26 ottobre 2010

A CHE PUNTO SIAMO DELLA NOTTE? LA LUNGA ALBA DELLE PRIMARIE…


Il lungo giorno delle primarie è avviato. La concorrenza fa bene al centro sinistra.
Si respira aria di impegno, di competizione nell’elaborazione di proposte concrete, di botta e risposta, finora dentro ad un certo stile.
Ma la gara è ancora lunga e i dispetti nella dirittura d’arrivo sono immaginabili.
Veramente i quattro competitor saranno “fratelli” nella fase successiva?
E’ quello che molti si augurano considerando una certa complementarietà tra i candidati. Non c’è un impegno in tal senso nel regolamento delle primarie però ed è un errore.
Ma a che punto sono i quattro candidati?
Cominciamo dall’ultimo: Michele Sacerdoti.
Passata la soddisfazione di avere raggiunto le firme per candidarsi ora la gara è tra se stesso e la sua percentuale di voto, dietro di lui c’è solo Narciso o qualche pezzo di opinione pubblica più consistente? Al 14 novembre la (non) “ardua sentenza”… (sperando che l’esasperato bisogno di comparire non spinga il candidato a essere strumento più o meno consapevole delle destre nell’esercizio del “fuoco amico”…)
Riprendiamo dal primo: Giuliano Pisapia.
Il vantaggio di essere partito per primo si è esplicitato nel coinvolgimento di forze politiche e personalità. Ci sembra che vada un po’ esaurendosi la spinta propulsiva… La presunta identità “ sociale” di Pisapia stenta a venir fuori. Questo suo richiamarsi al lavoro in cosa si esprime? Sembra emergere una caratteristica ideologica della sinistra, che certo piacerà ad alcuni, ma non sembra “sfondare” tra i giovani e in generale nella Milano di oggi.
Soprattutto affiorano i dubbi nei partiti. Pisapia ha detto a socialisti e rifondaroli che non intende fare una sua lista. Ma sarà così? E a tutti quelli che vogliono partecipare (nuovi e meno nuovi) e non si sentono rappresentati? Dirà loro di andare nei partiti?
Rifondazione soffrì già la Lista Fo (da lei sostenuto alle primarie 2005) quando Rifondazione era quotata tra il 6 e l’8%. E ora che insieme ai Comunisti Italiani è quotata intorno al 3%? E i vari frammenti che chiederanno per l’ennesima volta una lista unitaria? (ricordate la N.S.U.?) E se Pisapia facesse una lista col suo nome?
I socialisti nel 2006 non presero un consigliere (pur avendo la Rosa nel Pugno) perché alcuni si candidarono e votarono la Lista Ferrante. E ora che sono più deboli?
Tutti questi dubbi fanno crescere la candidatura di Valerio Onida (considerato outsider). Una parte di Rifondazione voterà per lui (meno pericoloso e meno concorrenziale poi nelle elezioni). Voterà per lui la Lista Civica (ex Ferrante) e la Lista Fo. Ma soprattutto la raccolta delle sue firme ha visto l’impegno dell’Italia dei Valori…E’ questo un elemento un po’ sottovalutato nell’opinione pubblica politica.
IdV si è “sfilata” dalle primarie. Ufficialmente non partecipa alla coalizione delle stesse (ma è una coalizione? Strano si fanno primarie insieme ma senza impegno a un’alleanza…). Potrà così giocare sul tavolo le sue carte dopo…
Evidentemente ha un problema di concorrenza con Grillo e non vuole essere “schiacciata” su candidati riformisti o che rafforzino la concorrenza (SEL), ma anche è convinta di essere indispensabile (e chi non lo è con la Moratti al 51%?).
La tentazione di IdV potrebbe essere quella di contarsi su Onida (senza il rischio di farlo esplicitamente: se Onida ha un risultato scadente la colpa è solo sua, se ha un risultato buono ecco che compariranno molti “padri” del risultato…).
Addirittura (ma non credo che Onida si presterebbe) IdV potrebbe puntare proprio su di lui per una candidatura diversa da quella del PD al primo turno!!!
Dunque Onida potrebbe prendere più di quello che si poteva pensare sulla carta.
Anche perché il tema legalità/pulizia della politica oltre a identificarsi col voto Idv, Grillo, ecc. ben corrisponde a quel senso di “superiorità morale” che caratterizza certa borghesia, certo mondo cattolico, certa sinistra.
Del resto le indecenze di Berlusconi e cricca rendono il tema rilevante nell’opinione pubblica (tant’è che pure Fini lo cavalca a destra…). Punto debole del candidato è lo stile troppo da professore universitario e la lontananza dai temi concreti. Si è visto anche nella presentazione al Puccini (sala da 500 posti piena a metà) che al carisma (o al “sex appeal” come piace dire oggi…) mancante si è sopperito con bordate contro il PD e le primarie “falsate”. (Pericolosa deriva disfattista: se si delegittima lo strumento di scelta popolare allora si delegittima anche il candidato vincente e la possibilità del centrosinistra di competere per Palazzo Marino…).
Infine, “ultimo ma non ultimo” Stefano Boeri.
La folla dello Smeraldo gli ha fatto fare un balzo in avanti. Intanto ha dato una conferma di seguito e quindi un’iniezione di fiducia anche a se stesso. In secondo luogo è riuscito a fare una cosa diversa dalle solite assemblee politiche: il teatro come metafora, il cantautore con chitarra anni ’60, i “consulenti popolari…” possono sembrare kitsch ma la linea tra “stereotipo” e “sublime” è veramente sottile… e l’effetto complessivo è stato quello di “caricare” la platea.
In fondo Boeri sta facendo da terapeuta a un PD depresso. E se il PD gli sta dando molto (e la sala piena è stata una conferma che stavolta i soliti frenatori, quelli che remano contro perché non vogliono emergano nuove leadership, non hanno avuto peso) lui anche sta dando al PD un ritrovato slancio e fiducia in se stesso.
Ovviamente il problema sarà andare oltre il campo già seminato.
Però questo è il primo tempo e si tratta di vincerlo superando il 50% e non pregiudicando il rapporto con quanto è stato rimesso in gioco.
Perché questo appare il dato più importante di queste primarie (se non si mettono i partiti e gli staff dei concorrenti a rovinarle…). Sembra di respirare un’aria da anni ’70… Un impegno comune al cambiamento.
Se la città percepirà una sinistra meno litigiosa, con un blocco sociale composito che non ha al suo interno “dittatori” (né il Pd, né la Cgil, né i giustizialisti, né il radicalismo parolaio, né i cattolici né i laicisti…) ma che ha una leadership corale che rappresenta le diverse istanze e insieme un leader generoso che ascolta veramente e cerca una sintesi.
Beh questa città darà risposte più chiare e grandi di quanto ci si aspetti….

Pier Vito Antoniazzi



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