21 giugno 2010

MATTONE FINANZA ASSICURAZIONI


 

L’11 Giugno è stato raggiunto l’accordo per Citylife, l’intesa prevede che Fondiaria Sai del gruppo Ligresti abbia un put (cioè la facoltà ma non l’obbligo di vendere) da esercitare verso Generali. Il prezzo di un’eventuale uscita sarà fissato guardando il valore più alto fra il valore degli attivi e il capitale di rischio investito. Tra gli azionisti di Citylife c’è un altro gruppo assicurativo: Allianz. Infatti i tre gruppi saranno legati da un patto che prevede la possibilità di ciascuno dei soci di vendere agli altri in caso di disaccordi.

Generali come socio di maggioranza con una quota superiore al 40%, grazie all’acquisto della quota di Lamaro e alla rinuncia da parte di fondiaria Sai del diritto di prelazione, esprimerà un consigliere e il presidente, mentre ad Allianz spetterà il vicepresidente. Grazie a questa operazione Fondiaria Sai ha messo a segno una delle migliori performance del ftse Mib con un rialzo del 4,3%. Se l’uscita dovesse avvenire entro settembre 2011 le Generali si ritroverebbero dunque con il 70%di Citylife.Probabilmente questo impegno può essere considerato un “favore”a Ligresti che ha un ruolo ancora importante nella galassia Mediobanca e buoni rapporti con Cesare Geronzi presidente della più grande compagnia di assicurazioni italiana.

Questo progetto immobiliare di riqualificazione urbanistica dell’ex Fiera di Milano, 2,5 miliardi di valore, una partita cruciale negli equilibri finanziari della città visto il livello dei soci e delle banche in camp, doveva cambiare il volto di Milano e attorno alle tre torri progettate da grandi architetti come Zaha Hadid, Arata Isozaki, Daniel Libeskind si sono combattute lotte tra il partito dei grattacieli supportato da immobiliaristi e architetti e i comitati dei cittadini della zona fiera che sono stati sconfitti. L’unica variabile nel progetto è la crisi economica che ha portato alla ridefinizione dell’azionariato, con il peso sempre più determinante del settore assicurativo e per quanto riguarda l’abitabilità la trasformazione della quota riservata al terziario in abitazioni e forse un albergo. Infatti Claudio Artusi, ex amministratore di Fiera Milano ha dichiarato che “inizialmente si pensava di destinare un 55% delle metrature di Citylife al residenziale e un 45% a uffici e terziario. Ora, in seguito alla crisi, la proporzione è cambiata un 70% per abitazioni e un 30%per attività commerciali.

Per quanto concerne il peso delle assicurazioni è interessante sapere che Fondiaria Sai sempre pronta a investire in questi progetti è spesso multata dall’Isvap l’istituto di Vigilanza del settore assicurativo per i ritardi nel pagamento dei sinistri ai danneggiati. Entrare nel merito di queste dinamiche è più che mai importante per capire chi sono i veri poteri forti a Milano, quali interessi muovono e dove raccolgono il consenso.

A questo punto il centrosinistra deve decidere come “governare ” la città, se stare con questi poteri, cercare di dialogare con quelli “buoni”, ma quali sono?forse le banche?o con tutti gli stakeholder che vivono a Milano e soprattutto che qui votano. Un’ultima morale le grandi assicurazioni cercano di limitare gli intermediari contribuendo a impoverire Milano, ma allo stesso tempo cercano vie nuove di profitto” guardando verso l’alto”.

 

Massimo Cingolani



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