12 luglio 2010

NESSUNO SA COSA SIA IL PGT


 

ChiamaMilano ha commissionato all’Ispo di Renato Mannheimer un sondaggio su cosa ne pensano i cittadini milanesi sul PGT. Sono state intervistate per telefono 800 persone, campione rappresentativo di tutti gli abitanti di Milano, tra il 25 e il 28 giugno. Solo il 38% dei milanesi ha sentito parlare del PGT mentre il 62% non ne sa nulla, questo vuol dire che la consultazione del pubblico prevista dalla Valutazione Ambientale Strategica e l’informazione da parte del Comune e della stampa è stata assolutamente insufficiente. D’altra parte è noto che il Comune ha speso pochissimo per effettuare la Vas e i giornali hanno informato molto male la cittadinanza, non concentrandosi sui temi più importanti.

Le domande poste hanno comunque cercato di raccogliere l’opinione degli intervistati sugli obiettivi principali del PGT. L’obiettivo di portare 500.000 nuovi abitanti in città nei prossimi anni non è condiviso dall’80% dei milanesi (57% per nulla, 23% poco) e condiviso da solo il 19% (3% molto, 16% abbastanza). Il 61% non conosce l’intenzione del Comune di “densificare” la città, solo il 39 % ne ha sentito parlare. L’idea di una Milano sviluppata in altezza, con nuovi grattacieli e costruzioni, è respinta dal 79% dei milanesi ed è condivisa da solo il 21% (16% abbastanza, 5% molto). Il sistema della perequazione, che dà un indice di edificabilità alle aree agricole del parco sud e consente di trasferirlo in zone già urbanizzate, non è condiviso dalla maggior parte dei cittadini (condiviso dal 23% e non condiviso dal 68%).

I milanesi ritengono che con questo sistema si rischia di avere una città più congestionata e inquinata (75%), che si avvantaggiano i soliti speculatori e i grandi immobiliaristi (74%), che con la scusa di salvare le aree agricole si aumenta la cementificazione della città (68%) mentre il 51% ritiene che non sia giusto che i proprietari dei terreni agricoli possano trarre vantaggio economico dalle loro aree e cederle per poter costruire da altre parti (solo il 42% ritiene che sia giusto). La scomparsa delle destinazioni di residenza o uffici o commerciale o industriale non è condivisa dal 71% dei milanesi e condivisa solo dal 21%.

La maggioranza dei cittadini è contraria a un ruolo solo marginale dell’amministrazione comunale nell’edificazione dei servizi ai cittadini (74%) e appare evidente la richiesta di una gestione della città da parte delle istituzioni. Solo il 23% ritiene che non hanno senso limitazioni e controlli delle istituzioni pubbliche e che bisogna lasciare la crescita di una città al libero mercato. Questo sondaggio indica la distanza enorme che c’è tra il consiglio comunale e i milanesi e sconfessa le dichiarazioni dell’assessore Masseroli sulla condivisione del PGT da parte della città, con pochissima opposizione.

Anche se la maggiore opposizione viene dagli elettori di centro-sinistra, la condivisione da parte del centro-destra è sempre sotto il 35%. Una chiara posizione del centro-sinistra contro il PGT e una divulgazione dei suoi contenuti negativi è quindi in grado di far vincere le prossime elezioni comunali, spostando voti dal centro-destra al centro-sinistra. Purtroppo una parte dell’opposizione vede favorevolmente il PGT per vari motivi, dalla difesa di interessi particolari al timore di bloccare l’attività edilizia e il rilancio dell’economia. Ma la politica di “opposizione responsabile nell’interesse della città” non è in accordo con il parere dei milanesi, come espresso dai sondaggi.

Chi preparerà il programma del centro-sinistra dovrà tenerne conto. E bisognerà anche cercare in tutti i modi di impedire l’approvazione del PGT prima delle prossime elezioni comunali.

Purtroppo invece alcuni consiglieri dell’opposizione scrivono sui giornali che, con le modifiche ottenute in seguito all’accordo con l’assessore Masseroli, l’approvazione del PGT porterebbe notevoli miglioramenti alla città (vedi articolo di Carmela Rozza sul Sole 24 Ore del 7 luglio scorso). Ma i risultati ottenuti sono poca cosa e gli aspetti negativi superano di gran lunga quelli positivi: l’housing sociale è destinato solo per il 5% a chi ha richiesto una casa popolare, l’autorità pubblica non tutela dagli effetti perversi della perequazione, le attività industriali che decidono di rimanere aumentano con un premio la cementificazione della città, il successo dell’emendamento sul Parco Sud dipende da un accordo di programma con la Provincia, la diminuzione dell’indice da 0,20 a 0,15 mq/mq genera ancora cemento sulla città pari a 78 grattacieli Pirelli, la riduzione delle volumetrie ottenuta è solo dell’8%, il verde non è aumentato rispetto agli obblighi di legge per quanto riguarda i nuovi abitanti (appena 10 mq/abitante), il tunnel Expo-Linate potrebbe essere ancora approvato con il Piano Urbano della Mobilità, l’investimento degli utili delle ferrovie per il rafforzamento del nodo ferroviario di Milano è stato previsto fin dai tempi di Albertini, prima con la creazione del passante ovest, poi con l’acquisto di nuovi vagoni e ora con la circle line.

I dettagli del sondaggio sono sul sito http://www.chiamamilano.it/media/00files/100708ispo.pdf

 

Michele Sacerdoti



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