10 maggio 2010

DA KRIZIA L’ANALFABETISMO COMUNICATIVO DEL PD


Manca un anno alle elezioni comunali e nella sinistra milanese si è ufficialmente aperta la caccia al candidato sindaco. Non essendo riuscita nemmeno in questi cinque anni a costruire un progetto serio e convincente da proporre ai cittadini per il 2011, ecco accorrere in soccorso dell’opposizione la cosiddetta “società civile”. É quel che è successo lo scorso 4 maggio allo Spazio Krizia nel “Forum per la città” organizzato dall’associazione politica-culturale Libertà e Giustizia. Invitati a illuminare il sentiero da percorrere al PD milanese, tra gli altri, la presidentessa del FAI Giulia Maria Mozzoni Crespi, il professor Salvatore Veca, il professore Alessandro Rosina, Don Gino Rigoldi e Umberto Ambrosoli. A seguire il dibattito, moderato dal caporedattore di Repubblica Milano Roberto Rho, le alte sfere del Partito Democratico locale: il capogruppo Pierfrancesco Majorino, il segretario provinciale Roberto Cornelli, Riccardo Sarfatti e Davide Corritore.

Lo scopo della serata è dare una panoramica di proposte concrete per il futuro candidato sindaco: dalla maggior attenzione al verde, a un’edilizia sociale mirata a giovani, anziani e immigrati, dalla valorizzazione delle periferie a delle politiche rivolte alla tutela dell’infanzia. Tutti gli interventi sono accompagnati da un quadro generale di Milano deprimente e pessimista che individua nella crisi etica e educativa imperversante la causa principale. Quello che bisogna combattere è, per dirla con le parole di Don Gino Rigoldi, “il tremendo analfabetismo educativo”.

Il denominatore comune della serata è ripartire dai giovani, impossibile non notare che la sala è gremita di over cinquanta, dei giovani nemmeno l’ombra. Difficile, quindi, non riflettere sull’analfabetismo comunicativo che ancora una volta affligge la sinistra cittadina. É ormai da un mese che il leitmotiv dei salotti della borghesia milanese è chi candidare alle prossime elezioni. Anche in quest’occasione la “società civile” sogna il nome a effetto, l’eroe che con il solo fascino del suo nome (e nient’altro) possa sconfiggere la destra che mal governa (ma governa). Il forum dello spazio Krizia è semplicemente una fotografia di ciò che avverrà regolarmente di qui ai prossimi mesi e che spesso è avvenuto in passato: adunate di elettori, professori, elementi di spicco dell’alta società che disperatamente cercano di dare un contributo ai propri rappresentanti che, però, fanno una fatica disarmante nel capire che le proposte dovrebbero venire proprio da loro.

La debolezza del PD risiede nel fatto che non abbia la forza di dimostrarsi all’altezza del dovere di presentare ai propri sostenitori un candidato vincente. Per l’ennesima volta nell’arco di altri cinque anni passati all’opposizione (è da vent’anni che è così) non si è lavorato alla costruzione di un’alternativa di governo che possa abbattere quel muro innalzatosi tra centrosinistra e gente comune: stare in mezzo alla gente non significa ascoltare il salotto più autorevole o, all’ultimo minuto, buttarsi a battere le periferie.

Non c’è chiarezza nelle linee guida del Partito e finché non si troverà il modo di riuscire a parlare chiaro con l’intero elettorato, non solo con il proprio, ci si dovrà accontentare di un nuovo candidato da gettare in pasto alla sconfitta. É giunta l’ora di cercare di guadagnare voti piuttosto che continuare a vivere con la paura di perderne. La domanda che si dovrebbero porre i dirigenti democratici, è perchè mai persone che non sono cresciute in un ambiente affine alla sinistra dovrebbero votare il PD? Si tratta di un partito ancora troppo distante dalla realtà, è un partito per nulla accattivante che non riesce a intercettare l’umore dei cittadini perché diretto da persone che non appaiono essere in grado di risolvere i problemi reali della gente. La sensazione è che chi dirige il Partito Democratico sia più attento a far carriera all’interno del partito, come se fosse un’azienda, piuttosto che a cercare di farsi veramente interprete del malcontento popolare. Fino a quando non si troverà qualcuno in grado di avere coraggio, di metterci la faccia, di non farsi bloccare dalla paura di perdere l’appoggio di tizio o di caio, disposto ad abbandonare i salotti a beneficio della strada, il destino appare tristemente segnato.

 

Giovanni Zanchi



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