19 aprile 2010

25 APRILE. I GIOVANI SUL SENTIERO DELLA STORIA


Questa storia inizia da un vecchio slogan emerso da un armadio polveroso in un’ex sezione del Partito Comunista Italiano. “Un giorno lungo una storia”. Un messaggio sempre attuale in occasione di un giorno lungo come il 25 Aprile. Un giorno da sempre oggetto di critiche e ora più che mai minacciato da una classe politica incapace di leggerne il valore attuale. Per accorgersene basta sfogliare un autorevole quotidiano come Il Giornale il quale scrive: “La Liberazione è solo un pretesto per aizzare la piazza contro Berlusconi. Il Comitato antifascista, oggi è un’arma in mano alla sinistra”. Segnali negativi arrivano anche dalla giunta leghista di Montichiari, Brescia, dove sono stati persino vietati i festeggiamenti sia della Liberazione sia della Festa del Lavoro. A Milano, nel frattempo, si sta organizzando un raduno nazifascista con la copertura di alcuni settori del PdL e della Lega Nord.

Di fronte a questo decadimento culturale, prima ancora che morale, i Giovani Democratici di Milano reagiscono e organizzano una loro carovana d’iniziative. Il titolo: un giorno lungo una storia. Un percorso, composto da tre tappe in tre quartieri di Milano, tutte rivolte alla grande manifestazione di Domenica 25 Aprile. Un cineforum e due percorsi alla memoria. La regia è curata da tre ragazzi, da anni impegnati socialmente nei loro quartieri: Chiara Vitale, Marcello Dassi e Antonio Rinaldi. La partenza era fissata Venerdì 16 Aprile, presso il Circolo del Partito Democratico “Lia Bianchi”, zona Certosa con la proiezione del film: “Ogni cosa è illuminata” di Lev Schreiber. L’idea di un cineforum non è certo una novità, ma collegata a un percorso sulla memoria assume una connotazione moderna. Chiara Vitale ci racconta il perché: «La memoria è un valore importante da mantenere soprattutto tra i giovani Per questo abbiamo pensato a uno strumento in grado di possedere un certo appeal tra i giovani stessi. Ecco com’è nata l’idea di proiettare un film. Un mezzo immediato, in grado di restituire forti emozioni. Sicuramente più avvincente rispetto allo studio di documenti o alla mera discussione dei fatti».

Differente ma altrettanto affascinate l’iniziativa che si è svolta Sabato 17 Aprile, nel pomeriggio. I Giovani Democratici della Zona 7, attraverso l’abile organizzazione di Marcello Dassi e sotto la guida di Loris Vegetti, partigiano e presidente dell’ANPI locale, hanno reiterato il percorso alla memoria tra le lapidi degli eroi della resistenza già descritto in passato dal nostro giornale. Questa volta la partenza era fissata da Via Forze Armate, tappa ad Assiano e conclusione a Figino con aperitivo offerto dal Circolo PD Montoli. Anche i Giovani della Zona 6, esportano il modello Zona 7 e sotto l’abile regia di Antonio Rinaldi, supportati dall’ANPI locale hanno organizzato per Sabato 24 Aprile un analogo percorso tra le lapidi dei partigiani della Barona e di Giambellino. Qual è il segreto del successo? «Dobbiamo aprirci a ciò che c’è all’esterno – racconta Marcello Dassi – altrimenti rischiamo di rimanere la solita sinistra salottiera. L’errore più grosso che, principalmente come giovani, vogliamo evitare è quello di finire a parlare solo di noi, tra di noi».

Eppure ad appena 65 anni dalla liberazione, come sottolineavo all’inizio, le critiche e le minacce si sprecano. In Francia la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza sono valori universali da quasi duecento anni così come l’indipendenza americana è festeggiata con grande vanto ancora oggi. La Chiesa Cattolica celebra lo stesso rito da quasi duemila anni eppure la nostra generazione vive la minaccia di una revisione ogni anno. Abbiamo chiesto quindi chiesto ai nostri ragazzi cosa si aspettano dal futuro per il 25 Aprile, se verrà demonizzato a tal punto da essere criminalizzato o se saremo l’ultima generazione a festeggiarlo. Antonio Rinaldi dichiara: «Il sacrificio della resistenza è un sacrificio sempre attuale. Finché riusciremo a mantenere viva la Democrazia saranno vivi anche i valori della resistenza. Il nostro dovere è quello di insegnare e spiegare a quelli più giovani di noi la differenza tra sudditanza e cittadinanza, è quella la chiave, è quella la nostra missione». Chiara Vitale ribadisce: «Senza la lotta partigiana oggi non saremo quello che siamo. Quelli che hanno combattuto lo hanno fatto per liberare tutti, anche chi oggi critica e quindi bisogna fare di tutto perché questa festa sia riconosciuta da tutti. Saremo noi giovani a mantenere viva questa iniziativa. Ora tocca a noi». Conclude Dassi, concorda e ribadisce: «Molto dipenderà da noi, come sapremo prenderci carico del lascito degli anziani, e come sapremo trasmetterlo ai nostri figli. Dobbiamo assumercene la responsabilità e questo percorso ne è una prova». Insomma il 25 Aprile sembra una tradizione ben lontana dallo scomparire, per ora. Un giorno lungo una storia.

Giorgio Uberti



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