavoro a consulenti esterni, appunto, con la partita IVA. Cioè gli sfruttati di una volta, si direbbe l’elettorato per eccellenza della sinistra, non lavorano più nelle fabbriche, ma sono liberi professionisti. Proprio come i candidati. Un avvocato e un architetto, che vogliono essere leader dei socialdemocratici. E parlano bene, mamma come parlano. Vabbè che da un avvocato te lo aspetti, ma gli architetti dovrebbero essere più schivi. Ma questi due no! Uno si domanda dove li hanno trovati così eloquenti, così belli e puliti! Sembra che abbiano aperto una scatola di candidati per un reality show, un Big Brother, per anziani però. Sanno tutto della Milano da bere, di dove si trovano i soldi, sono informatissimi sull’Expo, insomma hanno fatto i compiti. Bravi.

Ma se si vogliono liberare del flagello di Arcore, dovrebbero in qualche modo capire qualcosa in più dei meneghini. Si vede lontano un miglio che non bazzicano in periferia. Le strade sporche, il degrado delle scuole, la mancanza di polizia, tutto questo non lo vivono sulla loro pelle. Addirittura uno dichiara su un manifesto di non chiamarle più ‘periferie’. E’ chiaro che lo dicevano solo lui e i suoi amici di merenda, perché se chiedo a uno che abita alla Barona da dove viene mi risponde: “Dalla Barona”. E se chiedo a uno di San Leonardo, non mi risponde “Sono della periferia”. E sicuramente non lo sentirai dire che proviene da una area profondamente degradata con abitanti disagiati, o una cosa del genere. Se chiedi come è, casomai ti dice “Fa schifo!”.

I veri poveri del paese da tempo ormai non votano la sinistra, hanno trovato riparo presso altri partiti che seguono meglio il territorio. Ma che i candidati della sinistra non parlino neanche il linguaggio di quelli con la partita IVA mi stupisce. Si vede che non gli va di promettere un po’ di tasse in meno o una burocrazia più snella. Ma dai, non è quello che vogliamo tutti? Non è facile pensare alla cosa che vogliano di più gli elettori? Per esempio anticipare gli acquisti per Natale a novembre, che è una bella trovata, e non ha per niente l’aria di essere una presa in giro da parte dei commercianti. Il candidato della sinistra avrebbe dovuto suggerire una cosa del genere per aumentare il flusso di denaro nella città. Ma dove hanno la testa mi domando, di cosa si intendono davvero, solo di costruire palazzi e salvare i perseguitati della giustizia dalle cause civili?

Se devono essere così i candidati, posso candidarmi anch’io. Se mi rado bene e preparo un bel discorso riesco sicuramente a suscitare un po’ di applausi. Propongo di istituire un Natale 2 a maggio, mese di magra per i commercianti milanesi, con gli acquisti ad aprile. Poi coi soldi dei sostenitori mi compro un bel fuoristrada e lo parcheggio davanti alle scale del Duomo. Sopra faccio scrivere: L’IVA FA SCHIFO. Voglio vedere che quelli non mi votano…

Michel Dingenouts



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti