8 settembre 2010

DA EXPO 2015 A PARCO TEMATICO


 
 

EXPO, grande manifestazione della durata di sei mesi, rappresenta una grande opportunità per Milano, per la Regione Lombardia, per l’Italia. Tuttavia i benefici effetti indotti rischiano di essere di breve durata se non viene pianificato il dopo EXPO in una visione strategica che permetta la massima valorizzazione dei padiglioni espositivi, delle infrastrutture, della rete viaria destinati a rimanere, ossia il lascito EXPO. E’ la tesi illustrata nello studio “Da EXPO 2015 a Parco tematico” di E. Repetto dove si propone di integrare fra loro le parti costitutive del lascito EXPO per dar luogo a un innovativo Parco ludico-educativo le cui tematiche ampliano e spettacolarizzano quelle presentate durante l’EXPO, incentrate sull’alimentazione nelle sue diverse articolazione, sullo sviluppo sostenibile. Secondo le indicazioni contenute nel Masterplan e le dichiarazioni della Consulta Architettonica, coordinata dall’Arch. Stefano Boeri, il lascito EXPO sarebbe costituito da:

cinque aree bioclimatiche: tre serre per climi tropicali umidi, aridi, secchi, due aree scoperte per climi temperato e temperato mediterraneo, orti e campi sperimentali, Palazzo Italia, Cascina Triulza, Performance Center con Auditorium e Sala multimediale, Decumano, Cardo, canale navigabile.

L’insieme delle cinque aree bioclimatiche, degli orti e dei campi coltivati andrebbero a costituire quello che la Consulta ha chiamato l’Orto Botanico Planetario, da aprire al pubblico e la cui gestione, finalizzata in particolare ad attività di ricerca, verrebbe affidata al Centro per lo Sviluppo Sostenibile. Secondo la Consulta, Cascina Triulza, pensata per diventare un grande museo dedicato all’alimentazione e l’Orto Botanico Planetario rappresenterebbero l’eredità più importante dell’EXPO. Apparentemente ancora da definire la destinazione finale di Palazzo Italia e del Performance Center.

I limiti di questa impostazione progettuale potrebbero essere individuati in un elevato consumo del territorio che non lascia spazio a iniziative a maggiore valore aggiunto e nell’apparente frammentazione nell’utilizzo dei padiglioni. Per superare questa frammentazione, i padiglioni destinati a rimanere andrebbero concepiti pensando all’EXPO e al dopo EXPO come un unico momento progettuale, per dar vita a un innovativo Parco tematico, diventandone pezzi importanti e fra loro perfettamente integrati. Un Parco le cui tematiche, che si sviluppano lungo un percorso espositivo, s’innervano su quelle incentrate sull’alimentazione che da sole, spente le luci sull’EXPO, non sarebbero particolarmente accattivanti per il grande pubblico.

Attraverso un’accurata progettazione, il Parco può cominciare a esprimere la sua identità ed essere al tempo stesso parte integrante dell’EXPO già durante i sei mesi espositivi. Il visitatore, nell’attraversare il Parco, compie un viaggio virtuale che dal centro della Terra (padiglione “Le Scienze della Terra”, “l’Area rinaturalizzata”) lo porta a conoscere e ad ammirare i più suggestivi biomi del pianeta (padiglione “La Biosfera”) e a esplorare la Terra e L’Universo (padiglione “La Cupola dell’Universo”) con gli occhi dei satelliti, delle stazioni orbitanti. Da questi contenuti, descritti analiticamente nello studio citato, è derivato il nome dato al Parco: “Dal Centro della Terra all’Universo”.

Pur avendo allargato, spettacolarizzandole, le tematiche dell’EXPO, queste si ritrovano ben rappresentate nel Parco. Si ritrovano nei padiglioni: le Scienze della Terra e la Cupola dell’Universo, nati da una rivisitazione/rilettura del Performance Center con sala multimediale dotata di planetario digitale di nuova generazione, nella Biosfera, costituita da serre per clima tropicale umido e arido/secco, nell’Area rinaturalizzata risultante dal restyling delle aree scoperte per clima temperato e temperato mediterraneo. Sono ambienti dove si concentra buona parte della biodiversità terrestre.

