24 maggio 2010

ABORTO


Normalmente pubblichiamo tutte le lettere che riceviamo escluse quelle, molte per fortuna, che ci incoraggiano nell’andare avanti o si complimentano con noi. Quest’ultima che abbiamo ricevuto ci ha colpito particolarmente e, in ossequio alla libertà di pensiero e di stampa la cui sorte amareggia queste nostre giornate, la pubblichiamo.

Ci scrive Maurizio Giani – Buon giorno alla redazione. Vorrei porre soltanto una domanda: “Alla madre che subirà un aborto viene raccontato come verrà ucciso il feto che ha in grembo? Le vengono fatte vedere le immagini dell’aspiratore che spappola il feto fino alla testa ?”. Non serve che io descriva le atroci torture alle quali verrò sottoposto il feto durante l’aborto, è pieno Internet. Spero che queste mie righe vengano pubblicate. Sono fiero di essere un ANTIABORTISTA STRACONVINTO FINO ALLA MORTE e farò di tutto affinché questo (?) possa essere portato avanti.

Riesce un po’ difficile comprendere il senso di questa e-mail. Un inno alla morte, uno per ognuna delle quattro scarne frasi, che mirano a essere d’effetto, di cui si compone il messaggio. Messaggio di chi peraltro esordisce dicendo di voler “porre soltanto una domanda”.  Due domande ci vengono spontanee. Noi trattiamo altri temi, perché questo messaggio è stato inviato a noi? E perché è stato usato quel tono?

 

Il direttore

L.B.G.



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