28 giugno 2010

MILANO: GIOVANI TURISTI LOW COST IN DIFFICOLTÀ


 

In qualsiasi grande città europea per un giovane non è difficile trovare un posto letto a un prezzo accessibile. Madrid, Barcellona, Berlino, Londra, Stoccolma, ovunque, nelle vie più centrali di queste città ci si imbatte ripetutamente in cartelli stradali che indicano la presenza di “hostels” con prezzi contenuti tra i 15 e i 25 euro a notte. Basta una superficialissima ricerca su Google, per scoprire che Milano sembra non essere da meno. Come per incanto gli ostelli saltano fuori come funghi. E invece no: quasi tutti i presunti ostelli in realtà sono pensioni o hotel dalle due stelle in su. Attualmente in Italia non esiste alcuna norma che chiarisca la differenza tra un ostello e un hotel, sta quindi alla discrezione degli albergatori decidere che definizione attribuirsi in rete. L’unica differenza palese è il prezzo, che non tutti i giovani possono permettersi. Un problema che riflette una grave trascuratezza del turismo giovanile.

Fatta la dovuta cernita, per la fortuna di tutti i backpackers del mondo, si scopre che in città gli ostelli sono ben quattro. La sorpresa è dovuta al fatto che andando in giro per Milano non si scorge una segnalazione. I fantastici quattro sono: il Piero Rotta in viale Salmoiraghi (attualmente in fase di restauro, con 270 posti letto disponibili), La Cordata di Via Burigozzo (circa 80 posti letto tra servizio da ostello e alberghiero), l’ostello Olinda (nell’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, nel quale ancora vivono e lavorano persone con disturbi mentali, 28 posti letto), e lo Zebra Hostel (in viale Regina Margherita, nato da due mesi con i suoi 25 posti letto). Per quanto riguarda l’ “Olinda”, situato ad Affori, fa pensare che l’ultimo treno disponibile da Cadorna per raggiungerlo parta alle 23 e 30, dopo di che il turista è libero di farsi spennare dai taxisti milanesi.

Anche chi decide di alloggiare al Piero Rotta non ha vita facile. È della settimana scorsa la notizia della sospensione del metro notturno (con corse fino alle 2 di notte) nei week end. L’ostello in questione sarebbe facilmente raggiungibile con la linea 1, fermata Lampugnano, ma almeno per tutta l’estate 2010 gli sfortunati visitatori dovranno arrangiarsi in altri modi. Ogni sabato sera godevano del servizio 4500 passeggeri.

Meglio va ai più centrali ostelli di via Burigozzo e viale Regina Margherita. Il disagio dei turisti che scelgono questi, nasce dalla totale assenza di segnaletica stradale. A chi passa frequentemente nei pressi di Corso Italia sarà capitato di imbattersi in viaggiatori piegati con i propri imponenti zaini e gli sguardi persi sulla cartina, per cercare di capire in quale via infilarsi per arrivare a “La Cordata”. Ostello che pare sia finalmente riuscito a venire a capo dell’iter burocratico per avere il privilegio di sistemare nella zona un paio di segnali stradali che ne indichino la presenza.

Questo panorama desolante ci è consegnato dalla difficile realtà dell’essere una città-business, ai businessmen dedicata. Il sistema di accoglienza è rivolto principalmente o quasi esclusivamente agli uomini d’affari. I proprietari degli immobili non scorgono un particolare interesse nel concedere i propri spazi a chi vorrebbe dedicarsi a una diversa concezione di ricettività. In generale l’attrattività di Milano non gode di ottima fama e non supporta un’espansione di vedute e una decisa apertura ad altre fasce di visitatori. È anche vero che gli ostelli non godono di grande popolarità in tutto il resto d’Italia. Ma in una città che nel 2008 ha registrato circa 3,4 milioni di arrivi totali e 7,3 milioni di presenze, di cui quasi il 60% straniere, e che nei primi dieci mesi del 2009 ha fatto registrare un incremento di arrivi e presenze totali del 5,3% (fonte Touring Club Italiano), i neanche 400 posti letto offerti a basso costo appaiono ancora più irrisori se messi a confronto con le 123 strutture a fascia alta (da 4 o 5 stelle). Avendo, oltretutto, a pochi chilometri da Milano un importante aeroporto, catalizzatore di voli low cost provenienti da tutta Europa, come Orio al Serio.

Nonostante il secondo cambio al vertice in due anni, in attesa di sapere chi sarà il terzo amministratore delegato, Expo 2015 continua a rappresentare un’opportunità imperdibile per Milano di ripensare anche la propria ricettività. Se si pensa alla quantità senza precedenti di turisti e visitatori che arriveranno nella nostra città, non si può che preoccuparsi di dove alloggeranno e a che prezzi. La riqualificazione delle cascine milanesi rimane senza dubbio un’idea da non lasciare cadere nel vuoto.

 

Giovanni Zanchi

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti