30 novembre 2010

CALCHI TAEGGI SOAP OPERA MILANESE


Quello che è accaduto col sequestro dell’area di Calchi Taeggi non è tanto una vittoria del Comitato di cittadini, quanto una vittoria della legalità e dei principi di civiltà: non si possono costruire 1300 appartamenti su un’ex-discarica non completamente bonificata. Da quasi tre anni, insieme con Italia Nostra e al circolo di Legambiente di zona, noi del Comitato abbiamo fatto presente in ogni modo e in ogni sede i rischi di questo progetto. Abbiamo scritto a tutti: alla Regione, al Sindaco, all’Assessore alla Salute del Comune di Milano; abbiamo avuto incontri con gli Enti di controllo responsabili dell’iter di approvazione del progetto di bonifica, con la commissione comunale Sviluppo del Territorio. Non si è mosso nulla.

Oggi è la magistratura che interviene con le sue indagini. E’ comunque una sconfitta che sia dovuta intervenire la magistratura. E’ una sconfitta della credibilità del sistema delle regole che dovrebbero garantire il vivere civile. Questo vuol dire che la città non ha in sé gli anticorpi per reagire autonomamente ai guasti che si producono al suo interno, che i controlli non hanno funzionato. Poi ci si stupisce che a Milano fioriscano i comitati dei cittadini a segnalare gli abusi e gli scandali.

A questo proposito, diciamolo subito: non possiamo più accettare le solite critiche generiche con cui si demonizzano i comitati (tipo not in my back yard…), stereotipi che servono solo a screditare molte battaglie sacrosante. Anziché prendersela con i comitati dicendo che “frenano il grande sviluppo della città”, l’assessore Masseroli dovrebbe ringraziarli (a quando un attestato di civica benemerenza a un comitato che ha denunciato un abuso?), se ha davvero a cuore il rispetto della legalità. A meno che si preferisca che le irregolarità o gli abusi non vengano alla luce. Sarebbe ora di capire che i comitati nascono molto spesso quando la legge non viene fatta rispettare, quando ci sono irregolarità che i politici e gli amministratori non sanno o non vogliono bloccare.

I costruttori hanno le loro responsabilità nel loro avido mettere le mani sulla città; ma i politici, gli amministratori hanno oggettivamente molta più colpa, visto che è nel loro mandato comportarsi da avveduti “amministratori del pubblico”. Spesso poi si realizza un preoccupante sodalizio tra costruttori e amministratori, che per convincerci della bontà delle loro iniziative progettano insieme “pillole avvelenate”, confezionando progetti pieni di specchietti per le allodole (interventi a favore di associazioni no profit, soldi per questo e quello…), che spesso servono solo a nascondere – come nel caso dell’ex-discarica di Calchi Taeggi – quello che non si deve vedere. Insomma troppi intrecci tra politica e affari.

La vicenda di Calchi Taeggi apre inquietanti scenari di atti sbagliati, di comportamenti arroganti di certi uffici dell’amministrazione pubblica, che trattano i cittadini come sudditi, che guardano con fastidio a chi solleva obiezioni, uffici e funzionari che si comportano come i peggiori amministratori del privato. Lo diciamo in anticipo al futuro sindaco della città: i cittadini vogliono contare di più nelle decisioni che li riguardano. Certamente la democrazia partecipata richiede maggiore investimento di tempo e di energie rispetto al decisionismo dall’alto, ma l’esperienza conferma che negare voce e ascolto alle istanze dei cittadini comporta solo rimozione dei problemi e danni per il bene comune.

In questa città vogliamo il rispetto della legge, non vogliamo più che accada quello che è successo a Santa Giulia e quello che sarebbe successo in Calchi Taeggi, se la magistratura non fosse intervenuta. E per sottolineare la gravità della situazione non c’è bisogno di ricordare tutti gli altri interventi della magistratura in questi anni sul tema degli abusi edilizi, sui quali peraltro anche il PD ha (finalmente!) denunciato le “pagine nere”; né dovrebbe servire ricordare l’arresto per tangenti otto mesi fa del presidente della commissione consigliare milanese Sviluppo del Territorio. Allora ci era stato promesso un cambio di rotta. Cinque mesi dopo invece è venuto il sequestro di Santa Giulia e quattro mesi dopo quello di Calchi Taeggi. Ora speriamo che le forze politiche, almeno quelle dell’opposizione, sappiano dare alla città una risposta forte e chiara (e soprattutto unitaria) su questi fatti di malgoverno, anche a sostegno della lodevole opera della magistratura.

Sergio Pennacchietti*

*Comitato Calchi Taeggi



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