2 agosto 2010

DALLA MILANO “DA MORIRE” ALLA MILANO “DA VIVERE”*


Le vicende politiche milanesi del 1975 hanno avuto un peso locale e nazionale assai più rilevante di quanto oggi non possa apparire, perché furono un freno alla politica del ‘compromesso storico’ e assecondarono un processo che avrebbe fatto del PSI, per un certo periodo, un fattore di rinnovamento e l’elemento centrale dell’equilibrio politico nazionale.

Oggi sembrano eventi lontanissimi dopo la svolta degli anni ’90 durante i quali si sono registrati cambiamenti radicali nel sistema politico. Proprio per questo è importante non perdere la memoria di quanto accaduto in quegli anni.

I fatti che hanno determinato la scomparsa di alcuni partiti politici della ‘prima repubblica’ (PSI e DC), la trasformazione di altri (PCI e MSI) e la nascita di nuovi movimenti (Lega e Forza Italia) hanno provocato una ‘cesura’ che può essere superata col tempo e, appunto, con le ricostruzioni storiche.

[…]

La “giunta rossa al lavoro”.

I primi passi della giunta di sinistra furono segnati da entusiasmo e volontà, ma anche dal persistere di resistenze ‘conservatrici’ da parte del PCI. Già in occasione della prima stesura del Piano Regolatore da parte del centro sinistra (elaborato con la partecipazione di tecnici del PCI) ci fu una forte critica del PSI (la sostenni anch’io nel 1974, quando ero assessore e vicesegretario della Federazione del mio partito) per l’irrealistica previsione di eccessiva espansione industriale (8.000.000 di mq.!) accettata dall’assessore all’Urbanistica (DC) su pressione del gruppo comunista nella speranza di ottenerne il sostegno in aula. Nella Milano che andava trasformandosi da industriale a postindustriale, un’errata impostazione ideologica stava per sostituire un aggiornamento della pianificazione urbanistica che avrebbe dovuto basarsi su proiezioni non astratte delle modificazioni economiche, sociali e demografiche in atto negli anni ’70.

Quel progetto venne fermato prima delle elezioni del 1975 perché anche la maggioranza della DC comprese la validità delle critiche. I problemi riemersero con la giunta di sinistra e furono risolti con un compromesso, riducendo in parte le aree a destinazione industriale (3.000.000 di mq. circa di cui il 50% per ‘servizi’ all’industria) e aumentando le previsioni per il verde, l’edilizia abitativa e il terziario. Solo dopo le elezioni del 1980, cioè nella seconda fase della vita della giunta di sinistra, si poté percorrere una strada più realistica a moderna di sviluppo urbanistico di Milano, con le previsioni di un diverso utilizzo delle aree industriali ‘dismesse’ che erano la prova della mancanza di lungimiranza di una parte della sinistra nel comprendere la transizione dalla società industriale a quella postindustriale.

Resistenze massimaliste.

Le stesse tendenze ‘conservatrici’ di una parte del PCI si manifestarono nella politica dei trasporti. Toccò a me, eletto dopo Aniasi, di affrontare queste resistenze. Settori di retroguardia del sindacato e della sinistra comunista (con l’appoggio di qualche socialista) erano contrari alla costruzione di altre linee metropolitane, perché ritenevano che gli investimenti in quel settore avrebbero sottratto risorse per gli interventi in campo sociale.

Prima di mettere in cantiere il progetto della linea 3 ci vollero tre anni per convincere la parte riottosa del PCI che la metropolitana era un investimento socialmente utile in particolare per le classi lavoratrici. La decisione di far partire anche il ‘passante ferroviario’ (ipotizzato dal centro studi del Piano Intercomunale Milanese già nel 1965 come elemento essenziale del servizio ferroviario regionale) e il crescente gradimento degli utenti per MM1 (linea rossa) e MM2 (linea verde) – chiuse un periodo di oziose diatribe ideologiche sulla realizzazione delle infrastrutture del trasporto pubblico (‘la metropolitana era di destra, il tram di sinistra’).