Biosfera e Area rinaturalizzata rappresenterebbero ciò che rimane sul sito espositivo dell’Orto Botanico Planetario, mentre si suggerisce per gli orti e i campi coltivati la loro delocalizzazione/decentralizzazione nel Parco Agricolo Sud Milano e nei Paesi in via di sviluppo nell’ambito di progetti di assistenza. Si ritrovano nella Cascina Triulza dove si propone di affiancare al Museo dell’alimentazione uno Shopping Center (dedicato alla vendita di prodotti alimentari freschi e di qualità, come risultato dello sviluppo della filiera corta, di prodotti enogastronomici, espressione delle eccellenze del Made in Italy) e la Ristorazione a km. zero.

Si ritrovano infine nel Palazzo Italia con uno Shopping Center per la vendita di prodotti che s’ispirano alle tematiche ludico-educative ed ecologiche del Parco, con una Ristorazione multietnica, con un’Area convegni sulle tematiche legate all’alimentazione, alla difesa della biodiversità, allo sviluppo sostenibile, etc. Il Parco tematico andrebbe a occupare una fascia di terreno, stimabile in 30-50 ettari che si estende lungo il tratto navigabile del canale, a nord del Decumano e compresa tra i due ingressi principali, svincolando così una parte consistente del sito da destinare ad altre utilizzazioni (il nuovo Centro Rai di produzione, quartiere residenziale, etc.).

A livello ecologico, il Parco vuol essere un esempio di struttura complessa alimentata da energia prodotta da fonti rinnovabili (fotovoltaica, da biomasse, da mini idroelettrico, da geotermia a bassissima entalpia), a impatto ambientale vicino a zero, progettata secondo i principi della bioarchitettura per contenere i consumi energetici, con un’attenzione volta al riciclaggio/recupero dei rifiuti. La disponibilità di energia elettrica da fonti rinnovabili porterebbe a privilegiare sistemi di mobilità sostenibile (veicoli su ruote e battelli) basati su questa energia e dimensionati per un trasporto di massa.

Al Centro per lo Sviluppo Sostenibile, già impegnato nella gestione dell’Orto Botanico Planetario, potrebbero essere assegnate funzioni aggiuntive finalizzate al rinnovo costante dell’offerta del Parco con attività che vanno dall’arricchimento della biodiversità della Biosfera e dell’Area rinaturalizzata, all’aggiornamento dei percorsi espositivi, al supporto per una gestione del Parco a impatto ambientale zero, all’organizzazione di convegni/eventi sulle tematiche di cui il Parco si fa interprete e vetrina.

Il Parco tematico, eredità dell’EXPO, ha l’ambizione di porsi come benchmark nei confronti dei più celebrati parchi ludico-educativi europei come Eden Park (Inghilterra), Cité de l’Espace, Vulcania, Futuroscope (Francia), Museo delle Scienze Principe Felipe (Spagna). La prospettiva di dar vita ad un Parco tematico in grado di raggiungere fino a 2 milioni di presenze/anno, può produrre l’effetto di mobilitare, in una strategia di lungo periodo, altri progetti già ampiamente pubblicizzati volti a far conoscere e valorizzare l’agricoltura periurbana, le cascine storiche del Parco Agricolo Sud Milano, i beni architettonici, l’agriturismo, etc.. Per i suoi contenuti ed il suo ruolo il Parco ha le potenzialità per essere, verso il territorio metropolitano, motore culturale-scientifico-tecnologico-turistico-economico.

Allo scopo di far decollare questa proposta è stato costituito un Gruppo di lavoro multidisciplinare di cui fanno parte rappresentanti di Istituzioni nazionali e internazionali, liberi professionisti, docenti universitari, specialisti nel settore dei parchi tematici. Possiede la flessibilità di rapportarsi sinergicamente con l’Ufficio di Piano della Società EXPO, con la Consulta Architettonica e, se attivato, di diventare rapidamente operativo.

 

Eugenio Repetto



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