14 settembre 2010

PRIMARIE: L’ORECCHIO DEL CANDIDATO


 

I candidati alle primarie nelle loro dichiarazioni corrono il rischio di dire spesso le stesse cose, anzi già ne dicono, e con questo si disorienta l’elettore delle primarie che finisce col rifugiarsi nel voto emotivo, quello che a Milano proprio non serve. Uno dei “tormentoni” classici è “ascolterò la città”. Che cosa voglia esattamente dire non l’ho mai capito. Vuol dire mi metterò in ascolto della città per capire i suoi problemi o meglio i problemi della gente? Io credo che se qualcuno si candidi a diventare sindaco non è una decisione che ha preso in un’inconsueta improvvisa notte insonne ma la conclusione di un percorso che l’ha portato a dire: visto che i problemi di Milano, che penso di conoscere, marciscono da tempo insoluti: il mio impegno civile, magari sospinto da una legittima ambizione, mi fa decidere di scendere in campo.

Ma può anche essere altra cosa : devo ascoltare la città con l’obbiettivo di dire quello che la gente vuol sentirsi dire per catturarne la benevolenza e quindi il voto. Questo mi piace già meno. E’ una tecnica sondaggi stico-berlusconiana che non porta lontano soprattutto chi non ha media-artiglierie pesanti (economicamente) da schierare per provocare il corto circuito tra desideri (spesso poco decorosi) ,generazione di opinione, unto del Signore. C’è un’ulteriore declinazione dell’ascolto della città: ascoltare nel senso di tener conto di quello che la gente pensa, delle attese, dei desideri dei propri concittadini per introitarli nei propri programmi ben sapendo che non tutti i desideri si possono accontentare e che la politica è anche arte difficile di mediazione, soprattutto quando i desideri espressi siano assolutamente irrazionali e frutto soltanto degli istinti della parte animalesca dell’uomo che la ragione (per alcuni la fede) non ha saputo ancora domare nel difficile percorso verso la convivenza civile. Questo è l’ascolto vero, quello che dovrebbe portare a farsi ascoltare e casomai reagire all’onda di eco provocata dalle loro dichiarazioni.

C’è, per finire, il peggior modo di “ascoltare la città”, quello di fingere un ascolto che non c’è, trasformato in una sorta di pellegrinaggio tra la gente fingendo di prestare orecchio ma col solo scopo di illudere e di farsi vedere: un modo alla Moratti a spasso per la città e per i mercati, ampiamente documentato (tagliando il dissenso rumorosamente manifestato) dal suo canale digitale terrestre
che ci ricorda monarchi e alti prelati del passato nelle loro pompose udienze di raccolta di suppliche. Arcipelagomilano nei prossimi numeri ospiterà ogni settimana un collage di video interviste di tre minuti ciascuna durante le quali i tre candidati alle primarie risponderanno alla “domanda della settimana” formulata dalla redazione. I lettori potranno commentare scrivendo alla nostra casella e-mail lettori@arcipelagomilano.org.

 

L.B.G.



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