23 marzo 2010

L’ASTICELLA OVVERO DECALOGO PER PREVENIRE LE ARGOMENTAZIONI DEI GIORNO DOPO


Tra una settimana avremo i risultati di queste competizioni elettorali. E avremo analisi sul risultato, sull’astensione, sui flussi, su tutto. Facendo un giochino un po’ supponente cerco di definire prima delle elezioni alcuni criteri di giudizio.

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Penati. La scelta di non allearsi con le sinistre è stata sua ed è il portato della sua presidenza in provincia. Quindi deve strappare voti alla sinistra radicale in nome della coerenza di programma e della governabilità. Ha rincorso l’UDC, pur sapendo probabilmente che era un’impresa disperata, ha scelto un candidato capolista a Milano di chiara matrice cattolica tradizionale, quindi non deve farsi sottrarre voti dai moderati. Ha scelto un listino all’insegna del profilo di buoni amministratori a lui fedeli, quindi ha fatto una scelta di leadership iper personale, non c’è nessun ticket né nessun coprotagonista; quindi oneri e onori sono solo suoi. Ergo: per essere un leader nazionale deve superare i dati di Sarfatti (43%) dimostrando che la strategia politica delle alleanze è giusta e che la sua figura è un valore aggiunto. Per affermare una leadership locale deve raggiungere almeno il 39%, scorporando cioè un voto di estrema sinistra pari a quello delle politiche. Al 33% può prendere la sufficienza, sono cioè più o meno i voti che la sua coalizione ha preso alle politiche. Deve soprattutto prendere percentualmente più voti della sua coalizione essendo il voto al presidente disgiunto ed essendo questo riuscito a Sarfatti ma non a Martinazzoli. Sotto il 30% è come la Juventus quest’anno.

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PD Lombardia Reduce da un’infilata
di sconfitte alle amministrative non deve andare sotto il 27% grosso modo la percentuale delle politiche e delle regionali della volta precedente. Viceversa non si capirebbe l’utilità del nuovo partito e dei nuovi gestori. Il numero dei consiglieri regionali non è rilevante perché dipende dal risultato di Formigoni. Deve comunque eleggere bene il capolista cattolico di Milano e recuperare i voti persi verso le liste civiche alle amministrative in giro per la regione. Alle europee prese il 21% è fu un disastro, peggio non può fare anche mettendocela tutta. Prevediamo che sotto il 25% il partito rientrerà nel solito meccanismo della rifondazione e del dibattito permanente: ci sarà chi spiega che è un miglioramento rispetto a un anno fa e chi dirà che non serve a nulla. Determinante, anche per recuperare un po’ di peso nazionale, sarà il risultato di Milano.

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PD Milano 26% alle provinciali, 25% alle europee, 33% al senato 2008, 22% alle comunali (ma c’era la lista Ferrante ed era l’ulivo), 26, 4% alle regionali (sempre ulivo). Il successo sarebbe ridurre i 12000 voti di differenza tra Sarfatti e Formigoni e magari vincere. In questo caso Penati potrebbe legittimamente dire che tocca a lui scegliere il candidato l’anno prossimo e soprattutto le alleanze, viceversa Maiorino marcerà sparato verso le primarie. La partita comunque è all’inizio, molto dipenderà anche dalla battaglia delle preferenze.

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IDV Ha la chance storica di capitalizzare il malpancismo di sinistra e di centro. Al 7% diventa un protagonista della vita politica lombarda. Al 4% resta in stand by. Sotto l’occasione è persa e forse definitivamente.

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SeL se elegge un consigliere ha vinto: può lavorare per i prossimi anni sulla scia dei presumibili successi pugliesi, se non elegge un consigliere sparisce. Chi dei due papabili all’elezione passerà, determinerà anche la tendenza del raggruppamento, che non a caso non ha mai messo sulla sua propaganda il nome di Penati. Hanno già un candidato a Sindaco, se fanno un bel risultato possono provarci alle primarie.

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PSI sono vecchi amici; a Gaviniana sarei stato dalla parte del pugnalando, ergo mi taccio.

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VERDI l’asticella qui non ha senso, l’importante è partecipare, poi si vedrà. Se gli ex amici entrati nel PD verranno trombati c’è spazio per le comunali.

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PENSIONATI Formigoni non lo voleva perché temeva che con i suoi voti si superasse la fatidica cifra del listino. Penati non lo voleva perché può togliergli un consigliere. L’essere riuscito ad apparentarsi è già un successo. Alle ultime europee alleato con MPA e Storace aveva preso lo 0,9%, alle regionali 2005 il 2,6%. Può essere determinante per l’esito di Penati, se poi elegge un consigliere Formigoni non ne soffrirà.

