19 luglio 2010

MILANO: CHIUDONO ANCHE LE AGENZIE DI ASSICURAZIONE


 

Milano città dei servizi? Quest’affermazione è sempre meno reale, infatti ormai anche servizi come quelli assicurativi sono in continua crisi e a rischio sopravvivenza, contribuendo al depauperamento dell’economia della nostra città. Secondo uno studio di un’importante società di consulenza come Iama Consulting sono in pericolo di chiusura più di 5000 agenzie assicurative sul territorio nazionale, in particolare, le cosiddette “fragili”, cioè quelle che si caratterizzano su un business in diminuzione, con una forte mobilità di clienti che hanno assicurato solo l’auto (che costituisce il 73% degli incassi) e un organico pesante, quasi 6 persone tra dipendenti e collaboratori.

Se pensiamo che buona parte del mercato si concentra sull’area metropolitana, possiamo ipotizzare a Milano un numero di circa 500 agenzie in difficoltà. Infatti, nell’ultimo anno, la produttività delle agenzie è scesa mediamente dell’11% a seguito della contrazione del settore e dell’aumento dei costi. Queste difficoltà vengono da lontano: nel 1997 a livello nazionale operavano 19321 agenzie, nel 2008 ne erano rimaste 15474, e a Milano il problema è molto più accentuato.

Secondo i dati delle Camere di Commercio, ogni agenzia ha un numero di addetti, tra dipendenti e collaboratori, pari a 3,8, anche questo dato a Milano, per le caratteristiche del mercato, va ampliato.

Parliamo dunque di quasi 19000 lavoratori a livello nazionale e di circa 2000 a livello locale. Una causa di questa crisi di redditività è data dalla progressiva riduzione dei compensi riconosciuti agli intermediari e dalla contingenza di generale recessione.

La situazione di difficoltà economica sta esasperando l’attenzione al prezzo. Di contro le Compagnie strumentalizzando tale esigenza, stanno veicolando il concetto che l’intermediario genera costi “evitabili”, quindi disintermediare è la giusta ricetta per risparmiare. Intensificare l’attività delle telefoniche e delle telematiche è anche funzionale a distribuire prodotti molto profilati e quindi molto controllabili e con notevoli esclusioni. Per il cliente, però, i risultati non sempre sono quelli sperati, su internet, per telefono o addirittura su Ebay si trovano spesso tariffe vantaggiose ma che nascondono scoperti e rivalse, ad esempio la possibilità di dover rimborsare quanto pagato a terzi se si guidava in stato di ebbrezza o senza le cinture di sicurezza. Spesso a farne le spese sono i giovani, che accedono a internet facilmente, saltando ogni tipo d’intermediazione e non avvalendosi dei consigli e della competenza di un esperto.

Il paradosso di tutto ciò è che non avremo più l’agenzia “legata al territorio” per usare una citazione molto in uso nella politica ultimamente, con la vetrina su strada, ma dei freddi call center delocalizzati soprattutto in Albania e Romania, perché sono i paesi dove l’italiano è parlato in maniera fluida; se parlissimo inglese, sarebbero in India. Gli Agenti di assicurazione, a differenza di altre categorie sempre pronte a chiedere solo meno tasse e più tutele corporative, rivendicano più libero mercato, cioè la possibilità di avere più mandati da diverse Compagnie di Assicurazione per sviluppare un’intermediazione indipendente e offrire al cliente il prodotto che meglio risponde alle sue esigenze.

Le” lenzuolate” di Bersani sono state accolte con “gioia” e gli Agenti sono stati l’unica categoria a manifestare contro l’abolizione di tali leggi con cartelli con scritto “I love Bersani”, nella scarsa attenzione di Bersani stesso, che, evidentemente, si può permettere di rifiutare i voti degli assicuratori. Pensare che negli Stati Uniti i politici fanno il possibile per soddisfare le esigenze degli Agenti di assicurazione, perché sanno che possono influenzare molto il voto. Attraverso i loro rappresentanti gli intermediari assicurativi cercano di dialogare sia con il governo e l’opposizione, sia con l’Istituto di Vigilanza, ma il disinteresse verso questi gravi problemi è bipartisan. Il centrosinistra e il centrodestra hanno le loro Compagnie (i cosiddetti poteri forti) di

riferimento e insieme governano in maniera oligopolistica il settore, infatti nessuno si meraviglia degli aumenti a 2 cifre della RCAuto, ma questa è un’altra storia. Una Milano con molte agenzie di assicurazione chiuse sarà una città con sempre più luci spente, meno servizi e più disoccupati, con il rischio di non accorgersi perché a nessuno dei futuri senza lavoro verrà in mente di salire su una gru.

 

Massimo Cingolani



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