26 aprile 2010

MILANO. DI BUCA IN BUCA DI POZZO IN POZZO


Milano presenta un sistema viario molto esteso e articolato di oltre 1.500 km ma con notevoli problemi di traffico, numerosi elementi di degrado e centinaia di cantieri per la manomissione del sottosuolo che sono attivi giornalmente. Le strade di Milano sono costellate da buche nelle carreggiate che causano incidenti a pedoni, ciclisti e motociclisti, dalle soste selvagge di macchine e camion, da strutture come le centraline telefoniche ai bordi dei marciapiedi, i paletti e le piccole privatizzazioni, le aiuole senza verde e invase da mezzi e sporcate dagli animali. E’ il quadro della pessima qualità urbana presente in città. L’intensa e continua attività edilizia a seguito della deindustrializzazione ha comportato una forte pressione sulla città ma non ha interessato le strade come sistema da ripensare e da riprogettare. L’impianto viario è rimasto uguale a prima degli interventi edilizi degli anni 90, si è invecchiato ed è stato degradato dal passaggio dei mezzi pesanti verso i cantieri e dalla maggiore presenza insediativa.

Inoltre i continui interventi per la manomissione del suolo pubblico per riparare o ampliare le reti tecnologiche vecchie o insufficienti e la scarsa manutenzione del manto stradale hanno fatto il resto che vediamo e viviamo tutti i giorni. Non sono sufficienti le pulizie di primavera serve un piano regolatore del sistema strade (soprassuolo e sottosuolo) che punti a renderlo la finestra della città e un’opportunità di sviluppo e non onere economico e ambientale permanente. Gli architetti propongono continuamente nuove soluzione architettoniche e tralasciano di affrontare i problemi dell’accessibilità e della fornitura dei servizi (acqua, energia, comunicazione) ai nuovi immobili. Purtroppo la pianificazione e gli interventi sul sistema dei servizi prossimo alle nuove proposte immobiliari non rientra nei normali canoni urbanistici. Nel momento in cui si pensa di trasformare profondamente questa città bisogna attivare una pianificazione organica considerando il sistema strade come servizio permanente e di qualità per Milano.

Le strade in superficie e nel sottosuolo connettono 24 ore su 24 i quartieri e permettono le molteplici relazioni dei cittadini oltre ad offrire qualità o degrado alla città. Questa funzione di maglia vitale deve obbligare i pianificatori a partire dalla città urbanizzata e dagli elementi territoriali esistenti per capire come inserire in modo fisiologico e sostenibile le nuove proposte. Purtroppo è prevalente il metodo di svolgere le attività urbanistiche quasi esclusivamente attraverso operazioni immobiliari, come se fossero delle oasi a se stanti e non nuove e complesse realtà che vanno a collocarsi e a interagire con la realtà urbana viva, esistente e consolidata. Le nuove strutture sia in fase di cantiere che ad opera realizzata saranno connesse inevitabilmente alle strade e ai servizi a rete esistenti che sono già al limite della fruibilità e in molti casi danno segno di emergenza.

Milano è una città d’acqua sia superficiale che di falda però ha problemi di potabilità delle acque prelevate. La falda per i primi 50-60 metri è inquinata e per essere messa in rete deve essere potabilizzata. E’ un grave danno economico e ambientale che deriva da ciò che succede in superficie. Questo esempio serve per segnalare come il problema dell’approvvigionamento delle risorse idriche è strategico per la vita degli immobili vecchi e nuovi. Il quadro dei fabbisogni va esteso all’energia, alla comunicazione e al cablaggio che danno linfa alla vita e alla crescita della città. Similarmente ai sottoservizi che sono da potenziare, il sistema stradale ha una sua fisicità che può essere usata o in modo vivibile e ordinata o come un fiume in piena che allaga e sporca.

Nel primo caso la città ha un servizio nel secondo caso un danno grave. Il futuro della città immaginata dal Piano di Governo del Territorio non contempla un organico sistema degli spazi per la socialità all’aperto, della mobilità e del verde davanti alle case. Milano per attirare nuovi abitanti e realtà lavorative deve migliorare la sua qualità urbana a partire dalle strade nel suo complesso. La cura quotidiana delle strade come parte importante della città richiede un notevole flusso di risorse umane ed economiche mentre viene del tutto trascurata nelle priorità del governo urbano. Si parla tanto di città del futuro e ci si dimentica della città del presente.

Per l’esistente è necessario definire un programma di riordino strutturale e funzionale di ogni strada che veda il coinvolgimento convinto dei cittadini residenti e di transito e combatta anche il senso di rassegnazione che si è istaurato in ognuno di noi per rendere questa città pulita, ordinata e con molto verde. E’ un lavoro che non può essere realizzato dalla sola AMSA, ma va vissuto e praticato da ogni cittadino per la sua piccola parte e dalle imprese che operano sulla manomissione del sottosuolo stradale. Una regia amministrativa deve dettare e praticare le regole per il raggiungimento di un’elevata qualità della città attraverso un piano di governo delle strade.

In tal modo il sistema strade non sarà vissuto dagli urbanisti come un settore di lavori pubblici che deve essere semplicemente realizzato o manutenuto in modo avulso dai nuovi contesti urbani. Inoltre in periodi di ristrettezze economiche la sua manutenzione non è più un fatto ordinario, normale e quotidiano, si tappano solo le buche. L’azione di pianificazione avviata con il PGT deve recuperare questo campo e farlo diventare prioritario. La funzionalità delle reti stradali e dei sottoservizi che sono sotto i marciapiedi deve supportare l’azione di rinnovamento tecnologico e strutturale di questo sistema per dare tono e qualità urbana alla città che ne ha proprio bisogno. Milano è sempre stata un esempio per il paese perché considerata il motore di nuove idee e soprattutto di servizi efficienti e innovativi.

Percorrere la strada della qualità della città e non della semplice posa di mattoni sicuramente apporterà nuove boccate di ossigeno per la vita milanese.

 

Nino Bosco

 

 

 

 

 


 



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