14 settembre 2010

IL PARCHEGGIO DI PIAZZA MEDA


 

Cosa succede a Milano? Si può veramente parlare di Rinascimento Architettonico e Urbanistico della città?Nelle relazioni introduttive di atti e strumenti urbanistici, a partire dalla delibera Comunale “Ricostruire la grande Milano del 2000” per poi seguire nelle premesse del vigente e del futuro Regolamento Edilizio, nel ponderoso Documento di Piano del PGT, nelle intenzioni ondivaghe dell’EXPO, nei programmi della nuova Commissione per il Paesaggio, ex Commissione Edilizia e dalla delibera riguardante la formazione di un’inedita super commissione per la bellezza della città (affidata all’ex assessore Zecchi), si comprende l’intenzione di migliorare gli scenari urbani al fine di ottenere una città più bella.

Ebbene, in questo nuovo clima da “Guerra Santa” che si affianca all’ormai stanco mito della Milano capitale della Moda e del Design ci si aspetterebbe vedere finalmente progetti degni di questi civili proponimenti, tendenti a un costante miglioramento della scena urbana. E invece no, ci troviamo ancora di fronte all’ennesima avvilente interpretazione dei piccoli edifici che ospitano scale e ascensori dei parcheggi interrati, peggiorata in questo caso dalla posizione urbanistica in pieno Centro Storico. E così in piazza Meda, tra dignitosi edifici, alcuni progettati negli anni 60 da Figini-Pollini, Caccia Dominoni e BBPR, appare uno scatolotto di vetro nero con vistose scritte bianche, contenente gli ingressi pedonali con scala e ascensore, che per materiali e qualità del Design non ha niente a che vedere con le architetture circostanti ma che si adatterebbe meglio a un Mall piuttosto che nella scena urbana raffinata di questa parte di Milano.

Questo piccolo edificio, che si può definire opera minore, in realtà lo è solo per le dimensioni ma non per la sua ubicazione, in piena visibilità, che lo trasforma, (come d’altronde i gazebo, le fontane, i monumenti e le uscite del Metrò) in “punto cospicuo” per la scena urbana e dove il Design doveva essere attentamente controllato. Certo, si capisce che far emergere un volume, indispensabile alla funzione di parcheggio, dalla quota zero è un problema. Non sempre capita nel punto più desiderabile, sia per questioni strutturali e distributive che di normative dei VVF, ma il Design serve soprattutto a questo, a far sì che comunque il piccolo edificio diventi “punto cospicuo” della piazza e tale da sembrare lì da sempre. Oltretutto il suo costo, rispetto a quella del parcheggio, è comunque irrisorio, quanto è grande invece il suo impatto, e dispiace veder risparmiare su un investimento non indifferente proprio nell’aspetto più delicato e visibile che il manufatto ha sulla scena urbana.

Se è vero che Milano è la capitale della Moda e del Design e che attorno a piazza Meda si affacciano le vetrine di stilisti e ditte di arredo che il mondo ci invidia, offrire agli occhi dei visitatori questo squallido esempio di “non Design” non è proprio nell’interesse della città e sicuramente in eclatante contraddizione con i buoni propositi ostentati in strumenti e delibere dall’Amministrazione Comunale.

 

Gianni Zenoni



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