8 marzo 2010

LA RIFORMA DI SCIENZE POLITICHE, IL GARANTE SBARCA IN STATALE


Le grandi riforme partono dalla risoluzione di piccoli problemi. Nulla più e nulla meno di quanto sta avvenendo in Università Statale. In questi mesi, infatti, il Consiglio di facoltà di Scienze Politiche ha attivato la figura del garante degli studenti; una persona “di notoria imparzialità ed indipendenza di giudizio”, come cita sinteticamente lo statuto dell’Università degli studi di Firenze, in cui la figura del garante esiste già da un anno. L’obiettivo è molto semplice, raccogliere i disagi da parte degli studenti e permetterne la loro risoluzione attraverso il coinvolgimento di procedure specifiche, in modo che lo studente possa sempre mantenere l’anonimato.

Tra le sue specifiche funzioni troviamo la possibilità di intervenire in caso di disservizi in merito a problemi didattici, di informare sugli eventi organizzati dalla facoltà, di far mantenere impegni non rispettati dai docenti in merito al calendario degli esami, all’orario delle lezioni e del ricevimento e segnalare comportamenti inadeguati di uffici o singole persone agli organismi preposti. Si chiede inoltre a questa persona di intervenire a tutela di chiunque si ritenga leso nei propri diritti o interessi da abusi, carenze o disfunzioni, nonché comportamenti anche omissivi di organi ed uffici dell’Università, di svolgere adeguata istruttoria, ed intervenire, cercando di dirimere le questioni, ove ciò non sia possibile, il Garante si rivolgerà al Preside o agli organi competenti e garantire l’anonimato della parte lesa tutelandola da ogni eventuale ritorsione.

Cerchiamo di capire nel dettaglio quali processi hanno portato alla nascita di questo ruolo, quali sono le sue specifiche competenze e soprattutto quali scenari si aprono ora per le università milanesi. Per rispondere a queste domande abbiamo incontrato Angelica Vasile, 25 anni, rappresentante degli studenti per la lista “Sinistra Universitaria”, presso la Facoltà di Scienze Politiche e principale ideatrice del progetto. «Quando mi sono candidata, a Maggio 2009, come rappresentante avevo previsto nel mio programma l’introduzione del Garante, poi dopo la mia elezione ci siamo accorti che altre università italiane ed europee avevano già adottato questo utilissimo strumento.

In Germania esiste l’Ombudsman, in America esiste l’Assistant of Dean e in Inghilterra l’Harassment Office». Così è stata avviata la stesura di un progetto. «Volevamo istituire nell’ambito della nostra Facoltà un ufficio che raccogliesse i disagi degli studenti. Al termine della ricerca, abbiamo preso spunto dal Regolamento della Facoltà di Ingegneria Industriale del Politecnico di Milano, per quanto riguarda l’istituzione del ruolo; mentre per quanto riguarda la nomina, abbiamo fatto riferimento al Regolamento della Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi Milano-Bicocca». Dunque non solo in Europa e in alcune università italiane era già prevista la figura del Garante ma la troviamo anche in alcune realtà universitarie milanesi.

La discussione è arrivata presso il Consiglio di facoltà di Scienze Politiche in Statale a Dicembre 2009 e, a seguito dell’approvazione, a Gennaio è stato nominato il Professor Lamberti Zanardi, ora in pensione, Garante degli studenti presso la stessa facoltà. «A giugno si verificherà quanto quella figura sia stata utile – spiega Angelica – e solo in quel momento si deciderà se e come eventualmente modificare il regolamento di facoltà». Nel frattempo, sempre in Statale, l’adozione di un garante è piaciuta a tal punto da far pensare ai rappresentanti, sempre di Sinistra Universitaria, nella Facoltà di Lettere di avviare un simile iter di approvazione. Angelica Vasile prosegue nel suo lavoro e all’interno del comitato inter-facoltà “Pari opportunità” sta studiando una proposta in modo che: «una volta ottenuta l’approvazione del Senato Accademico, ai vari Consigli di Facoltà resti solo il compito di designare un garante, senza avviare il procedimento di discussione completo».

Le altre liste di rappresentanza, ci racconta Angelica, sono andate contro a questo progetto, quindi non hanno rappresentato la volontà degli studenti, anche se dei tentativi per coinvolgerle sono stati fatti. «Non fanno altro che rappresentare logiche politiche esterne all’università, come se il Consiglio di Facoltà fosse un piccolo parlamento, forse bisognerà superare la diffidenza culturale che ci divide». Resta da capire quanto questa proposta possa attecchire anche nelle cosiddette università private.

In Cattolica e Bocconi il clima politico delle organizzazioni studentesche non è ancora sufficientemente maturo per consentire la discussione di questa proposta. I rappresentanti degli studenti, organizzati in gruppi di pressione meno plurali, riescono a gestire a loro vantaggio il traffico di informazioni richieste. Ad esempio, il controllo ciellino sugli studenti dell’Università Cattolica sarebbe messo in seria difficoltà. Pertanto questo passaggio potrà avvenire solo a seguito di un maggiore coinvolgimento delle forze di rappresentanza all’interno degli organismi interni e di un successivo processo di “pluralizzazione” della stessa rappresentanza studentesca.

Giorgio Uberti



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