26 ottobre 2010

LETIZIA MORATTI: ANATRA ZOPPA O ANATRA ARROSTO?


Il sindaco Letizia Moratti è un’anatra zoppa, come definiscono gli americani chiunque non abbia tutti i reali poteri che istituzionalmente dovrebbe avere o perché soffre dei condizionamenti della sua maggioranza o perché è fragile per l’esiguità della maggioranza che lo sostiene. Di questa zoppìa la Moratti ne soffre da tempo ma il suo claudicare si è accentuato subito dopo di quella che lei ritiene la sua maggiore vittoria: l’assegnazione a Milano dell’Expo 2015.
Stupisce sempre il suo atteggiamento: un furibondo attaccamento al potere, tanto da farle mandare giù i più incredibili rospi; ultimo il “ciao!” di cui l’ha gratificata Bossi, il capo della Lega Nord che è riuscito e riesce a tenere sotto schiaffo Berlusconi e senza limiti nella trivialità del suo linguaggio politico. I compagni di ventura non se li è scelti lei, è vero, ma non ha mai avuto il coraggio di mandare tutti al diavolo pur essendo, per censo, un politico che ha meno di chiunque altro il problema di procurarsi attraverso la politica un buen ritiro dorato. Viene legittimo sospettare allora che dietro questo attaccamento al potere ci sia molto di più della semplice bramosia o della semplice ambizione. Nel Bel Paese si fa fatica a decifrare questi misteri e di solito quando se ne capisce qualcosa non è una scoperta divertente, soprattutto per chi non credendo all’aldilà, nemmeno può sperare che l’Eterno faccia giustizia dove l’uomo non è arrivato.
Negli ultimi tempi poi questa zoppia è diventata micidiale per la città intera e per il suo futuro vero, quello che non si misura col taglio di nastri di padiglioni di ospedali, della posa di prime pietre cui raramente ne segue rapida la seconda, di ricevimenti per anziani o di fuochi di artificio. Quello che fa meraviglia è che all’interno della stessa maggioranza, vi sia tanta diversità di ruoli tra lei e Berlusconi – due leader anche se a scala diversa – pensando a quel che il partito della libertà considera la sua miglior bandiera: essere il partito del fare, quello del “ghe pensi mi”. Berlusconi lancia un’idea ed ecco che tutti i suoi cortigiani e sodali si danno un gran daffare per accontentare il capo, pronti a tutto, a smentire se stessi e a far strame delle istituzioni per merito delle quali sono arrivati là dove comodamente stanno. Per la Moratti quasi sempre il contrario: lei ha un’idea, prende un’iniziativa, ed ecco che tutti i suoi si mettono in agitazione per metterle i bastoni tra le ruote con i se, i ma, i forse e i distinguo, le chiedono persino di mettere alla porta i pochi che ha liberamente scelto tra i suoi assessori. Per la città un disastro.
Non siamo malamente governati da un’anatra zoppa ma un’anatra che va arrosto, a fuoco lento e il profumo della cottura delle sue “carni” – il potere – fa venire l’acquolina in bocca a molti. Quanto durerà questa cucina che affonda Milano? Forse ancora poco, il tempo di arrivare alle prossime elezioni a patto che la destra non vinca ancora. Se così invece dovesse essere si aprono due scenari: la riconferma della Moratti o un nuovo personaggio arrivato all’ultimo minuto al proscenio. Nel primo caso si ha solo la soddisfazione di non dover temere il peggio, lo stiamo già vivendo. Nel secondo caso il personaggio dell’ultimo minuto potrebbe essere una sorpresa, salvo che si tratti dell’ex sindaco Albertini – se ne mormora – perché ci risaremmo con il basso profilo dell’amministratore di condominio, un piccolo condominio che non interessa né al Paese, né ai nostri “grandi” della politica, figuriamoci all’Europa o al mondo.
Un condominio da primi del ‘900, dove i signori stanno al piano nobile, e gli altri via via più su fino alle soffitte dove sta chi lavora di più e guadagna di meno e soprattutto dove non arriva l’ascensore, nel nostro caso e fuor di metafora, l’ascensore sociale nel quale c’è chi sale e chi scende e mette così in moto la società. Senza questo “movimento” la città muore, invecchia insieme ai suoi abitanti. Vorremmo altro per i nostri figli, magari solo quel tanto di speranza che serve per sopravvivere.

LBG



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