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UDC lunedì si vedrà se ha un avvenire in regione. Deve stare sopra il 5% delle europee, aggiungerci un 2% per il peso del candidato e per l’improbabilità di una possibile vittoria del centro sinistra che fa scomparire il voto utile (che c’è anche a destra). Con il 7% dimostra che: 1) i leader locali pressoché tutti formigoniani, sono irrilevanti rispetto al brand Casini 2) senza di loro il centro sinistra non ha chance a breve 3) Matteoli serve a qualche cosa (e questa è sicuramente la sorpresa maggiore) 4) della collaborazione con la Moratti non si è accorto nessuno e quindi l’anno prossimo hanno le mani libere.

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Sinistra Radicale Sotto il 3% diventa un endemismo senza peso politico, sopra può aspirare a riaggregare un’area che nei momenti migliori arrivava all’8/9%. Agnoletto in questa fase di transizione è un candidato perfetto dopo si vedrà.

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IL CELESTE Deve prendere un po’ più voti dell’altra volta, deve prendere una percentuale maggiore di quella che prende la coalizione, deve avere il PDL al 35% e più e la lega di poco sotto il 20% (cioè più che alle scorse regionali e sotto le europee), deve non stravincere per evitare di bruciarsi il listino con tutti i problemi di trombati che porrebbe. Comunque vada come diceva mia mia madre: “insci aveghen“. Da anni la sua unica aspirazione è andarsene dal Pirellone, quindi comunque vada il giorno dopo sarà in campagna elettorale.

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PDL L’asticella è al 35%. Sotto per berlusca è una sconfitta, per Formigoni una ragione di litigio con il capo, per La russa la dimostrazione che Fini era un’altra cosa, per tutti gli altri sono cazzi. Vuole anche dire che la lega supera le europee e diventa non solo determinante perché lo è già, ma egemone perché potrà sfruttare le innumerevoli divisioni del PDL. Sopra vuol dire che Formigoni tira più di Berlusconi, che nonostante la comica delle liste, gli arresti, gli sputtanamenti e i ceffoni interni, il centro destra, per gli elettori è comunque meglio del centro sinistra.

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MORATTI è la vittima designata. Sondaggi sfavorevoli, casino nelle liste, difficile gestione dei candidati. Se il PDL flette su Milano scatterà la caccia a un candidato nuovo per la poltrona di sindaco. Dalla sua ha solo la possibilità di spendere qualche milione (facciamo 15) per la campagna elettorale dell’anno prossimo. Sono milioni di ragioni che le consentiranno di uscire comunque candidata e di vincere ogni battaglia interna.

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LEGA comunque vada probabilmente ha già vinto. Deve aumentare (e non sarà difficile) rispetto alle regionali precedenti, se poi aumenta anche rispetto alle europee grasso che cola. Hanno solo il problema di rinsanguare la debole performance milanese.

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Candidati Nella battaglia delle preferenze c’è un solo possibile risultato: essere eletti.

 

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P.S. Avvertenza ai dichiaranti di lunedì prossimo

Vorremmo evitarci di leggere o ascoltare:

  1. “Vincere non si poteva è stata una sconfitta onorevole”. Se dopo 15 anni di presidenza Formigoni non si poteva vincere i casi sono 3: a)la democrazia è limitata b) l’opposizione non sa fare il suo mestiere c) Formigoni governa veramente bene. Nel primo caso arrivederci in montagna, ma mi pare poco probabile. Nel secondo caso tutti a casa ma mi pare poco probabile. Nel terzo caso arrivederci alla bocciofila o per essere più trendy all’happy hour e mi pare molto probabile.
  2. “La Lombardia è un caso particolare perché c’è la lega”. La Lega c’è da 20 anni, nel prossimo Consiglio regionale sarà presumibilmente il partito dalla storia più lunga. La Lega non è quindi l’eccezione ma la norma.
  3. “Per Berlusconi è iniziato il declino”. Essendo che ha governato più di qualsiasi uomo politico del dopoguerra, che ha una maggioranza che neppure Mussolini ebbe nel e che ha la sua età e i suoi acciacchi, è ovvio che sia iniziato il declino. Il problema è quanto dura.
  4. “Abbiamo posto le basi per vincere al comune di Milano”. Ci si rammenti di Dalla Chiesa, Fumagalli, Antoniazzi, Ferrante, che avevano tutti delle belle basi.

“Occorre dar vita a un nuovo soggetto politico”. Bastaaaaaaaaaaaaa!

 

Walter Marossi



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