5 aprile 2010

MILANO IN BICI È MEGLIO


 

Ma davvero la “capitale morale” del Bel Paese è così brutta come la si dipinge o si tratta solo di una banalità diffusa, di    un    blabla    da Bar Sport, di una delle tante verità del “casalingadivogherapensiero”? Tolti “el Domm”, il Cenacolo e il Castello – è opinione comune – resta ben poco da vedere nella metropoli meneghina. E, invece assicura qualcuno, non è così: basta non avere fretta, allontanarsi dal “centro storico”, seminare le torme di giapponesi e scoprire quanto di bello sa nascondere la città, tra palazzi e slarghi, chiese e oratori, viali e giardini. Piccoli capolavori e opere dell’ingegno di celebri archistar del passato o nati dalla fantasia di artigiani talentuosi sono disseminati (a volte anche dissimulati) a piene mani in città e a loro va il merito di avere arricchito, impreziosito, valorizzato angoli più o meno nascosti del “nost Milan”.

Ad aiutare i milanesi indaffarati, distratti e lontani nello scoprire i tesori della metropoli viene la lettura di due volumetti, due “guides de poche” (letteralmente), dal titolo-manifesto Milano è bella in bici ed Evviva Milano in bici, pubblicate per i tipi di Edizioni Milanoexpo e creati dalla fantasia, dalla curiosità e dalla penna di Anna Pavan, ciclobbyca dentro e autrice elegante e originale. Costati due anni di pedalate lungo i Navigli e le Circonvallazioni, tra Mura Spagnole e memorabilia romane, tra Broletti e periferie trascurate, i due libri conducono per mano (o per manubrio) i cicloturisti che amano, ancora e nonostante tutto, la loro città e a loro l’autrice suggerisce micro (e macro) percorsi da effettuare pedalando a naso all’insù.

Gli itinerari sono in totale quasi una cinquantina (sono 25 nel primo volume e 22 nel secondo) e sviluppano temi e soggetti che più eclettici non si può. Seguendo le dettagliate indicazioni di Anna Pavan (che, tra l’altro, guida gruppi di ciclobbyci alla scoperta di Milano e quindi fornisce suggerimenti precisi e “testati”) si scopre, per esempio, una Milano… in crisi d’identità, con architetture che suggeriscono bifore e finestre degne del Canal Grande, atmosfere nordiche e giardini provenzali. Tra finestre, architravi e fregi, poi, si divertono, a decine, angioletti, putti e bambini dall’aria innocentemente maliziosa. Un ripasso di storia dell’arte? Facile: tra il neoromanico di Santa Maria di Caravaggio e il neogotico della Cappella del Monastero delle Benedettine, dal neorinascimento della Ca’ de Sass al neorococò di Palazzo Bolagnos Visconti (per citare qualche esempio), c’è solo l’imbarazzo della scelta. Per i tiratardi c’è anche un itinerario che scopre Milano by night, che snobba (ça va sans dire) i luoghi canonici della movida velinara e si snoda tra vie e vicoli scoprendo le lunette in ferro battuto dei portoni (che con l’illuminazione sembrano merletti), i soffitti a cassettoni delle case di via Butinone e via Terraggio, l’illuminazione soft di San Lorenzo, i viali romanticamente in penombra dei Giardini Pubblici.

Non sono trascurati neppure i lettori under 14: a loro sono dedicati percorsi tematici e indovinelli, “giochi” e scoperte tarate sulla loro giovane età. Tutti gli itinerari sono corredati da cartine (anche queste precise e dettagliate), brevi note di curiosità storiche e indicazioni per raggiungere ed effettuare i percorsi. Non mancano le immagini uscite dagli obiettivi di Guia Biscàro: dei suggestivi bianchi&neri che corredano il testo con una presenza molto understated. Sarebbe bello poter vedere tutti gli scatti realizzati per i due libri che “sono oltre 400 – assicura Biscàro – e per ragioni di spazio non sono state pubblicaie”. In occasione dell’uscita del primo volume, ricordano le autrici, il corpus delle immagini era stato offerto come “mostra chiavi in mano” all’allora assessore Sgarbi, che, sgarbatamente, rispose che la cosa non interessava… Chissà se in vista dell’Expo…

 

Enrico Saravalle



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