21 settembre 2010

I COLPI DI CODA DELLA BALENA ROSSA


 

I colpi di coda della balena rossa possono essere micidiali e gli spruzzi arrivano fino a Milano, remota provincia dell’impero. Gli elettori milanesi di centro sinistra sono come i pedoni della loro città quando piove: fermi sui marciapiedi abituati con stoica fermezza ai villani che passando nelle pozzanghere li lavano da capo a piedi. E si fanno sempre le stesse domande: ma chi sono questi villani? Perché i tombini non portano via l’acqua sporca? Così come noi ci domandiamo: perché mai il dibattito per il Pd non sia mai interno ma cominci dalle pagine dei quotidiani o dai talkshow, tra l’altro un vero affronto ai militanti iscritti che apprendono così le notizie che li riguardano.

Nessun rispetto per la cosiddetta “base”, semmai la conferma che il partito è ormai diviso in famiglie che seguono il capo come i ciechi di Pieter Brueghel e ovviamente il dibattito è un’inutile liturgia. Che conseguenza avranno a Milano questi colpi di coda? Difficile dirlo così come qualche tempo fa era difficile dire da che parte andassero e chi fossero i finiani milanesi. A complicare le cose ci è arrivata da Roma questa vena tra goliardia e Littoriali delle Gioventù che fa dire agli autonominati giovani che solo le loro gagliarde spalle possono sostenere le idee (vecchie e sempre quelle) del nuovo Pd.

Tutti i discorsi che andiamo facendo diventeranno vani se si abbatterà su di noi la sciagura dell’abbinamento delle elezioni amministrative con le politiche anticipate che faranno arrivare su piazza i big nazionali a oscurare non solo i candidati locali ma a distrarre gli elettori dai problemi, gravi, della città. Ma veniamo al sodo: sarò grato a chiunque mi spieghi come si declinano rispetto ai problemi locali le differenze ideologiche tra rutelliani, bersaniani, dalemiani e non so chi altro ancora. Forse solo Vendola è interpretabile in sede locale ma questo è ovvio dato il livello amministrativo da cui proviene e probabilmente è anche per quello che non gode di molte simpatie da parte di vecchi del Pd.

Quanto poi alle primarie non servono gli schizzi romani: per sbagliare siamo capaci da soli. L’ultima mossa, quella che doveva essere lo scacco matto, l’indicazione ufficiale del candidato di partito – Stefano Boeri- con relativa incoronazione di fronte al pubblico della Festa del PD, è parso a molti più un fatto interno – la chiusura dei giochi (definitiva?) – che non un’indicazione all’elettorato di centro sinistra, soprattutto a quello che porta con sé i famosi 20.000 voti che fanno la differenza tra l’eletto e lo sconfitto come sindaco a Milano. Anche qui i giovani dirigenti del partito hanno voluto dire la loro in pubblico e nelle dichiarazioni ai giornali.

Era una buona occasione per tacere, per lasciar crescere la candidatura e farla camminare con le sue gambe in mezzo alla società civile che oggi abbiamo ribattezzato ” cittadinanza attiva” forse per logoramento e ambiguità della vecchia locuzione, ma si sa, i giovani sono irruenti, soprattutto a parole, e se le cose andranno male, tra qualche anno verranno a dirci: erano errori di gioventù. Appunto.

 

LBG



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