16 marzo 2010

UN GRANDE RUGBY PER UNA GRANDE MILANO


“Il football è uno sport bestiale giocato da bestie./ Il calcio è uno sport da gentiluomini giocato da bestie./ Il Rugby è uno sport bestiale giocato da gentiluomini.”. H. Blaha
A Milano, come nel resto d’Italia, il rugby sta diventando uno degli sport più praticati dai ragazzi: da dieci anni a questa parte è protagonista di una crescita costante. La data che segna la svolta per lo sviluppo di questo sport è il 5 febbraio del 2000, quando la nazionale italiana trascinata da uno straordinario Diego Dominguez, ottiene la prima storica vittoria al “Sei Nazioni” contro la Scozia. Da allora la diffusione del rugby non ha incontrato più alcun ostacolo, ricevendo la definitiva consacrazione con i test match di quest’inverno nei più grandi stadi d’Italia contro le più forti nazionali del mondo. L’apice dell’entusiasmo è stato raggiunto lo scorso 14 novembre per la sfida Italia – All Blacks che ha fatto registrare il tutto esaurito allo stadio di San Siro.

Proprio a Milano, in tempi nei quali puntare sui giovani sembra essere un’utopia, c’è una società che ha deciso di fare dei ragazzi che amano questo sport un autentico punto di forza. La Rugby Grande Milano nasce con l’intento di radunare sotto un’unica bandiera le giovani promesse del rugby meneghino, il modello cui s’ispira proviene dai Paesi con la migliore tradizione rugbystica: Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda. Dal 2003 sei storiche società milanesi, superando campanilismi e interessi di bottega, hanno deciso di collaborare a quest’ambizioso progetto che si propone di dare l’opportunità ai nuovi talenti di esprimersi ad alti livelli senza dover necessariamente emigrare verso le capitali del rugby italiano: Treviso, Padova, Viadana.

In controtendenza rispetto alla politica dei club più prestigiosi, la “Grande Milano” concentra i propri sforzi esclusivamente sulla formazione, la crescita e il consolidamento del vivaio, evitando così di spendere cifre esorbitanti per giocatori già affermati. E’ infatti consuetudine delle squadre più importanti investire la maggior parte delle risorse economiche a loro disposizione per acquistare i migliori atleti in circolazione, trascurando troppo spesso l’importanza che hanno i settori giovanili. Grazie a questo modo di operare la “RGM” è attualmente tra le squadre favorite ad accedere alla serie A italiana per la prossima stagione.

Ma la diversità della “Grande Milano” non si limita all’aspetto meramente economico. L’intento della dirigenza è di coinvolgere i giovani atleti in compiti che trascendano le battaglie sul campo da gioco. Su proposta dei giocatori si sta seriamente prendendo in considerazione l’idea di affidare l’intera gestione del marketing e della comunicazione ai giocatori stessi. “RGM” può creare una realtà e un nuovo modello al quale ispirarsi: l’obiettivo di questa società va oltre l’insegnamento di uno sport e dei suoi valori, ma cerca di dare responsabilità ai ragazzi ampliandone le prospettive professionali, formandoli a 360 gradi.

Grazie a quest’esperienza, da Milano parte un messaggio importante: lo sport può dare ai giovani una mano a trovare risposte alle incertezze sul loro futuro. La sfida è di provare a indicare ai ragazzi anche una strada nel mondo del lavoro che possano intraprendere con lo stesso amore, lo stesso entusiasmo e la stessa passione che nutrono per il rugby.

Ancora una volta è il mondo ovale a diventare terreno fertile per esperimenti innovativi e coraggiosi, un mondo che non ha mai fatto mistero dell’ambizione di educare e far crescere uomini, e non solo buoni giocatori.

Giovanni Zanchi



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