2 novembre 2010

INTOLLERANZA E CIVILTÀ


L’episodio di Roma con l’aggressione da parte di Alessio Burtone di un’infermiera rumena morta in seguito ad un pugno è interessante e paradigmatico per capire questo paese.

Alemanno ha dato fondo alla più totale ipocrisia: dopo avere fatto una campagna contro Rutelli tutta sulla sicurezza, amplificando la paura nei confronti dell’immigrato sempre pronto a delinquere, si è reso disponibile a organizzare e pagare il rimpatrio della salma di Maricica Hahaianu, neanche che il comune Roma fosse un’agenzia di Europe Assistance, compagnia di assicurazione, appunto specializzata in questo tipo di rischio.

Comunque la reazione del quartiere è stata questa: parole contro il sindaco Alemanno che in questi giorni ha sottolineato l’opportunità’ di una misura cautelare più restrittiva nei confronti di Burtone. “Da oggi Roma non ha più un sindaco – ha detto uno degli amici di Alessio – difende i romeni in qualsiasi occasione. Alemanno è il sindaco di Bucarest” e un’ora dopo l’arresto dell’amico, portato a Regina Coeli dai carabinieri, i ragazzi erano ancora sotto casa di Alessio in via San Giovanni Bosco.

A Milano l’ineffabile Salvini vuole armare i tassisti, forse così avranno sempre ragione negli incidenti stradali e diventeranno “interessanti” per le compagnie di assicurazione.

Ma c’è un altro episodio che è interessante ricordare: tre anni fa Luca Martinelli e un amico allora minorenne investono e uccidono un bambino sulla pista ciclabile di Valdidentro in provincia di Sondrio. Gli investitori fuggono e vengono arrestati qualche giorno dopo e passati alcuni giorni in carcere sono liberi.

Poiché non sono né immigrati né Rom, scatta la “difesa” della comunità, che non trova il coraggio di denunciarli e di certo non organizza fiaccolate per la sicurezza. Salvini non propone di armare nessuno. La stessa stampa locale non approfondisce il fatto, anzi cerca di dimenticarlo.

Ho citato questi tre episodi, secondo me quello moralmente forse più “degradato moralmente” è quello di Valdidentro, perché sottolineano una realtà difficile che spesso è un pugno nello stomaco per noi, ma con la quale dovremo fare i conti nella prossima campagna elettorale milanese.

La paura dell’altro è nata con la civiltà che identificava gli “altri” come barbari e sulla paura di loro si governava anche ad Atene e Roma. Proprio per questo dobbiamo arrivare attrezzati su questi argomenti.

Sarà necessario avere una politica di integrazione che affermi anche e soprattutto principi di legalità e che non sia percepita come punitiva nei confronti di nessuno. Se nelle piccole comunità c’è omertà e comprensione verso chi sbaglia anche pesantemente non possiamo, in un eccesso di “politicamente corretto” giustificare ogni devianza. Il rischio a non vedere la realtà e la difficoltà di convivenza in certi quartieri è di diventare dei grilli parlanti, ma ricordiamoci che il “grillo parlante” si è preso una martellata da Pinocchio. Senz’altro sarà una corsa in salita ma l’importante sarà correrla senza cedere ai nostri principi.

 

Massimo Cingolani

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti