21 giugno 2010

VESTIAMO DI BIANCO I TETTI DI MILANO


 

Il fascino della vita in mansarda a Milano tende a squagliarsi alla prima estate, quando, se non ci si è dotati in anticipo di un buon impianto di condizionamento, o se non si è disposti a pagare bollette di elettricità molto salate per 3 o 4 mesi, ci si accorgere di abitare in un forno, con il grill sulla testa.

Chiunque vive in una mansarda può confermare che i consumi estivi di energia dell’impianto di condizionamento sono pari, se non superiori, a quelli invernali. Il problema si è moltiplicato grazie sia al permesso di abitare i sottotetti, e sia all’inarrestabile progredire del clima torrido al di fuori di luglio e agosto.

La causa di ciò è nota e semplice: i nostri tetti inclinati, con tegole di terracotta di un bel colore bruno e piuttosto pesanti, sono eccellenti captatori di radiazione solare, e lo conservano a lungo. Come da un termosifone il calore dalle tegole poi si trasmette agli strati sottostanti soprattutto per irraggiamento, e quindi anche al soffitto che, per quanto ben isolato, prima o poi si riscalda anche lui. E sappiamo bene che una volta entrato il calore può essere smaltito solo consumando molta energia per raffreddare l’ambiente. Poiché tutti dovremmo sapere anche che l’energia più pulita che c’è è quella che non si consuma, è legittimo prendere seriamente in considerazione una proposta che viene dall’estero, e che interviene all’origine del problema: impedendo alle tegole di riscaldarsi.

La proposta si basa sull’effetto “albedo” (solar reflectance), che esprime la capacità dei corpi di riflettere la radiazione incidente. Semplificando molto, l’albedo è basso con materiali scuri e alto con materiali chiari.

Ciò fa sì che una tegola di colore normale rosso mattone abbia un’albedo di circa 0,20 e al sole d’estate raggiunga facilmente una temperatura di 70°C, mentre un’ipotetica tegola bianca con un’albedo di 0,80 arriverebbe al massimo a 50°. La differenza di temperatura è dovuta al fatto che il bianco riflette verso il cielo una quota molto maggiore di radiazione incidente. Da qui l’idea, propugnata sin dalla 5th Annual California Climate Change Conference del 2008 sulla base di anni di studi in diversi Istituti Universitari, di aumentare la quota di “albedo” delle nostre città. In che modo? Il più semplice di tutti è quello di fare i tetti (o di farli diventare) bianchi.

Secondo i calcoli dell’Ernest Orlando Lawrence Berkeley National Laboratory, un intervento diffuso di questo tipo potrebbe non solo abbassare di molti gradi la temperatura interna dei locali sottostanti al tetto, ma su scala urbana persino abbassare di uno-due gradi (dipende da latitudine e altri fattori, quali la densità edilizia) la temperatura esterna nelle città. Per il clima di Milano il risparmio calcolato nella gestione degli impianti di condizionamento in locali posti sotto il tetto, se questo è di colore bianco anziché di colore tradizionale, supererebbe il 20%, mentre per paesi più caldi e soleggiati tale risparmio può arrivare al 35%.

Dunque domandiamoci: cosa ci impedisce di dipingere tutti i tetti di Milano di bianco, visto che risparmieremmo un’enorme quantità di energia e magari avremmo tutti un po’ meno caldo in città?

Un primo ostacolo è il Regolamento Edilizio di Milano, che impone il rispetto non solo della tipologia di copertura ma anche del suo colore: dove tegole rosso-mattone sono, e sono tali nella maggioranza degli edifici residenziali di Milano, rosso mattone devono restare. Ma mi domando se questa regola, viste le leggi che impongono il recupero di calore in caso di interventi edilizi, che di fatto legittimano l’uso di pannelli solari e fotovoltaici anche sovrapposti ai tetti esistenti, non sia resa obsoleta dai fatti. Non si può forse imporre a un condominio di dipingere il suo tetto di bianco, ma gli si potrebbe almeno permettere di farlo se lo vuole. E comunque si può imporre invece che nelle nuove costruzioni di spazi pubblici e commerciali il tetto sia bianco.

Tornando al paesaggio urbano milanese, costituito in larga misura di edifici residenziali con tetti a falde, vedere un tetto bianco e uno non turberebbe l’estetica della città? Ricordiamoci che la legge sul recupero dei sottotetti, consentendo di fatto la modifica del filo di gronda, ha già dato via libera ad alcune orrende versioni di tetti multistrato a pagoda, a denti di sega, con gonnellino, di cui Milano è ormai disseminata. Tutti a norma di legge. Non credo che il peggio attuale sarebbe peggiorato da qualcosa che, oltretutto, non è un omaggio all’interesse privato ma sarebbe un provvedimento di interesse pubblico..

Ci sono problemi di manutenzione, visto che l’aria di Milano non brilla per purezza, e il dubbio che i tetti bianchi possano ingrigirsi in poco tempo è legittimo. Ma questo è un problema di materiali utilizzati, che riguarda comunque chi opterà per questa soluzione. E poi perché non provarci? E’ brutto continuare a prendere esempi dall’estero, ma in Georgia e in Florida, e altri stati ne stanno seguendo l’esempio, sono già da tempo in vigore leggi che impongono il colore bianco per i tetti piani degli edifici commerciali. Analoghi provvedimenti sono in corso di approvazione anche in altri continenti, ad esempio in India e Cina. Mentre la California già dal 2005 incentiva l’uso di sistemi di copertura con alto valore di riflettenza solare. L’attenzione su questo tipo di risposta al problema del consumo energetico si sta diffondendo, al punto che negli USA sono da tempo in commercio tegole con un trattamento di superficie particolare che, pur avendo colori diciamo “tradizionali”, dal mattone al grigio (cool-colored roof), hanno un indice di riflettenza solare molto vicino a quello di una vernice bianca.

Sono in tanti ormai a prendere sul serio il problema del riscaldamento globale, basta poco per farlo, cerchiamo di non restare indietro.

 

Giorgio Origlia


 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti