8 giugno 2010

MILANO CITTÀ VERDE?


Il dibattito culturale legato a una nuova percezione della natura in città non è di recente invenzione. Già nel 1722 il botanico inglese Thomas Fairchild constatava nel suo famoso trattato “The City Gardener” come fosse importante un’adeguata infrastrutturazione verde nella crescente città di Londra. Sono passati alcuni secoli e il dibattito intorno al climate change, alle polveri sottili e al comfort ambientale nelle nostre metropoli sembra più che mai attuale.

Milano è una città compatta, di matrice industriale, una città ‘introversa’, con poche piazze, pochi spazi pubblici aperti come luoghi per l’aggregazione dove incontrarsi e trascorre del tempo libero.

I suoi parchi e i suoi giardini sono di prevalente realizzazione storica, testimonianze del dopoguerra, qualche esperienza illuminata degli anni ’60, oppure parchi della nuova generazione postindustriale. Con quasi 20 milioni di mq di spazi verdi complessivi e di cui 14 milioni realmente fruibili, che corrispondono a circa 10 mq per ogni cittadino, nel quadro europeo Milano si inserisce in una buona media.

Nonostante ciò, nell’immaginario collettivo non risulta proprio una “città verde”, eppure sembra che sia proprio il verde a essere il collante di tutte le richieste per un possibile miglioramento della vivibilità urbana. Le trasformazioni in atto (come il PGT in fase di approvazione) e il recente dibattito intorno agli alberi del Maestro Abbado, ci fanno capire sostanzialmente lo stato d’animo dell’organismo urbano. Da un lato l’indubbia esigenza di rinnovarsi e di offrire a un sempre maggior numero di cittadini servizi, possibilità di movimento, sicurezza, lavoro, dall’altro lato l’esigenza di una nuova concezione dello spazio pubblico capace di rendere la nostra vita urbana fluida, piacevole e nel pieno comfort ambientale. Una sfida che Milano non può fare a meno di affrontare in tempo e non solo per l’imminente Expo 2015, ma soprattutto per i suoi cittadini che contribuiscono in modo significativo alla ricchezza e alla prosperità di un intero paese.

Le condizioni ci sono tutte e ormai già ben visibili: il quartiere multifunzionale del Portello (ex Alfa Romeo) con il grande parco che metterà in connessione migliaia di persone nella loro quotidianità, i due grandi interventi di trasformazione urbana di Porta Nuova e di City Life, entrambi organizzati intorno a un grande parco, il quartiere Maciachini come primo tassello di una più ampia riqualificazione di un comparto finora fin troppo periferico, sono solo alcuni esempi di queste trasformazioni che già si manifestano come laboratorio a cielo aperto di un’urbanistica partecipata.

Cito solo questi pochi esempi per sottolineare come anche Milano sia pronta a pieno titolo a partecipare al grande dibattito intorno alla Città Verde.

I rappresentanti delle Green City di Olanda, Germania, Inghilterra, Francia e Ungheria che si sono riuniti al Primo Forum Europeo proprio a Milano in occasione del Festival Internazionale dell’Ambiente hanno toccato con mano quello che dovrà accadere alla nostra città per essere pronta all’appuntamento con Expo 2015. L’obiettivo dichiarato del Piano del Verde di raddoppiare il patrimonio verde, di realizzare i tanto desiderati 8 Raggi Verdi come prime linfe vitali che portano dal centro verso la prima cinta periferica, risulta un’autentica “rivoluzione verde”.

Se a Londra l’associazione “Trees for Cities” – fondata già nel 1993 – con la campagna Trees Street ha fatto piantare al Sindaco Boris Johnson 10.000 alberi in città per un investimento di 4 milioni di sterline, a Parigi un’agenzia speciale si occupa di una rinnovata gestione del verde, ad Amsterdam sono stati spesi 50 milioni di euro solo negli ultimi 4 anni per migliorare la qualità e accessibilità del verde e a Berlino, già storicamente città verde, si aprono nuovi scenari intorno a una “Green Vision” che dovrà approdare a un’esposizione internazionale per i giardini nel 2017, Milano il suo appuntamento lo ha appena avuto: in questa importante occasione inoltre, il 5 giugno a Milano, è stato sottoscritto da tutti i partner europei (Olanda, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia e Ungheria) il manifesto delle Green City denominato “the Green Charta of Milan” presso la Fondazione Catella.

Il Movimento Green City Italia parte proprio dalla nostra città e ha promosso in occasione del Festival Internazionale dell’Ambiente 8 portali per i Raggi Verdi di Milano, diffusori simbolici della sostenibilità urbana e opportunità di bilancio e rilancio della strategia Raggi Verdi del Comune. La collaborazione con le varie associazioni, che da tempo si occupano di temi legati alla vivibilità urbana, ci fa ben sperare che i Raggi Verdi fondano le loro radici nel tessuto più generoso e creativo di questa città, che in fondo non chiede altro di trovare spazi e occasioni di dibattito, per esporre i propri problemi e nutrire la speranza che non solo qualcuno li ascolti, ma che qualcuno si prenda cura del loro tanto espresso disagio urbano.

Sarebbe auspicabile dunque ripetere questo appuntamento ogni anno, fino al 2015, in modo che questo possa fungere da monitoraggio continuo sulla realizzazione dei Raggi Verdi e come atto di sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica; questo anche al fine di rendere la nostra città sempre più ospitale, in sinergia con le varie associazioni cittadine, anche in vista dell’Expo, che dovrà accogliere milioni di visitatori.

Il vero nodo da sciogliere sarà come organizzare una regia inter-assessorile, affinché tutti gli interventi ordinari e straordinari possano concorrere all’attuazione dei Raggi Verdi.

 

Andreas Kipar

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 



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