In quel primo periodo di attività della giunta di sinistra fu riproposta la municipalizzazione del gas, servizio gestito dalla Montedison, che venne attuata alla fine del 1980, dopo una trattativa serrata, voluta e guidata dal vicesindaco Quercioli e da me, che avevamo fatto del riscatto del gas un obbiettivo politico ed economico. I critici di quella decisione (‘troppo costosa’ si diceva) dovettero ricredersi quando poterono verificare, una volta realizzati gli investimenti per la metanizzazione, gli utili conseguiti dall’Azienda Energetica Municipale, che gestiva elettricità e gas.

L’approvazione della variante generale del PRG fu in ogni caso la decisione politica più importante del primo anno di vita della maggioranza di sinistra: fu il testimone che Aniasi mi passò dopo le sue dimissioni per candidarsi alla Camera dei deputati. Lo strumento urbanistico era quello che più poteva influire sul quadro economico e sullo sviluppo della città. Quel Piano era ‘di contenimento’ nella previsione, rivelatasi poi sbagliata, che sarebbe continuata l’espansione demografica degli anni precedenti. In realtà il calo delle nascite, la riduzione del flusso migratorio e la crisi economica cominciarono a far decrescere la popolazione milanese che in poco più un decennio si ridusse quasi di un quarto (da 1,7 milioni a 1,350).

L’approvazione della variante al PRG (cioè il nuovo piano) fu accompagnata da un ampio confronto con associazioni professionali, sindacati dei lavoratori, rappresentanze imprenditoriali, associazioni di categoria. Mancavano allora indicazioni relative alle aree dismesse (che sarebbero state introdotte all’inizio degli anni ’80) perché l’allontanamento o la ristrutturazione delle industrie del territorio cittadino non era ancora fisicamente percepibile. I primi episodi rilevanti sarebbero stati quelli del Portello sud (Alfa Romeo) e Pirelli Bicocca.

Cambio di linea della giunta comunale a fine 1979?

Tra il 1979 e il 1980, secondo Landoni, iniziò, a livello della politica amministrativa della giunta di sinistra, un mutamento di linea rispetto a quella del 1975. In particolare nei settori dell’urbanistica e dei trasporti. In realtà vennero introdotte delle correzioni rispetto a impostazioni che si erano rivelate errate. La variante generale del piano regolatore era basata su una logica di contenimento sia del terziario che dell’edilizia abitativa, non prevedeva la linea tre della MM, né il passante ferroviario. La popolazione andava diminuendo, contraddicendo le previsioni dei primi anni ’70, ma c’era esigenza di edilizia abitativa, popolare e privata, perché era in atto una modificazione strutturale delle famiglie. Aumentavano i ‘single’, giovani e anziani, vale a dire che l’aumento delle unità famigliari era inversamente proporzionale alla diminuzione del numero dei residenti.

Le industrie si allontanavano da Milano, quando non chiudevano, mentre cresceva la domanda di terziario, e in particolare di terziario avanzato e direzionale. Se, per ragioni di convenienza economica e per mutamenti tecnologici, le attività produttive si spostavano oltre i confini municipali e provinciali, o riducevano i loro insediamenti, le sedi delle aziende rimanevano a Milano, dove contemporaneamente nascevano le nuove attività di servizio alle imprese.

La linea tre della MM, programmata nel piano trasporti del 1979 e iniziata nel 1980, e il passante ferroviario – imponevano poi modifiche urbanistiche. Il mutamento graduale della politica urbanistica e dei trasporti fu quindi un adeguamento alle esigenze del passaggio dalla società industriale a quella postindustriale, di cui non c’era stata ancora sufficiente consapevolezza nella formazione del programma della giunta di sinistra del 1975. Benché le trasformazioni economiche e produttive fossero in atto da qualche tempo nel mondo occidentale e nelle vicine nazioni europee, la sinistra italiana, e anche quella milanese, non avevano colto tutta la portata dei cambiamenti in atto.

Carlo Tognoli

*(Estratti della Testimonianza di Carlo Tognoli)




Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti