31 agosto 2010

PGT “OSSERVATO” SPECIALE


 

Non c’è pace per i milanesi che ritornano dalle meritate vacanze agostane. Oltre allo slalom tra i mille cantieri, non ancora chiusi, che hanno vaiolato le già sofferenti strade ambrosiane, gli stressati cittadini devono fronteggiare l’arduo compito di presentare le osservazioni al PGT, cercando di capire in primis cosa sono e poi come si fanno materialmente. E sicuramente qualcuno –tanti o pochi?- si chiede anche perché.

Dopo l’estenuante tenzone degli emendamenti in aula, conclusasi con l’adozione del PGT il 14 luglio (data assai rivoluzionaria della presa della Bastiglia) la palla passa ora ai cittadini, che possono presentare le loro proposte di modifica sotto forma di osservazioni. In buona sostanza, dopo essersi scaricati 2 gigabyte di elaborati del PGT e dopo aver provato a leggere pagine di relazioni e decifrato decine di tavole, i volonterosi milanesi potranno scrivere al Comune per chiedere di cambiare il tal articolo delle norme del PDS o il tal retino sulla tavola 3.1 del PDR. Intanto le opposizioni non stanno a guardare e si attrezzano (ma va ricordato che avevano già portato a casa qualche risultato come lo stralcio del tunnel) con kit e uffici per aiutare i cittadini nel gravoso compito di “osservare” -e provare a modificare- il diabolico documento.

E in tutto questo l’immaginifico assessore all’Urbanistica ostenta sicurezza e qualche stilla di arroganza. Se l’opposizione utilizzerà le osservazioni come metodo ostruzionistico – dice lui – allora sarà miope e non in sintonia con i cittadini. Se Celentano è contro il PGT – continua – è solo perché non lo ha letto. E questo è probabile perché per leggere tutto il PGT, non mi sono bastate le ferie. Invece sul tema della densificazione e sulle risorse per le infrastrutture Masseroli diventa generico e risponde in stile democristiano. Non dicendo nulla.

Ma pure l’unico sfidante ufficiale per la poltrona di sindaco, l’avvocato Giuliano Pisapia, non scherza, sostenendo che il PGT è tutto da rifare. Ci permettiamo solo di far notare a Pisapia, che, anche solo dal punto di vista statistico, è assai improbabile che il piano sia tutto da buttare via –qualcosa di buono c’è senza dubbio – e oltretutto, così dicendo, fa un torto ai suoi colleghi dell’opposizione che si sono fatti il cosiddetto “mazzo” per migliorarlo nei mesi scorsi (vedi anche il botta e risposta tra il nostro direttore e Majorino su queste stesse pagine). In più si mormora (a leggere i giornali) di una possibile candidatura di un Boeri, un giorno Stefano e l’altro Tito (come se fossero intercambiabili) per il Pd e non so se si tratti di un sogno di mezza estate o di un incubo settembrino…

Come se non bastasse un’altra sorpresa attende i milanesi che, dopo aver scaricato le valige, si adagiano accaldati sul divano e accendono la tv: il canale del digitale terrestre Milano 2015, già soprannominato dai più maliziosi TeleLetizia, dato che è lo stesso sindaco che finanzia di tasca propria il canale con finalità ovviamente elettorali. Proprio da questo pulpito digitale un consigliere di maggioranza paventa il blocco delle concessioni edilizie finché non si approva il PGT. Al di là della fattibilità tecnico-amministrativa di questo proposito, non sfugge che ormai con una DIA (e qualche variante sapientemente piazzata in itinere) si costruiscono interi quartieri.

E intanto il 14 febbraio del 2011 appare sempre più vicino. Non sto parlando della presunta data della fine del mondo secondo certi fantomatici calendari Maia, ma del termine ultimo per l’approvazione definiva del PGT, pena il suo decadimento. E ricordo che la mancata approvazione del PGT nei tempi di legge comporterebbe, quella sì, un disastro urbanistico senza precedenti per la nostra città, tra commissariamenti e vuoti nella pianificazione.

 

Pietro Cafiero



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