2 novembre 2010

ALBERTINI: UNA MINESTRA RISCALDATA


Una certa destra (e non solo lei) non vuole fare sforzi e per il sindaco di Milano non trova di meglio che una minestra riscaldata: Gabriele Albertini. Così la pensa anche lui e non ne fa mistero sul suo sito (www.gabrielealbertini.com). Ma di che destra fa parte Gabriele Albertini? Durante il suo mandato non ha fatto mistero delle sue simpatie fasciste e ogni occasione è stata buona, dalle commemorazioni ufficiali alle visite a Palazzo Marino. Si è fatto due mandati dal 1997 al maggio 2006. A lui è succeduta Letizia Moratti la cui riconferma ora pensa di insidiare. Nel frattempo, eletto parlamentare europeo – più noto per la sua assiduità alle riunioni che per i suoi interventi – non ha mai perso la voglia di tornare a fare il sindaco di Milano.

Il suo programma elettorale originario s’imperniava soprattutto su due punti; risolvere il problema del traffico e abbattere l’inquinamento dell’aria in città. Per il traffico ottenne di essere nominato commissario e il relativo decreto recitava così: “1. Il sindaco di Milano è nominato Commissario delegato per l’attuazione degli interventi volti a fronteggiare l’emergenza venutasi a creare nella città di Milano, in relazione alla situazione del traffico e della mobilità. 2. Per l’espletamento delle attività di cui al comma 1, il sindaco di Milano – Commissario delegato provvede alla definizione ed alla esecuzione di tutti gli interventi necessari, con particolare riferimento alla realizzazione dei parcheggi e delle infrastrutture viarie e di trasporto, nonché all’individuazione di idonee soluzioni volte al controllo della sosta ed al miglioramento della circolazione stradale. 3 … “.

Dobbiamo aggiungere altro o vi basta affacciarvi alla finestra, inspirare profondamente e guardare di sotto per valutare i successi dell’uomo? Quanto ai parcheggi riuscì a lasciare al suo successore una situazione infernale tra buchi aperti e abbandonati, lavori protratti nel tempo, quasi che ogni parcheggio fosse il tunnel sotto la Manica, e proteste di abitanti per i dissesti alle case e invettive di commercianti falliti per l’irraggiungibilità dei loro negozi. Ma la sanzione peggiore del suo insuccesso fu la campagna elettorale della Moratti (appartenente allo stesso schieramento) che pubblicò un programma (*) non certo la prosecuzione lineare di quello del suo predecessore ma un programma antagonista.

Allora ci facciamo molte domande, magari disordinate ma essenziali: chi sostiene Albertini? Per il momento solo il “filosofo” ex sindaco di Venezia Cacciari è uscito allo scoperto. Perché lo fa? Non si capisce e forse lo spiegherà compiutamente quando la candidatura sarà ufficiale, se mai lo sarà. Lo sosterrà il Pdl alla ricerca di un sindaco ubbidiente, opaco, non ingombrante ma certamente non legato a Cl e Formigoni? Berlusconi ci sta pensando (forse ha altro per la testa in questo momento). Lo sosterranno i finiani? Dal punto di vista ideologico, per quel che conta, Fini e i suoi hanno tirato un rigo sul fascismo ma lui no: dunque qualche problema l’avrebbero. Lo sosterranno tutte le pattuglie centriste che farebbero qualunque cosa pur di indispettire Berlusconi – salvo naturalmente allearsi a sinistra – e ritagliarsi uno spazio politico? Se nessuno dei grandi partiti gli darà spazio, tenterà la via solitaria della lista civica? Insomma, i giochi sono tutti aperti per una candidatura Albertini.

E Milano? Milano come sempre ringrazia tutti quelli che pensano a lei offrendole una zuppa riscaldata, una sorta di mensa dei poveri della politica: abbiamo proprio bisogno ancora di un amministratore di condominio? Qualcuno che ci faccia scomparire del tutto tra le città importanti? Speriamo di non vederlo ancora in mutande per sostenere la moda. Ma in fondo perché no? Unum inter pares: siamo già tutti in mutande.

L.B.G.

 

(*) leggi il programma della Moratti 



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