14 settembre 2010

QUEI DEBUTTANTI A PALAZZO MARINO*


E’ un pattuglione nutritissimo quello degli “absolute beginners” in Consiglio comunale. Dopo gli assestamenti dovuti ai rimpiazzi degli eletti gratificati in seguito anche di un posto in giunta, ora complessivamente se ne contano quaranta. Due terzi dell’assemblea. Tutti esordienti per Palazzo Marino ma non tutti, naturalmente, sullo stesso piano, dal momento che c’è chi, come Berlusconi, ha fatto fra le altre cose il presidente del Consiglio, oppure il ministro o il parlamentare, e c’è chi limita la sua esperienza politica alla presenza in Consiglio di Zona. In questa pagina trovate una loro biografia, per forza di cose brevissima. Con l’avvertenza che i giochi non sono finiti, dal momento che per i big si annunciano più o meno pronte dimissioni. Cosa faranno i “remigini” del consiglio? Abbiamo provato a chiederlo ad alcuni di loro.

COSA DICONO

Un comune denominatore, la politica delle piccole cose. “Guardiamo al concreto e riempiamo le buche”. Livio Caputo: “La prima cosa sarà il discorso come capogruppo di Fi. Sono sensibile soprattutto a tre cose: alle privatizzazioni, che predicavo quando erano ancora una brutta parola; all’immigrazione, di cui mi sono già occupato al Senato; a una grande campagna per la pulizia della città e dei parchi, ridotti in maniera indegna”. Giulio Gallera: “Lavorerò sui piccoli grandi problemi: buche, erba non tagliata nei giardini, scale mobili rotte nel metrò.

Poi sulla creazione di spazi musicali, culturali e sportivi per i giovani. Potenziamo le biblioteche rionali utilizzando le scuole chiuse per il calo demografico”. Giuseppe Cusumano: “Sicurezza, riqualificazione dello sviluppo urbano, servizi sociosanitari adeguati, una seria politica di immigrazione anche per favorire chi a titolo per inserirsi. E rendiamo i quartieri più divertenti e vivibili”. Giovanni Marra: “Rilanciamo il decentramento, occupiamoci di buche e fogne, opere minori che danno il segnale del cambiamento”. Antonella Maiolo: “Le buche? In una sono caduta anch’io, nel ’95, ed ho chiesto i danni al Comune.

E poi, pensiamo al traffico e al resto del programma di Albertini”. Giangaleazzo Visconti di Modrone. “Musei, biblioteche, spazi espositivi sono inadeguati. Investire qui significa rendere la città più stimolante e creare lavoro rilanciando il turismo. Fiere, terziario, congressi e turismo d’affari hanno in potenza un indotto triplo dell’attuale. Difendiamo artigiani e commercianti. Stefano Di Martino: “Mio padre è stato dirigente comunale per 37 anni, così conosco la “macchina”. Va migliorata l’efficienza e restituita dignità ai dipendenti. I mezzi sono scarsi, l’informatizzazione modesta. Rilanciamo il decentramento”. Roberto Predolin: Vado in Consiglio prima di tutto per imparare. E’ necessario il rapporto con la gente, i quartieri. Primo problema, la sicurezza”. Giovanni De Nicola: “Porterò le proposte dei comitati, non so con che risultati ma non potranno far finta di niente.

Troviamo al Leoncavallo un immobile non a Greco e convinciamo a costituirsi legalmente in associazione. Sui locali notturni, rispetto a chi deve dormire”. Ivan Cattaneo: ” Non farò un’opposizione preconcetta. Mi impegnerò per una caserma dei carabinieri da fare subito in una ex scuola media di via Bianca Milesi, a Baggio”. Gabriella Fumagalli: “Non so quanto potremo fare ma certo grossi problemi sono le scuole materne egli asili nido. In Zona 6 alle materne ci sono 606 richieste per 392 posti e agli asili è peggio”. Ainom Maricos: “Mi auguro ci sia un clima civile per poter lavorare, pur dall’opposizione, per una città vivibile. Sembra un’ovvietà, speriamo sia così”. Emanuele Fiano: “Vorrei portare la mia competenza di architetto. Sono il primo consigliere ebreo che ricopre una carica nella comunità. Vorrei un luogo pubblico di cultura ebraica che a Milano manca ma anche che la scuola ebraica si aprisse di più: partiamo dai bambini per sradicare l’ignoranza”.

Ndr: Gabriele Albertini riscosse il 53,1% (primo turno 40,7%) dei consensi e Aldo Fumagalli il 46,9% (primo turno 27,4%) al ballottaggio dell’11 maggio 1997 in cui votò il 65,8% dei milanesi.

Fra gli altri eletti Franco Bassanini per il Pds, Egidio Sterpa per Fi, Piergianni Prosperini per An, i candidati sindaci Umberto Gay di Rifondazione comunista e Marco Formentini della Lega. Massimo De Carolis di Fi venne eletto Presidente del Consiglio Comunale. Altri subentri: per Fi Claudio Cicciò ad Achille Serra, Andrea Mascaretti a Giovanni Terzi (che a sua volta subentrerà ad Antonella Maiolo), per Rc Franco Calamida a Fausto Bertinotti, Enrico Fredrighini a Umberto Gay, per la Lega Matteo Salvini a Roberto Ronchi e infine per il Pds Giovanni Luzzi ad Aldo Fumagalli, Carlo Cerami a Michele Achilli, Franco Mirabelli ad Alex Iriondo.

* La Repubblica, lunedì 2 giugno 1997

Stefano Rossi



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti