23 novembre 2010

LETTERA APERTA A MARCO VITALE


Caro Marco, ho letto il tuo articolo, e condivido le ragioni per le quali hai scritto che le primarie milanesi sono state un’occasione, e anche alcune delle critiche che ti inducono a parlare di una occasione perduta: in particolare il tuo rilievo sull’errore di avere trasformato le primarie in una competizione fra partiti, che anzi poi è divenuta in buona parte un confronto a due volto a confermare o smentire la scelta del gruppo dirigente del Partito Democratico (che è stata smentita anche e forse principalmente dalla stessa base di quel partito), introducendo così nella competizione anche una componente di “voto utile” che credo ne abbia in parte condizionato il risultato.

Non sono invece d’accordo sulla tua valutazione secondo cui quello che è mancato è stato un “progetto trasversale”, che poi avrebbe potuto essere, in pratica, solo il tanto evocato “terzo polo”, che magari si manifesterà domani, e vedremo con quali contenuti e quali persone. Questo non perché io ritenga che non vi sia bisogno, a Milano e in Italia, di costruire un sistema politico in cui certi valori di base (legalità, imparzialità della pubblica amministrazione, autonomia delle istituzioni rispetto sia a poteri economici che a gruppi di potere partitico o para-partitico, buona amministrazione) siano diffusi e condivisi al di là degli schieramenti; ma perché mi pare difficile realizzare questo scopo continuando a ragionare in termini di composizione e scomposizione di “famiglie” politiche (un po’ più al centro, un po’ più a sinistra…), invece che lavorando essenzialmente sui valori e sui contenuti: su quelli auspicabilmente comuni a più schieramenti, e su quelli più propri delle varie proposte politiche in campo.

Io ho cercato di farlo, nell’ambito delle primarie del centro sinistra alle quali sono stato invitato a partecipare e ho deciso di partecipare. Tu mi imputi di avere, addirittura, “tradito la città” sacrificando “a una rispettabile lealtà personale” verso chi leale – tu dici – non è stato con me, una “più elevata lealtà verso le aspettative che parte importante della città” mi avrebbe affidato. In realtà, come tu sai, ho scelto di restare in campo in queste primarie, nonostante ne abbia denunciato chiaramente lo “snaturamento”, perché in esse comunque si sarebbero espressi, come si sono espressi, gli elettori, e perché è in quell’ambito e non certo in quello di una ipotetica diversa “famiglia” politica che mi collocavo e mi colloco personalmente: convinto come sono anche dell’importanza di non lasciar disperdere, e della necessità di recuperare e rinnovare, tradizioni e patrimoni ideali preziosi (per dire: le culture politiche del cattolicesimo democratico e del socialismo), che le ventate di inconsulto “nuovismo” abbattutesi sul nostro paese rischiano di sostituire col nulla, o peggio con i frutti perversi di un pensiero politico tanto debole da non meritare nemmeno la qualifica di pensiero.

Sono anche convinto che queste idee siano condivise largamente fra gli elettori del centro sinistra, ben oltre il 13,4% che si è pronunciato a favore della mia candidatura. In questo spirito, se ve ne sarà la possibilità e l’opportunità, mi batterò ancora perché il candidato sindaco unitario del centro sinistra a Milano possa conquistare la maggioranza nelle elezioni dell’anno prossimo. Su queste strade spero potremo ancora incontrarci: e intanto ti ringrazio dell’appoggio prezioso ed efficace che hai voluto dare alla mia candidatura. Cordialmente

Valerio Onida

 



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