29 marzo 2010

INTERNET: ATTENTI A BERLUSCONI


Quando andrà online questo numero di Arcipelagomilano i dati delle elezioni non saranno ancora definitivi soprattutto per una analisi di dettaglio. Ma penso che se le regioni in mano alla sinistra saranno 8 piuttosto che 10 su 13, sia irrilevante ai fini di un cambiamento della politica italiana. Quando Berlusconi “scese in campo” nel 1994, i suoi sociologi gli avevano detto che casalinghe e pensionati erano in Italia il 40% dei votanti e su questi avrebbe dovuto lavorare. Si tratta anche dei maggiori utenti della TV, che allora si chiamava generalista. Beltel, un magazine dell’informatica e delle telecomunicazioni, ha intervistato il sociologo catalano Manuel Castells, che insegna alla University of California e ha appena pubblicato un nuovo libro dal titolo “Comunicazione e potere”.  Castells dice che Internet sta diventando il canale di comunicazione dominante delle nuove generazioni, che pur guardando anche la TV selezionano i programmi che vogliono. Aggiunge che l’Italia è un caso estremo di dipendenza televisiva, con più del 70% della popolazione che riceve informazioni solo dalla TV. E questo dipende anche dal basso livello di educazione della generazione più anziana.

Se pensiamo che in Italia solo il 40% della popolazione usa Internet, ma solo il 60% di questi hanno la larga banda (cioè il 24%), l’unica che consente una vera comunicazione, di scambiare video senza limitazioni, potremo pensare che le cose possano cambiare in Italia solo quando questi utenti della banda larga saranno, come per Berlusconi nel 1994, almeno il 40% della popolazione.

Questo porta a tre considerazioni:

1. Si capisce perché in definitiva il governo se ne infischi dello sviluppo della banda larga. La vede come un pericoloso antagonista, come Santoro. Quindi la battaglia per la larga banda è una battaglia democratica, anche se Bersani non lo ha ancora capito.

2. Bisogna mantenere libero l’accesso a Internet e questo dipende dalle società telefoniche, come dice anche Castells. Grande lavoro per l’Agenzia AGCom.

3. Bisogna evitare che Berlusconi metta le mani su Internet, magari comprandosi Telecom Italia.

Tre battaglie per una sinistra che pensa che l’unico problema italiano sia difendere i posti di lavoro a Termini Imerese.

Franco Morganti



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