28 settembre 2010

SENTO PROFUMO DI PUZZO


 

Camminando per Milano sento profumo di soldi. Vedo automobili più grandi del mio salotto e mi sembra di intravedere borsette dal valore di uno stipendio mensile. Talvolta di due stipendi. Non si può essere certi, perché c’è chi li fabbrica praticamente uguali e costano solo mezzo stipendio mensile. Le macchine sì sono vere, quelle ancora non vengono contraffatte. Vedo bellissimi palazzi, alti, fatti solo di vetro, così fragili che ti domandi come fanno a stare in piedi. Che vista si avrà da lì sopra. L’intera città si estende ai tuoi piedi, cosa dico, sei così in alto che la città non la vedi neanche, vedi dritto alla cima al Monte Rosa. Mentre qui giù vedo cappotti, telefonini, scarpe, passeggini, foulard e tante altre cose costose. Per quello che ha addosso, non posso neanche pensare quanto danè ha speso, quel signore che sta mettendo il soldino nel carrello della spesa all’Esselunga. E’ anche palestrato. Sembra un rampollo rampante.

Mi saluta, ma io non lo conosco. Figuriamoci.

“Non mi conosci?”

“Non mi pare”.

“Sono Giò, ci siamo visti da Franci. Ah vedi, ora sì che mi conosci, tutto bene? Anche tu in questa zona quindi. Bella zona questa, mi piace l’atmosfera, non è troppo chic, non c’è la puzza dei soldi e allo stesso momento ci sono dei bei negozi, scuole, mezzi pubblici, ufficio postale, è una zona completa! Non è come dall’altra parte del corso dove ci sono solo avvocati e notai, e i filippini che portano fuori il cane. Non abiterei mai lì, dove i vicini di casa ti danno del lei.

Oggi è un giorno importante, ho fatto domanda e mi hanno chiamato per un colloquio. Sarà anche per questo che non mi hai riconosciuto. Solitamente non mi vesto così. Devo andare in piazza Cordusio col tram e presentarmi alle undici in banca. L’ambiente delle finanze è sempre molto scivoloso, uno si è fatto male e ora va sostituito. Non si sa com’è successo, ma se non piaci più, sei fuori in un lampo. Ora cambiano lo staff completamente. Stavo per uscire e mi accorgo di aver finito la lettiera del gatto e il dopobarba e quindi ho fatto un salto al super. Manca il tocco finale del profumo.”

“Franci chi?” Ne conosco un sacco di Pippo, Lino, Giò, e di Franci un sacco e una sporta. Mi pare di averlo già visto questo, ma tutta sta confidenza, non saprei… Compra profumo e lettiera del gatto. Una volta si usava il vecchio giornale, e i ricchi, così si diceva, mettevano i biglietti da 100 cento lire. Chissà se un giorno Armani non fa anche un dopobarba del genere. Fabbricarne uno che ha l’odore di lettiera di gatto, quello sì che sarebbe rivoluzionario. Abbiamo fatto crescere i capelli, da avere la testa trasandata, abbiamo sbiadito e strappato i jeans, tagliato le magliette, tutto per essere più brutti, perché non possiamo anche puzzare un poco di lettiera da gatto?

“Francesco Della Paglia.”

Il dottor Della Paglia è il mio medico. Probabilmente ci siamo visti nella sala d’attesa. Ma se questo va in piazza Cordusio, forse in banca, allora forse c’entra con il banchiere dimesso.

“Ma sei esperto di finanza?”

“No, lavoro nell’ambito della sicurezza.”

“Informatica?”

“Personale. Facevo il portinaio nel condominio del Della Paglia, ti ricordi, e ora voglio fare la guardia del corpo. Faccio questo salto. Vediamo se sono credibile. La camicia è nuova, la cravatta è di mio cognato, il completo è quello di Natale, insomma sono bello da ammazzà. Ha ha! Devo dare l’immagine dell’uomo curato, manca solo il profumo.”

“Ci sarà un nuovo chairman. Un altro direttore.”

“Stando corpo a corpo non posso mica puzzare. Al colloquio dichiarerò il mio amore per il profumo.”

Già, tentare il salto mi sembra giusto, ma facendo così non avrà mai quel lavoro. Proprio ora conviene dichiarare che ami il puzzo. E’ ora che Armani si faccia avanti, è arrivato il momento per lanciare la nuova linea: Lettiera da gatto, il profumo che puzza.

 

Michel Dingenouts



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