26 luglio 2010

AHMADINEJAD E IL POLIPO PAUL


 

La tensione in casa Medvedev si taglia con il coltello ogni qual volta si avvicina il momento della visita ufficiale in Italia. E da quando il Cav è single, la situazione si fa seria. “Tu da quello col piffero che ci vai!” “Ma cara…” Niente da fare. La signora Medvedev è irremovibile. “Senti amore io in Italia ci devo andare, tu però per favore lascia stare i rubinetti del gas… “. Lei sbuffa. E i riflettori di tutto il mondo si accendono sull´incontro. Ma anche quello delude. Ne’una gaffe, ne’uno scherzetto. Nemmeno qualche piccolo incidente di percorso. Non toglie la sedia al premier russo mentre si sta per sedere, non lancia gavettoni di urina ai giornalisti, nemmeno a mosca cieca si sente di giocare Berlusconi. Sarà perché è in calo nei sondaggi. O almeno cosi pare. Non passa un bel periodo il presidente.

Come tutti i premier nel mondo si trova a fronteggiare le crisi di fine stagione, arrancando verso il meritato riposo a Villa Certosa. E allora potrà finalmente tornare a dirsi: “Che bello essere me!” Per fortuna qualche soddisfazione qualcuno pensa a dargliela e questa volta arriva da sua figlia Barbara, il cui merito scavalca ogni barriera di crisi: appena laureata e già docente. Don Verze´ non sbaglia un colpo. Avrà chiesto consiglio al polipo Paul, consigliere ben più affidabile e moderno dell´ormai superato e antiquato Padre Pio. In proposito si è pronunciato anche il leader iraniano Ahmadinejad tre giorni fa, lanciando un nuovo agguerrito attacco verbale proprio all´indirizzo dell´invertebrato, definendolo “l´emblema delle superstizioni dell´Occidente.” Come dargli torto. E anche le vacanze della Merkel, che la bestia l’ha in casa, sono andate a farsi benedire. Sperando che Zapatero non sia venuto a conoscenza della spaventosa notizia e che non intenda ritirare la sua offerta di acquistare Paul. Magari trascorrendo qualche giorno di agosto in visita al Prado anziché a inzupparsi i piedi nei fanghi dei mari del nord.

E cosi ecco che la povera bestiuola è diventata una patata bollente passata freneticamente di mano in mano. Magari riaccendendo antiche fiamme risalenti al periodo della Guerra Fredda. E se il motivo dell´accanimento nei suoi confronti da parte di Teheran fosse il fatto che sia intimamente di fede ebraica? Paul l´ebreo! Non sono tentacoli, ma treccine! A proposito di Guerra Fredda, continuano gli scambi di agenti segreti tra i due ex blocchi. Come sono cambiati i tempi anche in questo caso! Scontrini da migliaia e migliaia di dollari di lingerie spesi in Times Square. E Putin: “Ma porca puttana! Chi è il cretino che le ha dato la carta di credito a quella li?” E Berlusconi di fianco che fa lo gnorri… Fatti che ricordano i ritrovamenti di militari giapponesi abbandonati a se stessi su isole del Pacifico a decenni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Con che coraggio glielo spiegano a uno che intanto si è messo a parlare con un pallone da calcio? E intanto si scalda anche il piccolo Kim Il Sun, in vista di un nuovo possibile scontro tra le due Koree, mentre scruta col suo binocolo la frontiera e osserva la Clinton che però lo scambia per un nano da giardino del New England al grido eccitato di: “How many dollars?” Insomma, i preparativi per una lunga calda estate impazzano a ogni angolo di mondo. Resta solo da sperare che ogni buon capo di stato si protegga bene la testa con una bandana, e non solo per nascondere una galoppante calvizie, ma per ripararsi dai raggi di sole. Tra l’altro: esperti dicono che il buco dell´ozono si sia richiuso. Gli esperti.

Me li vedo, rintanati in Baviera ad aspettare il verdetto di Paul. Il giorno che Berlusconi scoprirà le sue doti, il polipo avrà smesso di vivere. “Passerà la legge sulle intercettazioni?” “Fini camperà quanto Andreotti?” “Mi dovrò fare ancora a lungo quelle fastidiose iniezioni al pube?” E forse chi avrà bisogno di vacanze più di ogni altro sarà proprio il povero Paul, stremato da questo estemporaneo coinvolgimento nelle vite di noi esseri umani. Paul guarda Silvio, Silvio guarda Paul, Paul riguarda Silvio e poi Paul si decide a parlare e a svelargli l’arcano di ogni nostro dubbio: “Non sei tu che sei l’unto del Signore. Sono gli altri che ti votano a essere imbecilli!”.

 

Giulio Rubinelli



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