28 settembre 2010

PRIMARIE:ARCIPELAGO DA CHE PARTE STA?


 

Dopo i primi numeri di questo giornale del marzo 2009, nato su stimolo del circolo la Fabbrichetta, alcuni lettori e molti amici mi domandano che cosa oggi negli editoriali che scrivo animi il mio “astio” (che io chiamo insofferenza) nei confronti del Pd – che è ancora il mio partito (tessera presa in occasione delle primarie costituenti del 2007) – e da che parte stesse allora il circolo e poi, oggi, Arcipelagomilano.

La Fabbrichetta dal settembre 2005 si mosse nell’ambito della sinistra e non perse occasione per difenderne le ragioni e così oggi Arcipelagomilano. Fin dal primo numero del giornale, nel presentarci ai lettori indicammo due obbiettivi: dar voce alla sinistra critica, che poca ne aveva ufficialmente, e fornire ai lettori un ventaglio di opinioni non venato da interessi di bottega e non facilmente desumibile dal contenuto stesso degli articoli. Volevamo accogliere tutte le opinioni, ovviamente anche quelle diverse dalle nostre, che rappresentassero qualcosa d’interessante nel dibattito interno che deve animare ogni forza politica. Oggi le domande che ci rivolgono sono ancora quelle e l’occasione delle primarie addirittura rende esplicita una domanda nuova (che ritroverete in molte delle lettere pubblicate anche in questo numero): ma da che parte state? Per quale candidato fate campagna?

Un chiarimento dunque è doveroso e, per non annoiare i lettori, ci limiteremo alla vicenda “primarie” che in qualche modo tutte le riassume. Sulla vicenda della candidatura di Boeri mi sono già espresso due settimane orsono e ho cercato soprattutto di marcare le differenze strategiche tra noi e il Pd: secondo me sono stati commessi errori nei tempi, nei modi e nell’approccio al vero problema. Io non credo che in questa fase fosse il caso di appropriarsi di una candidatura ma quello di portare ai seggi delle primarie il maggior numero di elettori e per far questo era necessaria una pluralità di persone che mostrassero il volto e si candidassero. I dibattiti che sino ad ora si sono svolti in città mi danno probabilmente ragione, soprattutto perché, ed era inevitabile, i candidati si propongono di sciogliere i noti nodi irrisolti della città: si potrebbe persino dire che i programmi si somigliano molto, forse troppo. E’ invece nel modo di risolverli che divergono e nella scala delle priorità. Lasciamo per un momento da parte gli aspetti “negativi” di ogni candidato -frequentazione con i poteri forti immobiliari, età avanzata, passato politico di estrema sinistra – quelli che la stampa ha sottolineato, e mettiamoli soltanto ai nastri di partenza di questa gara per decidere chi meglio scioglierebbe i nodi.

Qualcuno dice che il vero obbiettivo sia solo quello di trovare chi, a prescindere dai programmi, sarebbe in grado con la sua personalità di battere Letizia Moratti. Ecco un’altra diversità di opinione col Pd. Noi guardiamo ai programmi, difficili da sintetizzare ma possiamo ritenere che Boeri per sciogliere i nodi milanesi si affidi a una sorta di mix tra crescita e innovazione come portato della sua età; possiamo pensare che Onida prediliga un processo di sostanziale ripristino della legalità, riordino della macchia amministrativa e un rilancio del funzionamento della città perché senza di essi qualunque progetto è vano. Possiamo pensare che Pisapia sia più attento alle alleanze sociali e a un ricupero di rapporto tra eletti ed elettori e a un più penetrante controllo degli elettori sul rispetto del patto sociale sotteso alla democrazia che la giunta Moratti ha quasi cancellato dalla vita pubblica. Ecco allora le tre “insofferenze” di Arcipelagomilano: perché perdere l’occasione di un ventaglio di opinioni? Perché non capire che ognuno dei candidati è portatore di un suo importante bagaglio personale, chi di energie, chi di esperienza, chi di passione politica? Perché non promuovere tutti i candidati anziché promuoverne uno solo? Visti i programmi a oggi, viste le personalità e le indoli dei candidati in fondo i milanesi sono soprattutto chiamati con le primarie a scegliere delle priorità lungo il percorso di soluzione dei nodi, dando per certo che il tutto e subito non c’è, non fosse altro che per problemi di bilancio.

Dunque questa è la strada che abbiamo tracciato per il nostro giornale: alimentare il dibattito per arricchire l’offerta programmatica dei candidati ai milanesi e consentire a questi ultimi di scegliere con la maggior consapevolezza possibile. Il nostro non vuol essere cerchiobottismo e non lo sarà perché ognuno dei redattori ha le sue opinioni e le esprime, compreso il direttore. Ma questo è di ogni giornale.

 

L.B.G.



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti