5 aprile 2010

I CIRCOLI DEL PD E LE ELEZIONI COMUNALI


 

Le correnti costituiscono uno dei più gravi limiti del PD: impediscono la formazione di un partito dalla forte identità e minano la sua credibilità presso gli elettori. Lo Statuto recita: “Il Partito Democratico riconosce e rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno come parte essenziale della sua vita democratica.” Invece, è sotto gli occhi di tutti che siamo in presenza di vere e proprie correnti organizzate che vanno ben aldilà del pluralismo delle opzioni culturali. Già il partito è diviso nelle tre componenti uscite dalle primarie cui si aggiungono le correnti interne a ogni componente. Correnti che privilegiano la difesa del proprio orticello, la ricerca di visibilità, la pretesa di posti in ogni elezione e la lottizzazione di poltrone in ogni organismo. Così, il dibattito schietto e approfondito che dovrebbe elaborare un serio progetto di società scade in meschine diatribe interne. A danno della credibilità del PD e con la crescita della disaffezione fra gli elettori.

A Milano, alle primarie per l’elezione di Cornelli si sono presentate tre liste separate, e bloccate, rappresentanti le tre componenti. E ogni lista era suddivisa fra le diverse correnti. E’ vero che una sciagurata norma dello Statuto, prevede che più liste possano appoggiare un singolo candidato, ma visto che tutte sostenevano lo stesso coordinatore, sarebbe stato logico presentarne una sola. Non voglio immaginare le lotte intestine per le candidature alle Regionali. Le elezioni comunali, possono essere l’occasione per superare, almeno in parte, queste logiche spartitorie rilanciando la partecipazione dei cittadini attraverso i circoli. I quali, individualmente o accorpati a livello di zona, dovrebbero organizzare assemblee, con diritto di voto, di cittadini, organizzazioni, associazioni, comitati presenti sul territorio. Da ogni assemblea dovrebbero uscire indicazioni relative al candidato/i sindaco (anche più di uno se non si accordano su un solo nome), ad alcuni candidati al Consiglio comunale, a pezzi di programma che partano dalle esigenze del territorio, nell’ottica di costruire un progetto di città e della sua amministrazione. Tutto ciò a prescindere dal fatto che alle elezioni siano previste le preferenze di candidati imposti dall’alto.

Inoltre, si dovrebbe costituire un Coordinamento cittadino dei circoli, eletto dai circoli stessi e non nominato dall’alto, che raccolga le indicazioni emerse dai circoli, ne faccia una sintesi e proponga il candidato/i sindaco (2-3 persone se non si accordano su un solo nome), una parte dei candidati al Consiglio e ampi pezzi di programma da discutere con gli organismi superiori, per giungere a una sintesi condivisa, ma non imposta dall’alto. Il tutto dovrebbe concludersi con le primarie. Ogni candidato sindaco dovrebbe essere appoggiato da una sola lista. A proposito del programma, da esso dovrebbero derivare le indicazioni per le alleanze. Altrimenti ci troveremmo di fronte a semplici accordi di potere. I candidati ai C.d.Z. (consigli di zona), invece, dovrebbero essere eletti fra quelli indicati dalle assemblee dei circoli.

Nelle assemblee chiunque può candidarsi. Tuttavia, i circoli dovrebbero predisporsi a proporre e presentare persone già contattate e che abbiano già espresso un orientamento di disponibilità a candidarsi. Persone non proposte perché appartenenti a questa o a quella corrente, ma perché di valore, perché conosciute, perché godono di fiducia, di prestigio e, possibilmente, perché esperte dei meccanismi della pubblica amministrazione. Il dibattito delle assemblee potrebbe incrinare le logiche correntizie e, soprattutto, ricreare un clima di fiducia verso i partiti.

Non è detto che tutti i circoli aderiscano a questo percorso. Ma ciò non deve impedirne la realizzazione. Si parte con chi ci sta. Basta un numero di circoli sufficientemente ampio, anche se non necessariamente maggioritario. La costruzione di una partecipazione dal basso è troppo importante per non essere perseguita ad ogni costo. Manca un anno alle elezioni. Nell’arco di un mese si dovrebbe essere in grado di indicare, nei circoli, i candidati e alcuni punti del programma per procedere, poi, rapidamente a riunioni di coordinamento, e quindi alle primarie.

 

Guglielmo Lozio

 

 

 

 


 



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